La calda estate della Lega Nord
l'Italia, l'han capito tutti, che va giù».
Così il Ministro (?) Umberto Bossi durante un comizio a Schio, nel vicentino.
In questa frase del leader del Carroccio sono riassunti i vent'anni anni di Lega Nord, di un federalismo sempre urlato ma mai veramente attuato.
Se anche il governatore della Regione Lombardia Roberto Formigoni non crede più al Carroccio, proclamando che «Il federalismo fiscale non esiste più», si può dire che la Lega Nord ha fallito la propria missione.
Umberto Bossi ha vissuto un'estate, diciamo, intensa.
Nel comizio di Ferragosto a Ponte di Legno addirittura il leader della Lega Nord è arrivato ad apostrofare il collega - assente - Brunetta esclamando a proposito dell'impegno della Lega per evitare un ritocco delle pensioni nella manovra anticrisi appena approvata dal governo: "Non romperci i coglioni, nano di Venezia."
Alle intemperanze di Bossi fa da controaltare il mal di pancia della base leghista e delle amministrazioni governate dal partito di via Bellerio.
Vi ricordate la vittoria di Varese, ultimo baluardo padano, la scorsa primavera? Bene, ora è proprio il sindaco di Varese, città simbolo del leghismo, a lanciare la protesta, a nome dell'Anci e dei sindaci del Nord contro la manovra finanziaria che taglia ingenti risorse alle amministrazioni locali.
E pensare che poco tempo prima, Bossi aveva tuonato: "quelli come Fontana (sindaco di Varese ndr) e come il sindaco di Verona sono «terroni» perché «pensano che lo Stato mi deve dare".
E' stato un mese intenso anche per Roberto Calderoli.
Per alzare un po' di fumo e parlare alla pancia del partito, il Ministro della Semplificazione se l'è presa con i calciatori, bersaglio facile per tutte le stagioni. Il ministro ha polemizzato con gli atleti: "Se dovessero continuare a minacciare scioperi o ritorsioni, proporrò che come ai politici anche ai calciatori venga raddoppiata l'aliquota del contributo di solidarietà". Poi, però, il contributo di solidarietà è sparito dalla manovra economica...
Che dire, poi, della farsa dei Ministeri a Monza?
Ieri tutti i giornali hanno dato grande rilievo alla notizia della delegazione dei commercianti di Padova che hanno trovato chiuso. Chiuso, perchè nonostante fosse stato annunciato che le sedi sarebbero state operative dall'1 settembre, ieri non c'era traccia di nessuno, a Monza.
Come scrive oggi Massimo Gramellini nel suo Buongiorno su La Stampa, "vi chiederete: ma con tutte le rogne che ci stanno cascando addosso, perché occuparsi di queste pagliacciate? Perché molte di quelle rogne derivano proprio dalla mancanza di credibilità di chi avrebbe dovuto affrontarle e invece si è occupato di queste pagliacciate".
Finita l'estate, il Sole delle Alpi sta tramontando.
DoppiaM