Giorni decisivi per il Mediterraneo


Continuano i nostri approfondimenti sulla crisi in Siria. Quest'oggi vogliamo analizzarla  con gli occhi dell'Europa; un Europa sempre più debole.

Mentre Obama in conferenza stampa spiega la posizione americana sulla crisi siriana, e annuncia di essere pronto all'attacco dopo il vaglio del Congresso,  la situazione nell'area mediterranea si fa sempre più critica. 

Il responsabile Forum Affari internazionali del PD, Giacomo Filibeck, chiarisce in apertura la posizione del partito, già espressa da Letta: contrarietà a un intervento che potrebbe essere più dannoso che utile e che soprattutto rischia di non arrivare alla soluzione politica, mediata, negoziale che da due anni i democratici auspicano.

Sollecitato sul ruolo dell’Europa in questo scenario, il Vicepresidente del Parlamento Europeo Gianni Pittella coglie subito i punti di debolezza di un’Europa che definisce un “nano politico, che neanche attraverso la figura dell’alto rappresentante per la politica comune europea riesce a esprimere una politica comune.

La priorità – evidente più che mai in situazioni come quella siriana - è dunque rafforzare decisamente il ruolo europeo, e recuperare il tempo perso pensando alle elezioni del prossimo anno per il rinnovo del Parlamento europeo. “I nostri elettori votino la lista del PD sapendo che è collegata al nome del prossimo presidente della Commissione europea, e poi aprire una vera Costituente europea che esprima un vero Ministro degli esteri europeo e un Ministro del tesoro che possa emettere eurobond, una Camera legislativa e una Banca Centrale prestatrice di ultima istanza come accade in Usa”. Per Pittella la crisi della moneta unica è determinata dall’assenza di governance, e ugualmente è necessario “smitizzare il patto di stabilità europea, che è una fregatura, patto e parametri inadeguati che vanno riformati, altrimenti dovremo rinunciare a qualsiasi possibilità di sviluppo, per noi e per i nostri figli”.

Sulla fallibilità dell’Europa concorda Nicola Latorre, che sposta le sue riflessioni sul tema della sicurezza, per il nostro Paese, ma anche per le nostre missioni all’estero, e ricorda che a breve si svolgerà il dibattito parlamentare sul rifinanziamento delle missioni militari, da ripensare all’interno di un ambiente europeo. Impensabile per il Presidente della Commissione Difesa del Senato, un intervento senza la legittimazione delle Nazioni Unite, ma atroci le azioni del regime di Assad, “alle quali la comunità internazionale non può assistere passivamente – l’intera comunità internazionale, non il solo mondo occidentale. L’azione politica è necessaria, come importante potrebbe essere il ruolo europeo utilizzando la posizione, le relazioni per aprire un canale con la Russia”. Un’iniziativa prevalentemente diplomatica ma che sappia mettere alle strette il regime , questa la strada che indica il senatore democratico, consapevole che le scelte che si faranno in questi giorni condizioneranno gli scenari internazionali che vanno delineandosi in un’area in cui lo scontro non è più fra civiltà, ma all’interno della stessa civiltà.

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DoppiaM

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