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Aleppo non è Srebrenica

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Aleppo è il simbolo di un’epoca di riconfigurazione degli equilibri globali ci dice Lia Quartapelle.  Le immagini e le notizie che ci arrivano dalla città ormai espugnata sono disperanti e vividissime. L ’unica certezza è che non sarà possibile dimenticare Aleppo e che ci vergogneremo di quanto non stiamo facendo. Aleppo non è Srebrenica, e non è neanche il Rwanda del 1994. Le immagini e le notizie che ci arrivano dalla città ormai espugnata sono disperanti e vividissime. L’unica certezza è che non sarà possibile dimenticare Aleppo e che ci vergogneremo di quanto non stiamo facendo, proprio come accadde tra l’aprile e il luglio del 1994 di fronte al genocidio rwandese o al massacro di tutti i maschi musulmani della città bosniaca, sotto gli occhi delle truppe olandesi delle Nazioni Unite, avvenuto l’11 luglio 1995. Tuttavia, Aleppo non è Srebrenica. E non è Kigali. È cambiata, infatti, la natura della guerra, e i conflitti di questa nostra era di disordine globale rendono anco

Una fila interminabile

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. Questa foto è stata scattata il 31 gennaio, nel campo profughi palestinese di Yarmuk, a sud di Damasco, in Siria. Migliaia di persone sono in fila per ricevere cibo e aiuti dagli operatori umanitari dell’Unrwa, l’agenzia dell’Onu che si occupa dei profughi palestinesi in tutto il Medio Oriente. via il Post.it

Buon Natale dalla Siria

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Le storie di cui ci siamo dimenticati, quelle per le quali volevamo far battaglia, uscite dalle cronache delle prime pagine dei giornali continuano.   Jacopo Zanchini è vicedirettore di Internazionale, e questa foto è stata pubblicata qualche giorno fa dal suo profilo twitter. (via Lucacicca )

L'emergenza Siriana. Due milioni di rifugiati negli ultimi due anni.

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 Le emergenze dell'immigrazione, delle quali ci rendiamo conto soltanto quando diventano tragedie con le quali sbattiamo il muso, si muovono da lontano. Dalle guerre, dalle carestie, dalle persecuzioni verso le minoranze. Un'emergenza che sembriamo aver dimenticato in queste settimane, dopo il possibile attacco auspicato da Barack Obama in seguito all'attacco con armi chimiche, è quella che riguarda la Siria e i rifugiati che quella guerra sta, per così dire, producendo. Basta guardare quella cartina in alto per rendersi conto dell'entità della tragedia.Secondo l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, i siriani scappati all’estero sono più di due milioni. La maggior parte ha ricevuto accoglienza nei paesi vicini, ma alcuni continuano il viaggio verso l’Europa. Dall’inizio del 2013 sarebbero almeno 4.600 i siriani sbarcati sulle coste italiane. Nei campi profughi si vive in condizioni perenni di emergenza sanitaria, nelle quali le malattie pi

La Siria e l'UE, ora una Ginevra 2

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Continuiamo a raccontare sul blog l'evoluzione politica della situazione Siria. Oggi riportiamo l'intervista ad Antonio Panzeri, eurodeputato lombardo del Partito Democratico. Stando agli ultimi sviluppi, il rischio di una crisi planetaria è scongiurato?  «La situazione resta complicata ma intanto, a prescindere da quanto detto da tanti sulla perdita di leadership degli Usa, va fatto invece un elogio della prudenza. Ormai è evidente la non praticabilità di un atto unilaterale, una posizione che fin da subito ha tenuto il governo italiano e che il Parlamento europeo ha ribadito in maniera autorevole con la risoluzione approvata a Strasburgo. La dimostrazione che in casi del genere coltivare dubbi non è un difetto, ma semmai serve a compiere le scelte giuste».  Il ruolo della Ue è stato però finora evanescente, in questa come in altre vicende.  «L'Unione europea ha avuto una grande intuizione con l'istituzione della figura dell' Alto rappresentan

Per la soluzione diplomatica in Siria. Qualcosa si muove.

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In Siria, l'intervento militare non è risolutivo. Serve una soluzione politica , serve perseguire la strategia diplomatica . Questa è stata la posizione portata avanti dall'Italia, e cominciano ad arrivare segnali confortanti. Lo sostiene  Lapo Pistelli, viceministro degli Esteri ed esponente Pd. "Fin dall'inizio della crisi abbiamo ripetuto che non esisteva una via d'uscita militare al conflitto siriano. Abbiamo lavorato per isolare il regime di Bashar al-Assad, per costruire un'alternativa politica credibile, per evitare ogni atto o comportamento che facesse infiammare l'intera regione. Al tempo stesso, la comunità internazionale, e noi tra quelli, si è fatta carico di gestire un enorme problema umanitario, derivante da milioni di profughi, originati dalla guerra e fuggiti in Libano e Giordania. Negli ultimi mesi, abbiamo sostenuto gli sforzi russo-americani per arrivare all conferenza di "Ginevra2", lavorando per far cadere ogni precond

Il ritorno di Domenico Quirico in Italia

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Il ritorno a casa di Domenico Quirico è stata sicuramente una delle notizie più belle, positive, che abbiamo potuto ascoltare nelle ultime settimane. Leggere il racconto del suo viaggio, pubblicato ieri sulla Stampa , oltre a raccontare un'interessante vicenda umana, da conto della difficile situazione in Siria, una guerra diventata fin troppo complessa, mossa dai principi della primavera Araba e adesso sconfinata in una guerra tra bande della quale soltanto adesso l'occidente ha preso ad interessarsi veramente.   L a notte era dolce come il vino: l’8 aprile ad al Qusayr, Siria, per raccontare un altro capitolo della guerra siriana, dove la Primavera della rivoluzione sembrava poter durare per sempre e capovolgere il mondo. E invece sono stati 152 giorni di prigionia, piccole camere buie dove combattere contro il tempo e la paura e le umiliazioni, la fame, la mancanza di pietà, due false esecuzioni, due evasioni fallite, il silenzio; di Dio, della famiglia, deg

Le conclusioni di Gugliemo Epifani alla Festa Democratica nazionale (Genova)

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Quest'anno la Festa Nazionale del Partito Democratico non si è conclusa con il tradizionale comizio finale del Segretario, ma con una più sobria intervista di Guglielmo Epifani a Lucia Annunziata, davanti alla platea dei militanti, dei simpatizzanti e dei partecipanti alla festa. La Siria è stato l'argomento più affrontato , per la gravità della situazione:  "Il governo ha fatto una scelta giusta fin dal principio, dichiarandosi contrario all'intervento in Siria - ha detto in prima battuta Epifani - Oggi rispondere con bombardamenti e interventi militari aggraverebbe la situazione. Il rischio che corriamo è che si inneschi un incendio in tutta la regione , per gli interessi contrapposti che ci sono in quelle aeree, con ripercussioni sulla pace e sulla stabilità dell’intero Mediterraneo, nel quale, ricordiamo, siamo immersi fino in fondo.   Noi come Pd siamo contrari all’intervento militare, non per coprire certo il regime di Assad, ma perchè l'unica s

I casini in politica internazionle di Barack Obama

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Foto dal profilo instagram di Pete Souza I giudizi sull'operato di Obama sono sempre stati molto positivi, su questo blog. Da qualche tempo però il presidente Americano arranca, in difficoltà su più fronti. Soprattutto, nell'ambito della politica estera. La questione del possibile intervento in Siria è soltanto marginale, e non sarà questa l'occasione per discuterne, poiché i dubbi sulle strategie attuate in questi anni di profondi di cambiamento in Medio Oriente vengono da molto più lontano. Lo racconta oggi, in un interessante articolo Christian Rocca, sul suo blog: Tranne che nelle redazioni dei giornali, l’autorevolezza e la credibilità di Obama sono ai minimi termini (io sono tra quelli che spera ancora). In Medio Oriente è ancora più odiato di Bush, essendo riuscito nel compito di farsi odiare dai regimi (che non ha difeso), dai ribelli (che non ha aiutato), dall’opinione pubblica, da tutti. Non era mai successo che un presidente americano fosse così

Giorni decisivi per il Mediterraneo

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Continuano i nostri approfondimenti sulla crisi in Siria. Quest'oggi vogliamo analizzarla  con gli occhi dell'Europa; un Europa sempre più debole. Mentre Obama in conferenza stampa spiega la posizione americana sulla crisi siriana, e annuncia di essere pronto all'attacco dopo il vaglio del Congresso,  la situazione nell'area mediterranea si fa sempre più critica.  Il responsabile Forum Affari internazionali del PD , Giacomo Filibeck, chiarisce in apertura la posizione del partito, già espressa da Letta: contrarietà a un intervento che potrebbe essere più dannoso che utile e che soprattutto rischia di non arrivare alla soluzione politica, mediata, negoziale che da due anni i democratici auspicano . Sollecitato sul ruolo dell’Europa in questo scenario, il Vicepresidente del Parlamento Europeo Gianni Pittella coglie subito i punti di debolezza di un’Europa che definisce un “nano politico, che neanche attraverso la figura dell’alto rappresentante per la politic

Quello che vi siete persi ad Agosto.

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Ritrovarsi a Settembre per le strade di Brugherio, dopo esserci abituati alle vetrine abbassate dei negozi chiusi, alle vie disabitate, dopo aver incrociato i nostri percorsi estivi, crea una sensazione di spaesamento. Se avete provato a spegnere i vostri televisori, disconnettervi dalla Rete, potrete aver goduto di questo periodo di riposo evitandovi molte notizie ridondanti nel panorama politico Italiano, con le continue e ventilate crisi di governo a giorni alterni. E' stata infatti l'estate di Berlusconi. C'eravamo lasciati con la condanna in Cassazione per il processo Mediaset, e da lì è cominciata una lunga sessione di ricatti al governo Letta per l'ottenimento di una grazia che nessuno sembra aver voglia di concedere . Napolitano intanto ha assegnato i seggi vacanti al Senato per i senatori a Vita , nominando Carlo Rubbia, Renzo Piano, Claudio Abbado ed Elena Cattaneo , una nostra concittadina di primo livello. Cinquantunenne (e questo ha generato non poc

La vita del reporter di guerra in Siria.

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Di Siria tante volte vi abbiamo parlato. Un tema, forse non totalmente apprezzato, ma al quale abbiamo voluto dedicare spazio proprio per la disattenzione abbastanza diffusa sui media, specialmente televisivi. Questa domenica vogliamo ritornare su questo tema, proponendovi una lettura particolare, che molto è circolata sulla Rete in questi giorni.  Parla della vita dei reporter che giornalmente rischiano la vita per raccontare le stragi e gli eccidi che si susseguono nelle zone di guerra , dove bimbi vengono assoldati per strada e dove si combatte ad ogni angolo. Reporter che, a differenza di qualche decennio fa, si muovono nel più dei casi in maniera autonoma, senza il supporto di testate giornalistiche che ne coprano le spese e che ne garantiscano salva-condotti. Il mestiere di reporter di guerra si parte da freelance, sostenendo interamente le spese del periodo vissuto in quelle condizioni, con la speranza di rivendere poi l'articolo a qualche offerente.  A prezzi, poi, da

La finestra sul Mondo

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In questa foto: la polizia ha usato gli idranti per disperdere i manifestanti a piazza Kizilay, ad Ankara. Dado Ruvic (Reuters/Contrasto) Torniamo ad aggiornarvi su quanto sta accadendo in Siria e Turchia.  Ci aiuta il quotidiano on-line  Il Post. Nel pomeriggio di giovedì 13 giugno (in Italia era notte), la Casa Bianca ha annunciato che il regime siriano di Bashar al Assad ha usato armi chimiche contro i ribelli, che da circa due anni cercano di rovesciare il governo autoritario. Le armi chimiche sono state usate “su scala ridotta” per diverse volte nel corso dell’ultimo anno, secondo gli Stati Uniti. Gli attacchi di questo tipo avrebbero ucciso complessivamente tra le 100 e le 150 persone, ma secondo l’intelligence degli Stati Uniti il numero di morti potrebbe essere più alto. Tra le armi chimiche utilizzate dal regime di Assad ci sarebbe stato anche il sarin, un gas nervino classificato come arma chimica di distruzione di massa. Colpisce il sistema nervoso e porta a u

In Siria usato il gas Sarin

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Nei post precedenti  vi avevamo raccontato dell'inchiesta del  quotidiano francese  Le Monde    sull'uso delle armi chimiche in Siria, dove il regime di Bashar al Assad avrebbe iniziato a utilizzarle contro i ribelli in maniera sempre più frequente a partire dal mese di aprile. E' notizia di ieri che materiali prelevati in Siria e analizzati in un laboratorio della Francia provano la presenza di gas sarin nei campioni.  Il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius ha dichiarato che per questo “tutte le opzioni sono sul tavolo” , compreso l’intervento militare “nel luogo dove il gas viene prodotto o immagazzinato”. Laurent Fabius, ha poi spiegato che ora Parigi “è certa che il gas sarin sia stato utilizzato in diverse occasioni in Siria, e in maniera localizzata”. “Sarebbe inaccettabile – si legge in una nota del ministro – che i responsabili di questi crimini possano beneficiare dell’impunità”. Simili conferme sono arrivate oggi da Londra, dove il Foreign

Novità dalla Siria

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Qui , qui , qui e qui avevamo scritto gli ultimi post sulla situazione in Siria.  L'avevamo fatto anche in occasione del rapporto firmato dall'organizzazione Human Rights Watch che spiegava come dalla fine del luglio 2012 le forze aeree siriane del presidente Bashar al-Assad abbiano ripetutamente e indiscriminatamente lanciato attacchi aerei contro i civili. Oggi torniamo a parlarne perchè i ministri degli Esteri dell’Unione europea hanno deciso di revocare l’embargo sulle armi alla Siria e di mantenere invece le sanzioni economiche imposte al regime di Damasco. È questo l’esito del vertice Ue che si è concluso lunedì in tarda sera. Ce lo racconta Il Post . Embargo e sanzioni scadono il 31 maggio e per questo era necessario stabilire se rinnovarle. Dal momento che si è deciso di revocare l’embargo, i Paesi europei potranno valutare individualmente se inviare armi, ma nella dichiarazione congiunta diffusa al termine del summit si legge che non procederanno “a que

Il punto sulla Siria

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Qui avevamo scritto l'ultimo post sulla situazione in Siria. L'avevamo fatto in occasione del  rapporto  firmato dall' organizzazione  Human Rights Watch    che spiegava come dalla fine del luglio 2012 l e forze aeree siriane del presidente Bashar al-Assad abbiano ripetutamente e indiscriminatamente lanciato attacchi aerei contro i civili.  Oggi torniamo a parlarne  perché  in questi giorni si sono intensificati i raid di Israele contro il regime di  Damasco.  Il fuoco è stato aperto contro rifornimenti di armi iraniane destinato agli Hezbollah libanesi. Un alto responsabile israeliano ha confermato     «Il blitz vicino all’aeroporto di Damasco aveva come obiettivo missili iraniani per gli Hezbollah». Quindi per  Bashar al-Assad  si apre un nuovo fronte oltre a quello interno con i ribelli. La situaizone come ci racconta il Corriere della Sera potrebbe essere ad una svolta. Per il regime di Assad, impegnato a fronteggiare la ribellione, è stato senza dubbio un

Assad ha usato armi chimiche?

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Homs. (SARKIS KASSARJIAN/AFP/Getty Images) Torniamo a parlare della situazione della Siria.  Qui , qui , qui e qui i post precedenti. Giovedì 25 aprile l’amministrazione statunitense di Barack Obama ha mandato una lettera al Congresso relativa all’uso di armi chimiche in Siria, questione di cui si sta parlando molto negli ultimi mesi e affrontata in diverse occasioni anche alle Nazioni Unite: nella lettera, che è stata inizialmente visionata dal New York Times, si sostiene che le agenzie nazionali di intelligence hanno confermato con “un certo grado di sicurezza” che il governo siriano di Bashar al Assad avrebbe usato il gas nervino sarin, in maniera ridotta e circoscritta, negli scontri con i ribelli. Leggiamo dal sito de La Stampa . Washington lo ripete da mesi: solo le armi chimiche possono vincere la riluttanza americana a intervenire in Siria. Così, mentre la feroce guerra civile in cui è degenerato lo scontro tra il regime di Damasco e il ribelli vola verso quo

I vincitori del premio Pulitzer

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Questa foto di due ribelli siriani ad Aleppo, scattata il 18 ottobre 2012, ha vinto il premio Pulitzer, considerato come la più prestigiosa onorificenza americana per il giornalismo;  i premi nelle categorie Breaking News e Fetured Photography sono tutti collegati alla guerra civile in corso in Siria. Come ogni anno, vogliamo mostrarvi le foto vincitrici, perché raccontano più di molti articoli, cosa sta succedendo nel mondo. L’altro premio Pulitzer per la fotografia, il “Breaking News”, è stato vinto da una squadra di cinque fotografi dell’agenzia internazionale Associated Press per i reportage “memorabili”, come li definisce lo stesso sito ufficiale del Premio Pulitzer, che ritraggono alcuni momenti della guerra civile in Siria durante gli ultimi due anni. I cinque fotografi sono Rodrigo Abd, Manu Brabo, Narciso Contreras, Khalil Hamra e Muhammed Muheisen. Sul sito del quotidiano online "il Post" trovate una breve descrizione dei cinque fotografi, mentre sul s

Cosa succede in Siria

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Aleppo, 9 aprile 2013 (DIMITAR DILKOFF/AFP/Getty Images) -  "Il Post" Torniamo a parlare della Siria. L’organizzazione Human Rights Watch ha diffuso mercoledì 10 aprile un rapporto che spiega come dalla fine del luglio 2012 le forze aeree siriane del presidente Bashar al-Assad abbiano ripetutamente e indiscriminatamente lanciato attacchi aerei contro i civili. Per la prima volta la ong Human Rigths Watch come dicevamo ha documentato attraverso un video gli attacchi aerei deliberati del governo siriano contro i civili. Le immagini sono terribili: genitori che raccolgono tra le macerie i figli feriti e che vedranno morire per l'assenza di cure adeguate. "Sono attacchi che si ripetono quasi ogni giorno" denuncia l'associazione per i diritti umani e in molti casi avvengono in zone dove non ci sono scontri o presenza di ribelli. "Si tratta di crimini di guerra", concludono i rappresentanti della ong. Ci aiuta in questo drammatico rac

Due anni di guerra

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Foto tratta da "Il calvario dei bambini siriani, vittime innocenti della guerra civile"  Reportage fotografico di Kate Brooks/Unicef Continuano gli approfondimenti sulla politica estera. Quest'oggi vogliamo tornare a parlare del conflitto siriano. Ci aiuta la rivista Internazionale Il 15 marzo il conflitto in Siria è entrato nel suo terzo anno. Quella che due anni fa era cominciata come una protesta pacifica sull’onda delle altre primavere arabe nella regione per chiedere più diritti e libertà al presidente Bashar al Assad, si è trasformata nel giro di pochi mesi in una guerra civile. Il sito del settimanale statunitense Time pubblica alcune immagini satellitari che mostrano lo stato di alcune città oggi e lo confrontano con la situazione di due anni fa, prima che venissero bombardate. Scorrendo il cursore al centro della mappa si può vedere il prima e il dopo. Le immagini mostrano chiaramente che intere zone di alcune città come Dasmasco, Aleppo e Homs so