Vorrei un Pd più digitale



Nessuno dei candidati alla segreteria ha ancora parlato dell’organizzazione della comunicazione digitale. Un invito dalla community de L'Unità Online.

Passano i giorni, passano i mesi, non sappiamo ancora quando si voterà. Forse prima dell’estate, o forse nel 2018, ma uno dei problemi che ci ha accompagnato, non per ultimo durante il Referendum, sembra come dimenticato, svanito nel nulla, il digitale.

Il Partito democratico sta vivendo un periodo di assestamento dopo la “scossa” della fuoriuscita e le divisioni ideologiche e personali che lo hanno accompagnato durante tutta l’esperienza governativa di Renzi. Ci si avvia verso un Congresso che dovrebbe (almeno quello è lo scopo) eleggere una nuova classe dirigente del partito, una nuova segreteria, un nuovo segretario. Ed è proprio ai candidati segretari e soprattutto a quello che sosterrò al congresso, Matteo Renzi, che faccio un appello.

Caro Matteo, tutti, come giusto che sia, illustrerete un programma su cui sperate di essere votati.C’è chi parla,come Orlando, di riavvicinare il partito alla sinistra, c’e’ chi, come Emiliano, vorrebbe reintrodurre l’articolo 18, ma nessuno finora ha toccato un punto a me (anzi a noi,giovani e militanti) centrale. L’organizzazione della comunicazione digitale.

Parliamoci chiaro, anche e soprattutto le prossime elezioni, più che con i convegni (importanti ma dove nella norma assistono persone già schierate) si vinceranno sui social. E’ successo con Trump, è successo con la scalata del M5s ed anche in piccolo,con la crescita Salviniana. Insomma i social saranno “l’ago della bilancia” delle future elezioni, influenzeranno quell’opinione pubblica, (composta da molti indecisi) a tal punto, che matureranno, grazie ai social, la loro intenzione di voto per l’una o l’altra formazione. Ma allora nel Partito democratico, che ormai si sta riducendo ad un insultificio tra membri che si accusano a vicenda, più per visibilità personale che per altro, cosa si sta facendo? Quali sono i programmi per contrastare le fake news (vere e proprie bufale che però con il termine inglese fa piu fighetti)? Come si intende rispondere e strutturare una comunicazione vincente?

Quante volte abbiamo sentito dire, anche da te Matteo, “Le cose le abbiamo fatte ma non le abbiamo sapute dire”?. Ecco il punto è questo. Se non si è strutturati per parlare un linguaggio digitale e ci si ostina a parlare un “linguaggio politico” o peggio ancora a tacere del tutto, come si può pensare di arrivare alla gente? Di essere comprensibili? Di poter contrastare sul proprio terreno (quello digitale) una macchina propagandistica micidiale di alcune formazioni populiste? I giovani non ci seguono più, qualcuno si è chiesto effettivamente il perché? E se fosse per il semplice fatto che non parliamo lo stesso “linguaggio”?

Se tutto questo è importante(e solo chi non vuole adeguarsi al futuro non ammette,pur comprendendolo, l’importanza del linguaggio digitale)credo sia opportuno che i contendenti alla segreteria del Pd ci indichino come vogliono sopperire a tale carenza.

Il partito democratico lo immagino digitalizzato. Si vorrei il Partito democratico Digitale.

Una mia idea me la sono fatta,creare una Segreteria nazionale digitale(parallela alla segreteria politica tradizionale)una vera e propria Regia,il fulcro dell’informazione che viaggia via web.Strutturare (a scendere)in maniera capillare,segreterie digitali regionali (una per regione) composta su base volontaria da giovani e militanti (ognuno nel proprio ritaglio di tempo può vivere la segreteria digitale, munirsi di pc e lavorare sul web per il partito). La segreteria digitale nazionale riceve le proposte fatte dal partito (anche le più piccole)e le inoltra a tutti gli attivisti delle segreterie regionali che le propagano a macchia d’olio.

Allora si che una buona idea o una buona legge diventerebbe virale e raggiungerebbe masse di popolazione altrimenti trascurate. Allo stesso modo nel contrasto alle fake news, si analizzano e si propaga l’antitodo. Inoltre avrebbero una funzione sociale,di partecipazione e di ri-avvicinamnto dei militanti, (di vitale importanza) perse clamorosamente negli ultimi anni. Creare un Pd digitale non significa seguire i grillini sul loro campo di gioco,significa entrare in un “mondo” che oggi non ci conosce a cui è stata lasciata, colpevolmente, l’esclusiva alla pochezza politica della Casaleggio Associati.

Mi auguro e spero che presto (magari se ne potrebbe discutere già al Lingotto di Torino) venga inserito nel programma la “comunicazione digitale strutturata”,(anche perché non basta pubblicare un post sui social per essere competitivi)altrimenti ci rassegneremo a far vincere coloro che fanno delle fake news il loro programma elettorale o peggio, coloro che speculano su video razzisti come quello dei rom rinchiusi in gabbia. Guardare al futuro è anche questo, saper comunicare gli sforzi e le idee che si hanno.

Passano i giorni,passano i mesi…..

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