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Prodi: “Avanti su una difesa comune europea”

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Romano Prodi è da sempre un europeista convinto. Non può essere altrimenti per chi come lui le istituzioni europee le ha governate. Dall’alto della sua esperienza   il professore richiama l’Europa e afferma che “con la nostra disunione abbiamo appaltato ad altri la nostra sicurezza”.   Il riferimento è all’attacco statunitense nei confronti della Siria del quale “è stata preavvertita la Russia, che a loro volta avranno avvertito i siriani e non c’è stato alcun preavvertimento a un leader europeo, nessun richiamo all’Onu. Questo non mi trova tranquillo.   Noi dobbiamo capire che siamo ancora più fuori dai giochi che riguardano casa nostra” . Sull’attacco in Siria durante l’incontro con il presidente cinese Xi Jinping, Prodi sottolinea: “E’ difficile pensare che non sia stata una coincidenza decidere questa reazione durante il colloquio con il presidente cinese. La Cina è il protettore della Corea e sappiamo che la Corea vive solo se la fa vivere la Cina. C’è questa pressione sul

Congresso Pd: la sfida è tornare a confrontarsi

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Dobbiamo fare politica con il sorriso, ma non dobbiamo mai dimenticare che stiamo facendo una cosa terribilmente seria, ci dice Pasquale Stellato su Unità.tv. Chi ben comincia è a metà dell’opera. Erano principalmente due i rischi da scongiurare in questo congresso: il primo, quello della conta fine a se stessa, del mero posizionamento di chi controlla pacchetti di tessere, di chi costruisce rappresentanza non su come affrontare nel merito i problemi, ma sulla fedeltà al capocorrente di turno. Il secondo, quello di evitare la partita dei fan, della visione manichea dei buoni contro cattivi, di chi ha la verità in tasca, insomma dei tifosi dell’aitante Renzi o del bel Ministro Orlando (il virile lo ha definito qualche brillante pagina Facebook). La sfida è tornare a confrontarsi, anche a differenziarsi, su come interpretare riformismo e cambiamento nel nostro Paese, sulle contraddizioni dell’era della globalizzazione, nell’epoca delle diseguaglianze profonde e di un’ Europa sem

L’Internazionale progressista

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L’incontro tra il francese Macron e il sindaco di Londra Khan nei giorni in cui parte la Brexit Francesco Nicodemo per l'Unità.tv . La settimana appena trascorsa è stata caratterizzata dall’avvio formale della brexit, l’iter che inevitabilmente porterà il Regno Unito fuori dall’Unione europea dopo 44 anni. Un governo conservatore ne guidò l’adesione, quello di Edward Heath ed un altro governo conservatore sarà ricordato per l’uscita, quello di Theresa May. La foto dello scorso 28 marzo che ritrae quest’ultima mentre firma la lettera che fa scattare l’applicazione dell’articolo 50 del Trattato di Lisbona, è allo stesso tempo un epilogo e un prologo. È l’epilogo di una vicenda iniziata dopo quel 51,9% a 48,1% del referendum del giugno 2016. È il prologo di circa due anni di trattative che di fatto caratterizzeranno uno scenario inedito. Il comunicato ufficiale del Consiglio europeo afferma che durante i negoziati l’Unione agirà come un soggetto unico per preservare i propri interes

Basta litigare sui decimali, occupiamoci del popolo delle primarie

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Ai tempi della segreteria di Walter Veltroni ripartimmo dalle tessere, in gran parte “passive” di Ds e Margherita, invece di organizzare questa imponente massa di elettori che si era messa in fila per far nascere il Pd. Questo l’errore più grave che mi rimprovero. Giorgio Tonini per l'Unità.tv Il tema della partecipazione dei cittadini alla vita pubblica per il tramite dei partiti politici è di tale rilievo civile, democratico e perfino costituzionale, che sarebbe bene venisse sottratto alla piccola propaganda correntizia e alla modesta polemica quotidiana. Tutti i candidati in lizza al Congresso in corso dovrebbero avvertire la nostra democrazia interna come un patrimonio comune dal valore inestimabile, tanto più se confrontato con i modelli gravemente autoritari che prevalgono nelle altre forze politiche italiane, a cominciare da Forza Italia e Cinque Stelle. Del resto, una delle ragioni fondative del Partito democratico è stata proprio la ricerca di un modello di partito nu

Renzi oltre le attese, flop Emiliano, Orlando così così. Una prima analisi

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Non si è valutato abbastanza che in questi anni la base del Pd è cambiata molto. Cosi  Mario Lavia  sull' Unità. Giunti  in vista del traguardo finale  del congresso nei circoli Pd si possono avanzare le prime riflessioni su un risultato che, punto più punto meno, ormai sembra abbastanza consolidato. E che vede  la vittoria di Matteo Renzi con una percentuale che – secondo i dati della Commissione nazionale – è al 69%, davanti a Andrea Orlando col 27% (ma gli “orlandiani” contestano e parlano di oltre il 30%) e Michele Emiliano con il 4%. I numeri potranno cambiare (è probabile che Emiliano superi quel 5% indispensabile per correre alle primarie) ma – dicevamo – le grandezze sono più o meno queste. Da tenere presente che  l’affluenza finora è del 60%, più alta dell’ultimo Congresso del 2013  (Renzi-Cuperlo-Civati-Pittella) di 7 punti. Se l’affluenza restasse così ci sarebbe un primo elemento di riflessione. E cioè che pur con mille problemi  il Pd resta l’unico partit

L’Euro è parte della nostra identità Europea

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L’integrazione dovrà necessariamente ripercorrere le radici dell’Europa, mettendo al centro dell’agenda politica un’Europa sociale che sia vicina ai cittadini, ci racconta Adriano Iaria sul sito Unità.tv. Le celebrazioni per i sessanta anni dei trattati di Roma impongono una riflessione sull’Europa che verrà, ma soprattutto sull’Europa che avremo intenzione di immaginare nei prossimi anni. E allora basterebbe aprire il portafoglio e guardare le banconote per poter affermare che l’Europa che immaginiamo continuerà ad essere dotata di una moneta unica e che sia aperta al mondo. Quando si cominciò a discutere su come rappresentare una moneta europea, si preferì non raffigurare nessun individuo per evitare che una moneta comune potesse rappresentare una nazione più dell’altra. Per questo nel dicembre del 1996, quando vennero scelte le immagini delle attuali banconote, la scelta cadde sulla rappresentazione astratta di ponti, porte e finestre che ripercorressero da una parte, l’archite

Siamo un partito di sinistra, senza se e senza ma

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Venerdì spazio alle riflessioni. Dalla community de L'unità Paolo Bonari ci dice che Il Pd è costantemente sotto ricatto da parte dei conservatori di destra e di sinistra Chi ha alle spalle una lunga storia di militanza e sa che le nostre radici sono saldamente piantate (anche) nell’esperienza del Partito Comunista Italiano dovrebbe rallegrarsi del rilievo che stanno recentemente acquisendo pensatori del calibro di Giuseppe Vacca e Biagio De Giovanni, che possono aiutarci a fare chiarezza sulla nostra traiettoria politica: abbiamo avuto modo di ascoltarli già al Lingotto, dove i loro interventi sono stati tra i più applauditi. La volontà di Matteo Renzi di riprendere i fili di un discorso affettivo che per tanti nostri compagni non si è mai interrotto è evidente e lodevole: l’unica critica che può essergli mossa è che, forse, bisognava cominciare prima, senza lasciare che i più “tradizionalisti” di noi si smarrissero e non avvertissero con sufficiente forza l’eredità di

2007-2017, le differenze tra il Lingotto veltroniano e quello renziano

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Il partito aperto ai giovani che indicava Veltroni non è ancora il partito dei giovani, così Renzi ammette di essere stato messo in difficoltà dalla serie di proposte di Federico, classe 2000. Ciro Alessio Pecoraro per la Community de L'Unità . Era il 2007, un giovane senatore afroamericano dell’Illinois annunciava la sua candidatura alle primarie del Partito Democratico per le elezioni Presidenziali, Simone Cristicchi vinceva a Sanremo, il Milan si aggiudicava la sua settima Champions League. Il 27 giugno, il sindaco di Roma Walter Veltroni dal Lingotto di Torino lancia la sua candidatura a segretario del neonato Partito Democratico con un discorso che si apre con un impegno chiaro “Fare un’Italia nuova”. Nelle quasi due ore di intervento Veltroni snocciola il suo manifesto programmatico: “Unire ciò che oggi viene contrapposto, nord e sud, giovani e anziani, operai e lavoratori autonomi. Ridare speranza ai ragazzi quelli convinti che il futuro faccia paura” e una sfida chiara

A cena col “paese reale”: appunti per disinnescare il partito della chiusura

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Sono convinto che al vecchio asse destra-sinistra se ne sia ormai aggiunto un altro altrettanto nitido che contrappone chiusura ad apertura. Giulio Saturnini per la Community de l'Unità.it Ci sono luoghi che hanno il potere evocare visioni e di rivelare angoli di realtà che prima erano sottratti alla visuale. A me è avvenuto in una pizzeria – pardon: ristopizzagrill – di Torino, lo scorso sabato sera. Un posto farcito di maxischermi con la partita e di gonfiabili dove far sudare i bambini, di camerieri coi capelli alla El Shaarawy e di pizze patatine-fritte-e-maionese. Un rifugio a buon mercato per far sfogare i marmocchi e mangiare un boccone coi vecchi amici del liceo e le rispettive famiglie. E chi se ne frega se il cibo fa schifo e il vino della casa sembra Red Bull sgasata, qui non è Masterchef: arrivare a fine mese è sempre dura e non basta imbroccare quel gratta e vinci ogni tanto per permettersi grandi lussi. Dopo un’infruttuosa ricerca di un ristorante in grado di osp

Vorrei un Pd più digitale

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Nessuno dei candidati alla segreteria ha ancora parlato dell’organizzazione della comunicazione digitale. Un invito dalla community de L'Unità Online. Passano i giorni, passano i mesi, non sappiamo ancora quando si voterà. Forse prima dell’estate, o forse nel 2018, ma uno dei problemi che ci ha accompagnato, non per ultimo durante il Referendum, sembra come dimenticato, svanito nel nulla, il digitale. Il Partito democratico sta vivendo un periodo di assestamento dopo la “scossa” della fuoriuscita e le divisioni ideologiche e personali che lo hanno accompagnato durante tutta l’esperienza governativa di Renzi. Ci si avvia verso un Congresso che dovrebbe (almeno quello è lo scopo) eleggere una nuova classe dirigente del partito, una nuova segreteria, un nuovo segretario. Ed è proprio ai candidati segretari e soprattutto a quello che sosterrò al congresso, Matteo Renzi, che faccio un appello. Caro Matteo, tutti, come giusto che sia, illustrerete un programma su cui sperate di e

L’uomo da battere, l’estremista, il moderato: via alla gara fra Renzi, Emiliano e Orlando

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L'Unità ci racconta le caratteristiche e possibilità dei tre candidati alla segretaria dem Dopo   Matteo Renzi   e   Michele Emiliano , scende in campo   Andrea Orlando : saranno i tre candidati alla leadership del Pd (improbabile che altri si aggiungano), i tre che si sottoporranno al voto prima degli iscritti e poi degli elettori alle primarie. Tre profili diversi, molto diversi. Per questo  sarà una bella battaglia . Un bel Congresso. Con Primarie combattute. Da osservatori, sondaggi e addetti ai lavori, Renzi vincerà. E’ l’ex premier, il segretario fino a domenica scorsa, l’uomo che divide il Paese in sostenitori e odiatori ma che comunque è il punto di riferimento della politica italiana. Anche dopo  la rovinosa sconfitta del 4 dicembre , che lo ha piegato ma non travolto. E’ evidente che la “proporzionalizzazione” della vita politica – intesa anche dal punto di vista interno del Pd – è per lui una cornice “psicologica” meno adatta: vengono avanti particolarismi,

Il linguaggio dell’odio e la comunità globale

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Non si possono sottovalutare le sfide che abbiamo davanti. Costruiamo dei ponti dunque ma cerchiamo di predisporci anche ad attraversarli. Ce lo racconta Francesco Nicodemo sulle pagine de L'Unità.it Giovedì scorso Mark Zuckerberg ha scritto una lettera che ruota intorno al concetto di comunità. Viene infatti detto che il prossimo ambizioso progetto della sua piattaforma sarà «sviluppare infrastrutture sociali che diano alle persone il potere di costruire una comunità globale che funzioni per tutti noi». La globalizzazione ha lasciato indietro alcuni e l’opinione pubblica è divisa tra chi vuole connessioni sempre più forti e chi, al contrario vorrebbe un cambio di rotta. La posizione di Zuckerberg è favorevole all’apertura perché ritenuta in grado di diffondere la conoscenza, la libertà, incoraggiare il progresso e la ricerca scientifica, contrastare la povertà e favorire i processi di pace. Tutto ciò non può essere fatto ragionando in termini di città o nazioni ma costruendo a

La magnifica differenza

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Come ogni settimana, l'edizione domenicale de L'Unità , riporta in prima pagina l'editoriale di Walter Veltroni.  Secondo Veltroni la sinistra non deve essere quella del Novecento, perché il mondo è un altro mondo. *** Cos’altro deve fare Donald Trump per far capire alla sinistra che è cominciato un nuovo tempo della storia? Cos’altro deve accadere perché la sinistra si accorga che il mondo occidentale sta slittando a destra? Lo dico così, in forma rozza e semplificata, perché mi rendo conto che forse non è più tempo di analisi strutturate, di riflessioni compiute. Il che mi angoscia e mi deprime. Perché la politica è, in primo luogo, la bellezza della comprensione intellettuale del proprio tempo. È lo sforzo, la fatica di leggere i mutamenti sociali e culturali e, così, di ridefinire le proprie scelte programmatiche e politiche alla luce delle trasformazioni in atto. E la bellezza della politica è fare tutto questo insieme, in una comunità di persone consape

L'Unità: quale futuro?

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Mancano pochi giorni e si conoscerà il destino de l'Unità . Il destino del quotidiano si giocherà nei prossimi quindici giorni in cui sarà decisa la ricapitalizzazione o la chiusura. Quest'oggi vi proponiamo l'appello del Direttore Sergio Staino al Segretario Matteo Renzi.  ---- Caro Matteo, ti dico subito che mi ha colpito favorevolmente l’intervista che hai rilasciato domenica scorsa a La Repubblica. Mi è sembrata un’intervista piena di ammissioni sincere e molte autocritiche, sempre benefiche quando si fa politica. In più, quel continuo riferimento ad un ritorno sul lavoro di partito, fatto con enfasi accorata, è cosa assai bella, condivisibile e soprattutto essenziale per risolvere la crisi politica che stiamo attraversando come Pd. Certo, questo tipo di appello non è cosa nuova per me: sono le stesse dichiarazioni di intenti fatte più di un anno fa quando discutevamo della rinascita de l’Unità e sono le stesse dichiarazioni che hai fatto al momento

“Nei campi pugliesi vidi un mondo che non avevo visto neppure in Camerun”

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Quest'oggi vi proponiamo un approfondimento sulla situazione del caporalato e le rivolte che segnarono il primo passo verso la nuova legge “I caporali, ex braccianti agricoli che hanno fatto carriera,venivano a prelevarci alle tre e un quarto di ogni giorno, ci scaricavano nei campi e ci riprendevano alle diciotto. Si muovevano a bordo di furgoni con nove posti a sedere, ma noi eravamo venticinque. Ci pagavano a cottimo: 3 euro e cinquanta per riempire un cassone da 3 quintali. Venivamo pagati in base al numero di cassoni riempiti durante la giornata. La paga media era di circa 25 euro al giorno. Da questi, però, dovevi togliere 5 euro per il trasporto dal campo in cui dormivamo a quello in cui lavoravamo, 3,50 per un panino e 1,50 per una bottiglia d’acqua. Dovevamo essere veloci, ma molti di noi non ci riuscivano. Si lavorava con 40 gradi”. E’ così che Yvan Sagnet, nato 31 anni fa a Duala(Camerun), una laurea in Ingegneria delle Telecomunicazioni conseguita nel 2013 al Poli

Di cosa avrebbero bisogno i circoli Pd

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L'ultimo post di quest'anno (prima dei consueti auguri) rappresenta i compiti per le vacanze, perchè per diffondere le nostre idee non bastano semplici slogan, ma serve una comunità che sia messa in condizione di lavorare al meglio Nella sua relazione all’Assemblea nazionale Matteo Renzi ha giustamente chiesto che i circoli del Pd “tornino a discutere e ad approfondire”. Da giovane segretario di un circolo di Prato, scrive  Matteo Vannacci  su l'Unità , vorrei approfittare di questo spazio per riportare la nostra esperienza. Dal 2014 abbiamo organizzato decine di eventi e occasioni di ascolto e coinvolgimento, in campagna elettorale come in periodi di relativa calma, trattando di tutto: dalla politica cittadina a quella internazionale, dall’economia alle riforme, passando attraverso i temi del quartiere. Abbiamo una newsletter con cui comunichiamo costantemente con i nostri contatti; una pagina Facebook con un migliaio di like, volantiniamo e incassettiamo per ogni

Aleppo non è Srebrenica

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Aleppo è il simbolo di un’epoca di riconfigurazione degli equilibri globali ci dice Lia Quartapelle.  Le immagini e le notizie che ci arrivano dalla città ormai espugnata sono disperanti e vividissime. L ’unica certezza è che non sarà possibile dimenticare Aleppo e che ci vergogneremo di quanto non stiamo facendo. Aleppo non è Srebrenica, e non è neanche il Rwanda del 1994. Le immagini e le notizie che ci arrivano dalla città ormai espugnata sono disperanti e vividissime. L’unica certezza è che non sarà possibile dimenticare Aleppo e che ci vergogneremo di quanto non stiamo facendo, proprio come accadde tra l’aprile e il luglio del 1994 di fronte al genocidio rwandese o al massacro di tutti i maschi musulmani della città bosniaca, sotto gli occhi delle truppe olandesi delle Nazioni Unite, avvenuto l’11 luglio 1995. Tuttavia, Aleppo non è Srebrenica. E non è Kigali. È cambiata, infatti, la natura della guerra, e i conflitti di questa nostra era di disordine globale rendono anco

Una guida semplice al referendum del 4 dicembre. Ecco su cosa si vota

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L’appuntamento si avvicina ma non tutti hanno le idee chiare, cerchiamo di toglierci qualche dubbio (senza fare propaganda) Il 4 dicembre prossimo si voterà per il referendum costituzionale. L’appuntamento si avvicina ma non tutti hanno le idee chiare, cerchiamo di toglierci qualche dubbio (senza fare propaganda). Si voterà domenica 4 dicembre dalle ore 7 alle 23 in tutta Italia. Per il referendum costituzionale non è previsto il raggiungimento del quorum, la votazione sarà valida a prescindere da quanti andranno a votare. Che cosa troverete sulla scheda elettorale? Il quesito recita: “A pprovate il testo della legge costituzionale concernente disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della costituzione ?”. Vediamo punto per punto che cosa significa e cosa comporterà. Ch