Il punto sulla Siria


Qui avevamo scritto l'ultimo post sulla situazione in Siria. L'avevamo fatto in occasione del rapporto firmato dall'organizzazione Human Rights Watch  che spiegava come dalla fine del luglio 2012 le forze aeree siriane del presidente Bashar al-Assad abbiano ripetutamente e indiscriminatamente lanciato attacchi aerei contro i civili. 

Oggi torniamo a parlarne perché in questi giorni si sono intensificati i raid di Israele contro il regime di Damasco.  Il fuoco è stato aperto contro rifornimenti di armi iraniane destinato agli Hezbollah libanesi.

Un alto responsabile israeliano ha confermato  «Il blitz vicino all’aeroporto di Damasco aveva come obiettivo missili iraniani per gli Hezbollah».

Quindi per Bashar al-Assad si apre un nuovo fronte oltre a quello interno con i ribelli.

La situaizone come ci racconta il Corriere della Sera potrebbe essere ad una svolta.

Per il regime di Assad, impegnato a fronteggiare la ribellione, è stato senza dubbio un colpo micidiale. Anche perché gli israeliani erano già entrati in azione venerdì quando avevano distrutto un carico di missili Fateh 110 forniti dall’Iran e custoditi all’aeroporto di Damasco. 

Operazione commentata in modo indiretto dal presidente americano Obama che, dal Costa Rica dove era in visita ufficiale, ha sostenuto che Gerusalemme ha diritto a bloccare l’invio di armi in favore dell’Hezbollah. Infatti, secondo alcuni osservatori i Fateh erano in attesa di essere trasferiti ai miliziani del partito di Dio in Libano. Ora ci si chiede cosa farà il dittatore siriano. 

Dopo il doppio schiaffo Assad potrebbe rispondere, pur sapendo che le sue forze hanno margini di manovra ridotti e la priorità resta la lotta contro la resistenza. Proprio in queste settimane i governativi, aiutati da miliziani sciiti libanesi, iraniani e iracheni, hanno registrato qualche successo nella regione di Homs, una spinta che vogliono ripetere anche in altre parti del paese.

Un’offensiva accompagnata da massacri ai danni dei civili sunniti. L’ultimo è avvenuto nella cittadina costiera di Banyas, con dozzine di persone assassinate in modo brutale. Tra loro molti bambini. Una strage che ha spinto migliaia di abitanti che vivevano nelle zone circostanti a scappare.

Il Post  inoltra ci racconta che negli ultimi giorni l’opposizione siriana ha denunciato una serie di massacri ed esecuzioni di intere famiglia di religione sunnita avvenuti nella città di Banias, nel centro del territorio a maggioranza alawita – la minoranza religiosa che appoggia il regime di Assad. Secondo le prime testimonianze, che non possono essere indipendentemente verificate a causa della difficoltà per i giornalisti di muoversi in Siria, circa 60 persone sarebbero state uccise.

Continua a leggere sul sito de Il Post .

DoppiaM

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