Presenze in aula e costi della politica. Ecco i confronti che lasciano di stucco
Monta la polemica sugli stipendi parlamentari, in particolare dopo la presentazione da parte del M5S di un ordine del giorno per l’introduzione di un tetto all’ indennità dei membri della Camera. Ad oggi senatori e deputati ricevono una indennità mensile pari a oltre 10mila euro lordi (che diventano circa 5mila netti al mese), a cui si sommano un “rimborso per le spese accessorie di viaggio” pari a circa 1.650 euro, due quote da 2.090 euro per le spese di segreteria chiamate “spese per l’esercizio del mandato”. Quando un onorevole non è presente almeno al 30 per cento delle votazioni viene sanzionato e gli viene decurtata la diaria di 250 euro al giorno, ma l’indennità di 10mila euro non viene toccata. Diverso discorso per questori, presidente, vice presidenti, segretari di aula, capigruppo, presidenti di commissione, deputati in missione che vengono considerati sempre assenti giustificati e quindi non multabili. I cinquestelle propongono il taglio del 50 per cento della pa