Cosa succede in Siria

Aleppo, 9 aprile 2013 (DIMITAR DILKOFF/AFP/Getty Images) - 

Torniamo a parlare della Siria.

L’organizzazione Human Rights Watch ha diffuso mercoledì 10 aprile un rapporto che spiega come dalla fine del luglio 2012 le forze aeree siriane del presidente Bashar al-Assad abbiano ripetutamente e indiscriminatamente lanciato attacchi aerei contro i civili.

Per la prima volta la ong Human Rigths Watch come dicevamo ha documentato attraverso un video gli attacchi aerei deliberati del governo siriano contro i civili. Le immagini sono terribili: genitori che raccolgono tra le macerie i figli feriti e che vedranno morire per l'assenza di cure adeguate. "Sono attacchi che si ripetono quasi ogni giorno" denuncia l'associazione per i diritti umani e in molti casi avvengono in zone dove non ci sono scontri o presenza di ribelli. "Si tratta di crimini di guerra", concludono i rappresentanti della ong.


Ci aiuta in questo drammatico racconto il quotidiano on-line "Il Post"

Questi attacchi, dice il documento, violano il diritto internazionale umanitario, e chi li ha compiuti deve essere considerato responsabile di crimini di guerra. Gli attacchi sono avvenuti anche in giorni in cui a terra non c’era alcuno scontro tra ribelli e forze governative, e hanno colpito, intenzionalmente, obiettivi civili come negozi e ospedali. Le armi usate dall’esercito siriano sono state bombe non guidate, bombe incendiarie e munizioni ad alto livello esplosivo, sviluppate per creare un effetto di violenze indiscriminate.

Le 80 pagine del rapporto, che si intitola “Death from the Skies: Deliberate and Indiscriminate Air Strikes on Civilians” (“Morte dal cielo: attacchi aerei intenzionali e indiscriminati sui civili”), sono state redatte sullo studio di 50 attacchi aerei su alcune città siriane controllate dai ribelli nelle regioni nord-occidentali di Aleppo, Idlib, e Latakis, e sulla base di oltre 140 interviste a testimoni e persone colpite. I casi documentati da Human Rights Watch hanno causato la morte di almeno 152 civili, che sono una piccola parte dei 4300 stimati da una rete di attivisti dal luglio 2012. 


In un video realizzato dall’organizzazione, e pubblicato il 10 aprile sul canale YouTube “HumanRightsWatch”, Anna Neistat, direttore associato per le emergenze di Human Rights Watch, ha specificato che è la prima volta che si è in grado di documentare davvero la natura di questi attacchi aerei.

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