Post

Visualizzazione dei post da novembre, 2016

Una guida semplice al referendum del 4 dicembre. Ecco su cosa si vota

Immagine
L’appuntamento si avvicina ma non tutti hanno le idee chiare, cerchiamo di toglierci qualche dubbio (senza fare propaganda) Il 4 dicembre prossimo si voterà per il referendum costituzionale. L’appuntamento si avvicina ma non tutti hanno le idee chiare, cerchiamo di toglierci qualche dubbio (senza fare propaganda). Si voterà domenica 4 dicembre dalle ore 7 alle 23 in tutta Italia. Per il referendum costituzionale non è previsto il raggiungimento del quorum, la votazione sarà valida a prescindere da quanti andranno a votare. Che cosa troverete sulla scheda elettorale? Il quesito recita: “A pprovate il testo della legge costituzionale concernente disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della costituzione ?”. Vediamo punto per punto che cosa significa e cosa comporterà. Ch

I Sindaci d’Italia a favore del Sì

Immagine
Sì al referendum per una Repubblica più giusta, più semplice, più moderna  Centinaia di sindaci scenderanno oggi in piazza per parlare con i loro concittadini e spiegare le ragioni del Sì al referendum del 4 dicembre. Per qualche ora, i primi cittadini smetteranno la loro fascia tricolore e saranno impegnati come ‘militanti del Sì’, senza perdere quelle caratteristiche di comprensione e disponibilità, che li rendono i rappresentanti istituzionali più vicini agli elettori. L’iniziativa “ Basta un Sìndaco in piazza ” rappresenta il culmine della campagna partita dall’appello promosso da  Graziano Delrio ,  Angelo Rughetti  e  Roberto Cociancich  e che ha visto l’adesione di 1.100 sindaci di tutta Italia: uno schieramento trasversale che conta eletti di centrosinistra, ma anche di partiti e liste civiche di centrodestra. Dal volantinaggio nei mercati ai banchetti in piazza, dagli aperitivi ai più classici comizi o al porta a porta, le iniziative di domani saranno di natura dive

Perché votare sì - di Pietro Virtuani

Immagine
Ho deciso di scrivere questo testo per tre motivi: perché questa campagna referendaria è stata la cosa più importante e intensa che ho fatto in questi tre anni da Segretario provinciale del Partito democratico di Monza e Brianza; perché ho imparato tantissime cose, che vorrei riepilogare e raccogliere in un testo organico; e perché alcuni miei cari amici sono incerti o orientati a votare no, per cui ho voluto esprimere in forma scritta le mie ragioni, per raccontarle anche a loro. Il testo non è venuto molto breve, per cui l’ho diviso in paragrafi, che qui riepilogo per facilitare la lettura. 1. Il contesto in cui siamo e l’atteggiamento in cui porsi (dove si riepiloga velocemente cosa succede intorno e ci si pone in guardia dai profeti di sventura) 2. La Storia della nostra Costituzione (le tante cose che abbiamo imparato o ripassato, in sintesi) 3. Il cuore della riforma (quello che c’è di importante da sapere) 4. Nel merito, pesi e contrappesi (una esposizione che vuole

La politica che produce antipolitica

Immagine
C’è una domanda alla quale non hanno ancora risposto Pier Luigi Bersani, Mario Monti e gli altri autorevoli esponenti parlamentari della maggioranza che in questi giorni si stanno impegnando per il No al referendum:  perché mai hanno votato a favore della riforma costituzionale quando il Parlamento ne ha discusso e oggi, fuori da quelle aule, indicano ai cittadini una strada del tutto diversa  da quella che loro stessi hanno percorso? È un interrogativo che va al di là della coerenza personale, investendo direttamente le fonti dell’antipolitica che si annidano anche nel rapporto tra parlamentari e opinione pubblica. Perché se è ragionevole immaginare che non possa esistere una verità per il Parlamento e una diversa verità per il Paese, ne consegue che  quel parlamentare che si esprime con il voto in una certa direzione per poi sostenere in pubblico l’esatto contrario contribuisce a demolire la credibilità delle istituzioni rappresentative  dinanzi ai cittadini.

Napolitano: “Su referendum sfida aberrante. Per giudicare Renzi ci sono le elezioni”

Immagine
Quella sul referendum “ è diventata una sfida largamente aberrante “. Il Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano commenta così a Porta a Porta gli ultimi giorni della sfida referendaria. “Non ritengo che uno degli obiettivi della riforma debba essere tagliare il numero dei parlamentari – spiega ospite della trasmissione di Rai Uno – ma avere un sistema più snello e un Senato rappresentativo delle realtà territoriali”. Napolitano sottolinea in particolare uno degli aspetti che hanno caratterizzato il confronto tra i due fronti: la personalizzazione del voto del 4 dicembre. “Non si vota pro o contro questo governo – spiega – Si vota quello che è scritto nella legge.  L’occasione per giudicare Renzi ci sarà con le prossime elezioni  che al momento si terranno nel 2018″. Durante il programma condotto da Bruno Vespa l’ex inquilino del Colle ha commentato  l’analisi del Financial Times  per il quale, in caso di vittoria del No al referendum, l’Italia direbbe addio all

Matteo Renzi domenica a Monza

Immagine
Ultimi tredici giorni di campagna elettorale sul referendum. Auguro a tutti di viverli con intensità e leggerezza. Finalmente stiamo entrando nel merito della riforma e dei cambiamenti che l'Italia potrà avere in caso di vittoria del sì. Certo, c'è sempre chi prova a cambiare argomento, a parlare di altro, dal Governo alla legge elettorale, ma sento da molti di voi che finalmente il clima è cambiato e adesso si inizia a discutere di riforme e non più di tutto il resto. Dunque, avanti tutta. Perché se entriamo nel merito scopriamo che la stragrande maggioranza dei nostri concittadini vuole superare il bicameralismo paritario, vuole ridurre il numero dei parlamentari, vuole ridurre i costi, vuole abolire il CNEL, vuole cambiare il rapporto Stato-Regioni. E se nei prossimi tredici giorni parliamo di questo, anziché di tutti i diversivi che si stanno inventando, è fatta. Devo dire che per me viaggiare, da Brescia a Foggia, da Bergamo a Ercolano, in Sicilia come in Campania o

Se la riforma costituzionale fosse il tuo appartamento

Immagine

1000 giorni di governo

Immagine
1000 giorni in numeri - Partito democratico Nella storia della Repubblica “ci sono stati 63 governi in 70 anni: solo i governi Berlusconi e Craxi sono durati più del nostro, che è il quarto per longevità” . Lo dice il premier Matteo Renzi nella conferenza stampa per i 1000 giorni di governo. “Questo governo è nato per fare le riforme costituzionali, le abbiamo fatte e deciderà il cittadino se vanno bene o no. Nostro compito era anche portare a casa la ripartenza che va ancora piano ma e’ molto più forte di prima”. Questo è il governo che ha messo al primo posto della sua agenda la crescita e il lavoro e i numeri parlano chiaro. “La crescita non è soddisfacente ma decisamente migliora: dal febbraio 2014 a oggi il Pil è cresciuto dell’1,6%” ed è tornato il segno più dopo che il segno era meno con i governi Letta e Monti. Inoltre “è diminuito il rapporto deficit Pil” e migliorano gli altri indicatori economici, dal debito che scende ai consumi che salgono. “Siamo soddisfatti? No,

La Enews di Matteo Renzi

Immagine
Mancano venti giorni al voto del 4 dicembre sul referendum costituzionale. Venti giorni che valgono venti anni. I venti anni di tentativi falliti del passato. I venti anni di speranza che possono aprirsi se l'Italia sceglierà il futuro e non la paura. Non vi parlo per una volta di tutte le iniziative della settimana. Chi vuole può seguirle qui: www.facebook.com/matteorenziufficiale e sui canali del Governo. Oggi mi limito a fare un augurio, un augurio a tutti voi e soprattutto a quelli che da tanto tempo condividono con me questa meravigliosa avventura. Siamo al bivio decisivo, ragazzi, lo sappiamo. Molti di voi sono impegnatissimi in queste ore. Vanno casa per casa. Fanno il porta a porta. Organizzano eventi. Altri sono preoccupati. Tesi. I sondaggi dicono che il No sarebbe più forte del Sì, al momento (e che gli indecisi sono più forti del No e del Sì messi insieme, ma questa è un'altra storia). E qualcuno dunque è preoccupato. Qualcuno pensa che ci sarà un effetto Trump s

Nel 2018 sarà tripla sfida. In regione si lavora già...

Immagine
Nel 2018 a Brugherio avremo una tripla sfida infatti, oltre alle elezioni amministrative e a quelle parlamentari, avremo anche quelle che riguardano il governo di Regione Lombardia. Manca ancora un anno e mezzo ma all'interno del PD si sta cominciando a lavorare. Nell'articolo seguente, ecco elencati chi potrebbero essere i candidati per la corsa al Pirellone: http://it.blastingnews.com/politica/2016/11/lombardia-2018-in-casa-pd-si-comincia-a-pensare-al-profilo-giusto-001251677.html

Sveglia, prima che sia troppo tardi

Walter Veltroni, che cura la rubrica domenicale su  l'Unità fa il punto sulle ultime vicende Il titolo dell’ultimo editoriale, quello di domenica scorsa, era  Il mondo sospeso .  Scrivevo, al termine della più brutta campagna elettorale della storia americana, che  non mi fidavo dei sondaggi,  che l’America non è quella delle aree metropolitane, che il mondo era a un passo dalla svolta che avevamo paventato, su queste colonne, da luglio dell’anno scorso. Non sono un indovino, non faccio il bastian contrario di giornali, di pagatissimi uomini dei polls, dei bookmakers. No, semplicemente osservo, come la mia posizione di oggi, lontana, per scelta, dalla ruvidità del centro del ciclone, mi consente di fare. E, chi legge queste colonne lo sa,  insisto da tempo sulla dimensione, per me sconvolgente, della crisi della democrazia in Occidente.  Lo dissi al Lingotto, quando tutto sembrava correre veloce verso il sole. Non sono pessimista, a chi vuole cambiare il mondo non è consentito