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Democratica!

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È uscito venerdì scorso il primo numero di “Democratica”, un nuovo quotidiano digitale e gratuito del PD: sarà online ogni giorno dalle 13.30. È uscito oggi il primo numero di Democratica, un nuovo quotidiano digitale e gratuito del PD: sarà online ogni giorno dalle 13.30 circa. Democratica si può e si potrà scaricare gratuitamente sull’app Bob, sul sito del PD e su quello dell’Unità: è diretto da Andrea Romano, deputato del PD ed ex condirettore dell’Unità.

Il nostro orgoglio contro il loro pregiudizio. A proposito di certe polemiche

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Matteo Richetti per l'Unità.tv Se potessi raggiungere uno ad uno, ogni singolo militante, iscritto o elettore del Pd, la parola che utilizzerei maggiormente è:   “orgoglio “. La userei per rispondere ad un quesito che mi viene posto ormai quotidianamente nei messaggi di tanti nostri attivisti. “Che sta succedendo? Dove stiamo andando? Che progetto abbiamo? Perché impegnarci ancora? Dove ci portano queste divisioni?”.  Sono le inquietudini più ricorrenti. Ad ognuno di questi io vorrei rispondere che se facciamo lo sforzo di guardare alla realtà,  senza i filtri degli abbondanti retroscenismi quotidiani , è possibile vedere nitidamente il ruolo del Pd e il senso del loro impegno e del loro sostegno. I provvedimenti dei governi Renzi e Gentiloni, stanno rilasciando i loro effetti e la responsabilità che il Pd si è assunto di assicurare governo e riforme al Paese inizia a farsi sentire. Le  stime di crescita  sono costantemente aggiornate al rialzo,  la spending review ha

E’ il momento di aprire il partito a forze fresche

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Un centrosinistra che si rispetti dovrebbe parlare di giustizia sociale, di investimenti pubblici nello spirito della Costituzione, ci racconta Franco Iovino. Siamo consapevoli che in questo momento storico vada rispolverato lo spirito ulivista del Lingotto: il grande partito progressista a vocazione maggioritaria, sintesi delle culture riformiste. Quel sogno di centro-sinistra è stato ambizioso. Un esperimento ancora in grado di rispondere alle esigenze che ogni giorno si presentano. Abbiamo assistito ad una scissione e all’allontanamento dal nostro popolo e dal sindacato per buttare il partito tra le braccia degli industriali. Tutto questo è avvenuto in contrasto con lo spirito di sintesi e inclusione del Partito Democratico: si è allontanato il ceto medio dal partito. Scegliendo i palchi ovattati alle tute blu e guardando quest’ultime dall’alto in basso. Un centrosinistra che si rispetti avrebbe parlato di giustizia sociale, di investimenti pubblici nello spirito della Costituzi

Un iftar per ribadire che Molenbeek non è un califfato nel cuore dell’Europa

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Il Pd Bruxelles ha organizzato la cena di rottura del digiuno del Ramadam per lanciare un messaggio di solidarietà alle comunità di un quartiere tra i più discussi in Europa Stasera a Molenbeek il circolo PD Bruxelles promuove una serata simbolica di confronto tra la comunità musulmana e generazioni diverse di italiani in Belgio. Un iftar, la cena di rottura del digiuno che costituisce un momento importante di comunione anche per tanti cittadini italiani che vivono il mese di Ramadan, ci è sembrata l’occasione più adatta per un gesto di vicinanza verso una parte rilevante della nostra comunità nella capitale d’Europa. Sono molti, infatti, i nostri connazionali di origine maghrebina che, dopo anni di lavoro in Italia, vivono e lavorano in Belgio dove costituiscono una parte attiva della presenza italiana. Come per il caso di altri nuovi italiani (ad esempio gli italo-bengalesi nel Regno Unito), anche in Belgio infatti sono sempre più numerose le presenze di cittadini stranieri prece

Il secondo trionfo di Macron è un ciclone che si abbatte sulla politica francese

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Lasciate le elezioni comunali, volgiamo lo sguardo alle elezioni francesi della scorsa domenica. Lo facciamo con Stefano Cagelli sul sito Unità.tv. Se due mesi fa qualcuno avesse scritto che  Emmanuel Macron  sarebbe diventato presidente della Repubblica francese con il supporto di una maggioranza bulgara all’Assemblea nazionale, e che  Theresa May  in Gran Bretagna sarebbe stata in balia di un  hung Parliament  tenuto sotto scacco da dieci deputata dell’Irlanda del Nord (tanto da farla definire dai suoi avversari interni – poco elegantemente – “una morta che cammina”), sarebbe stato preso per matto. E invece, ciò che abbiamo davanti agli occhi, oggi, è proprio questo scenario. Dopo la vittoria al ballottaggio del 7 maggio contro Marine Le Pen, il leader centrista-europeista di  En Marche!  – che oggi si chiama  La République En Marche!  – si ritroverà con una Camera quasi totalmente a suo favore.  Il partito di Macron è il vincitore indiscusso delle legislative francesi, ac

Renzi digitalizza il partito: parte il progetto Bob

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L’annuncio del segretario dem nella sua enews : “Tutte le mattine un punto della giornata con un dirigente del Pd e dal 5 giugno una serie di ‘approfondimenti in Terrazza’ sui principali temi di attualità Sarà disponibile la app del  Partito democratico , “prima tappa del più complesso progetto  Bob” . Ad annunciarlo è lo stesso segretario dem nella sua  enews . La risposta al Rousseau grillino sarà – spiega chi sta lavorando al progetto – una sorta di rivoluzione. Non tanto a livello parlamentare: certo, deputati e senatori saranno chiamati a cimentarsi in meccanismi di condivisione, nel rapporto virtuale con i cittadini. Ma il cambiamento avverrà soprattutto a livello locale: “Il progetto Bob – spiega Renzi – ha bisogno dell’aiuto di tutti a cominciare dall’individuazione di un responsabile digitale per ognuno dei seimila circoli del Pd: con il responsabile dell’organizzazione,  Andrea Rossi , nei prossimi giorni coinvolgeremo i singoli animatori territoriali”. La scomm

Guida alle elezioni amministrative 2017

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L’11 giugno si rinnoveranno le amministrazioni comunali di 1021 comuni. Ecco le sfide dei 25 comuni capoluogo. Leggiamo dal sito de L'Unità. L’11 giugno (ballottaggio il 25 giugno)  in Italia si voterà per rinnovare le amministrazioni comunali di 1021 comuni, dei quali 153  superiori ai 15.000 abitanti e 25 capoluoghi di provincia. Quella dell’11 giugno sarà una tornata elettorale interessante, nel quale si rinnoveranno le amministrazioni di importanti città. Sarà l’ultimo test nazionale prima delle elezioni politiche, anche se è sempre difficile, e spesso fuorviante, avere indicazioni dalle amministrative sulla politica nazionale. Si voterà in 4 comuni capoluogo di regione  (Catanzaro, Genova, L’Aquila e Palermo)  e in 21 comuni capoluogo di provincia  (Alessandria, Asti, Belluno, Como, Cuneo, Frosinone, Gorizia, La Spezia, Lecce, Lodi, Lucca, Monza, Oristano, Padova, Parma, Piacenza, Pistoia, Rieti, Taranto, Trapani e Verona). Sabato 13 maggio sono scaduti i termini

I luoghi delle stragi nazifasciste. Un Atlante per capire e ricordare

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Il 25 aprile è passato ma non è un buon motivo per non continuare a tenerne viva la memoria. E non è modo migliore per ricordarlo che approcciarsi a quegli eventi attraverso gli strumenti della storia. Come fa il libro curato da  Gianluca Fulvetti e Paolo Pezzino “Zone di guerra, geografie di sangue. L’Atlante delle stragi naziste e fasciste in Italia (1943 – 1945)” edito da Il Mulino. Il testo è una narrazione scientifica e rigorosa, divisa per fasi, zone geografiche, temi di riflessione generali, delle varie violenze e stragi, ad opera dei nazifascisti, che  avvennero nel nostro paese. Come scrive Carlo Gentile nel suo saggio dal titolo “I tedeschi a la guerra ai civili in Italia”, che assieme ad altri compone il volume, “in nessun altro paese occidentale si verificarono violenze paragonabili a quelle commesse in Italia dalle truppe di occupazione. Per questo possiamo ben dire che il carattere particolare della guerra condotta dalle forze armate del Terzo Reich in Italia abb

De Bortoli, Boschi e il linciaggio in seguito ad accuse indimostrate

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Per chi crede nello stato di diritto e nei principi custoditi nella nostra Costituzione stringersi attorno a Maria Eena Boschi non è legittimo, è doveroso. Era già barbarico e paurosamente premoderno chiedere le dimissioni di chicchessia semplicemente perché indagato, in barba ai principi di separazione dei poteri e di presunzione di non colpevolezza – in altri termini, in barba alla nostra Costituzione: sono venuti giù sindaci (da ultimo Ignazio Marino), ministri (da ultima Federica Guidi), e perfino governi in seguito a inchieste poi risoltesi in una bolla di sapone o giù di lì. Ora siamo giunti a chiedere le dimissioni di un sottosegretario in seguito all’estratto di un libro – nella fattispecie dell’ormai arcinoto estratto di “Poteri Forti (o quasi)” (La Nave di Teseo), a firma di Ferruccio de Bortoli, nel quale questi scrive che nel 2015 Maria Elena Boschi chiese all’allora amministratore delegato di Unicredit “di valutare una possibile acquisizione di Banca Etruria”. L’acc

Sondaggi, ipotesi sulla crescita Pd e sul calo M5S

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La sintesi di quello che sta avvenendo negli orientamenti elettorali degli italiani l’ha fornita  Ilvo Diamanti  su Repubblica: “Secondo le stime di  Demos  il Pd ha superato di nuovo il M5S. Di poco. Un punto solamente. Sufficiente però a cambiare le gerarchie elettorali”. Diremmo noi che cambia il quadro “psicologico”, liberando il Pd – che si era visto scavalcato da un M5S che pareva inscalfibile – dalla grande paura seguita alla sconfitta referendaria del 4 dicembre. I motivi della ripresa del Pd sono a nostro avviso quattro. 1. Il “combinato disposto” ritorno di Renzi-scissione dell’ala dura-accettazione del risultato delle primarie da parte di Orlando e Emiliano risponde a quello che militanti e elettori del Pd vogliono: saldezza di leadership e meno conflittualità interna. 2. La scissione, dopo un primo momento, è stata assorbita. Mdp, secondo i sondaggi, è sul 3-4%: non pochissimo ma neppure quello che una nuova forza politica, col suo carico di novità, può portar

Renzi e Macron, due leader per rifondare il progressismo europeo

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E’ lecito ricominciare a credere al sogno che la generazione di Macron aveva condiviso con quelle precedenti, è lecito tornare a sperare che l’Europa sia possibile. Ce lo racconta Paolo Bonari sull' Unità. Il trionfo di Emmanuel Macron e le sue proporzioni sono una buona notizia per i progressisti europei, e lo è altrettanto l’affermazione netta di Matteo Renzi nelle primarie del Partito Democratico: a volte, per invertire il corso, la direzione della storia, bastano la fierezza delle proprie posizioni e un po’ di quella sconsideratezza che è servita a Macron per abbandonare il proprio campo e per fondare qualcosa di nuovo, En Marche! Adesso, tutti quelli che hanno accusato Macron di avere tradito la propria appartenenza socialista, di essersi gettato in un progetto moderato o neo-centrista, dovrebbero andare a ringraziare questo ragazzone dallo sguardo un po’ elettrico che ha salvato il proprio Paese da un’avventura reazionaria, evitando che le chiavi dell’Eliseo venissero con

Renzi, l’appello di Michele Salvati: “Ora metta a posto il partito”

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Parla il primo teorico del Pd: “La maggioranza del partito è liberale di sinistra” “Dopo la sconfitta del referendum e i risultati del governo, percepiti come non eccellenti,   il fatto che una parte così ampia del popolo di sinistra riconfermi Renzi a questi livelli è un dato importante. A cui lui deve rispondere “. Ne è convinto   Michele Salvati , primo teorico del Pd, che in un’intervista alla   Stampa   invita l’ex premier a ripensare alla struttura del partito. Le primarie, osserva, “non devono essere un feticcio, ma restano un grande strumento per tastare il polso dell’elettorato potenziale”, “vanno usate con opportunismo, quando servono. E secondo me hanno un senso solo quando coinvolgono molte più persone rispetto al popolo del partito: quasi quasi io metterei una clausola, che il risultato si rispetta solo se ai gazebo si presenta un numero di persone pari a 4 o 5 volte quelle che hanno votato tra gli iscritti”. “Dal 2013 per la prima volta, e con la larga rico

Il Paese dell’accoglienza

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Spesso ci dimentichiamo che le storie collettive di oggi sono tante storie individuali. Francesco Nicodemo per l'Unità. Settimana dopo settimana scorrono notizie e fatti davanti ai nostri occhi tanto che a volte è impossibile ritrovare il filo delle storie che ci vengono raccontate. Alcune sembrano incomprensibili, come il complicato puzzle dello scenario geopolitico internazionale che, tassello dopo tassello, invece di svelare un quadro chiaro, diventa sempre più indecifrabile. Altre storie ancora sono dolorose come quelle che arrivano dai luoghi di guerra o degli attentati. Il campionario offerto dalla complessità dei nostri tempi è variegato tanto che quello che perdiamo di vista è il fatto che le storie collettive siano fatte innanzitutto di tante storie individuali. E per fortuna non mancano quelle che danno ancora forma alla speranza. A ricordarcelo qualche giorno fa è stata l’Unesco. Lo scorso 19 aprile infatti, la giuria del premio per la pace Félix Houphouët Boigny ha

L’economia 4.0 funziona. I robot e l’impatto occupazionale

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L’innovazione distrugge ma ricrea, come direbbe Joseph Schumpeter. Luigi Gentili per unità.tv La quarta rivoluzione industriale è alle porte.  Si parla di industria 4.0, l’avanguardia nei sistemi produttivi. Al livello nazionale il Ministero dell’economia ne ha fatto uno dei pilastri per l’innovazione economica, basti pensare al super-ammortamento e all’iper-ammortamento. Due forme di agevolazione, queste, per favorire gli investimenti tecnologici delle imprese. L’industria 4.0 comprende diversi settori produttivi, dalle nanotecnologie alla robotica, dalla realtà aumentata a l’internet delle cose. La “fabbrica intelligente”, come la chiamano molti esperti del settore, potrebbe rappresentare la cellula di base per innescare un salto prestazionale nel nostro sistema produttivo, migliorando la competitività delle imprese. Si, perché  la competitività serve.  Negli ultimi anni il potenziale industriale dell’Italia si è ridotto del 19,5%, mentre quello tedesco è aumentato del 6,5%.

Def e manovra, Gentiloni: “Conti in ordine senza aumentare le tasse”

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Dopo due ore di riunione il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al DEF e a un decreto di politica economica al cui interno c’è la correzione dei conti promessa a Bruxelles   Lieve miglioramento per la crescita italiana nel 2017. Il Pil di quest’anno viene rivisto leggermente al rialzo all’1,1% rispetto all’1% della stima precedente. È uno dei dati rilevanti annunciati oggi dal premier   Paolo Gentiloni   al termine del Consiglio dei ministri che ha approvato il   Documento economico e di finanza,   il cosiddetto Def assieme al provvedimento di politica economica contenente la manovra di correzione dei conti pubblici. Il miglioramento delle prospettive di crescita è degno di nota perché se da un lato fa ben sperare su una ripresa più consistente dell’economia, dall’altro apre ulteriori spazi di manovra, concedendo all’esecutivo maggiori risorse da destinare a investimenti. L’altro provvedimento approvato assieme al Def, come ha spiegato lo stesso Gentiloni, si suddi