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2007-2017, le differenze tra il Lingotto veltroniano e quello renziano

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Il partito aperto ai giovani che indicava Veltroni non è ancora il partito dei giovani, così Renzi ammette di essere stato messo in difficoltà dalla serie di proposte di Federico, classe 2000. Ciro Alessio Pecoraro per la Community de L'Unità . Era il 2007, un giovane senatore afroamericano dell’Illinois annunciava la sua candidatura alle primarie del Partito Democratico per le elezioni Presidenziali, Simone Cristicchi vinceva a Sanremo, il Milan si aggiudicava la sua settima Champions League. Il 27 giugno, il sindaco di Roma Walter Veltroni dal Lingotto di Torino lancia la sua candidatura a segretario del neonato Partito Democratico con un discorso che si apre con un impegno chiaro “Fare un’Italia nuova”. Nelle quasi due ore di intervento Veltroni snocciola il suo manifesto programmatico: “Unire ciò che oggi viene contrapposto, nord e sud, giovani e anziani, operai e lavoratori autonomi. Ridare speranza ai ragazzi quelli convinti che il futuro faccia paura” e una sfida chiara

A cena col “paese reale”: appunti per disinnescare il partito della chiusura

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Sono convinto che al vecchio asse destra-sinistra se ne sia ormai aggiunto un altro altrettanto nitido che contrappone chiusura ad apertura. Giulio Saturnini per la Community de l'Unità.it Ci sono luoghi che hanno il potere evocare visioni e di rivelare angoli di realtà che prima erano sottratti alla visuale. A me è avvenuto in una pizzeria – pardon: ristopizzagrill – di Torino, lo scorso sabato sera. Un posto farcito di maxischermi con la partita e di gonfiabili dove far sudare i bambini, di camerieri coi capelli alla El Shaarawy e di pizze patatine-fritte-e-maionese. Un rifugio a buon mercato per far sfogare i marmocchi e mangiare un boccone coi vecchi amici del liceo e le rispettive famiglie. E chi se ne frega se il cibo fa schifo e il vino della casa sembra Red Bull sgasata, qui non è Masterchef: arrivare a fine mese è sempre dura e non basta imbroccare quel gratta e vinci ogni tanto per permettersi grandi lussi. Dopo un’infruttuosa ricerca di un ristorante in grado di osp

Vorrei un Pd più digitale

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Nessuno dei candidati alla segreteria ha ancora parlato dell’organizzazione della comunicazione digitale. Un invito dalla community de L'Unità Online. Passano i giorni, passano i mesi, non sappiamo ancora quando si voterà. Forse prima dell’estate, o forse nel 2018, ma uno dei problemi che ci ha accompagnato, non per ultimo durante il Referendum, sembra come dimenticato, svanito nel nulla, il digitale. Il Partito democratico sta vivendo un periodo di assestamento dopo la “scossa” della fuoriuscita e le divisioni ideologiche e personali che lo hanno accompagnato durante tutta l’esperienza governativa di Renzi. Ci si avvia verso un Congresso che dovrebbe (almeno quello è lo scopo) eleggere una nuova classe dirigente del partito, una nuova segreteria, un nuovo segretario. Ed è proprio ai candidati segretari e soprattutto a quello che sosterrò al congresso, Matteo Renzi, che faccio un appello. Caro Matteo, tutti, come giusto che sia, illustrerete un programma su cui sperate di e