L’Euro è parte della nostra identità Europea



L’integrazione dovrà necessariamente ripercorrere le radici dell’Europa, mettendo al centro dell’agenda politica un’Europa sociale che sia vicina ai cittadini, ci racconta Adriano Iaria sul sito Unità.tv.

Le celebrazioni per i sessanta anni dei trattati di Roma impongono una riflessione sull’Europa che verrà, ma soprattutto sull’Europa che avremo intenzione di immaginare nei prossimi anni. E allora basterebbe aprire il portafoglio e guardare le banconote per poter affermare che l’Europa che immaginiamo continuerà ad essere dotata di una moneta unica e che sia aperta al mondo.

Quando si cominciò a discutere su come rappresentare una moneta europea, si preferì non raffigurare nessun individuo per evitare che una moneta comune potesse rappresentare una nazione più dell’altra. Per questo nel dicembre del 1996, quando vennero scelte le immagini delle attuali banconote, la scelta cadde sulla rappresentazione astratta di ponti, porte e finestre che ripercorressero da una parte, l’architettura europea dall’era romana ad oggi, e dall’altra, la simbologia di queste tre strutture architettoniche per rappresentare le radici culturali dell’Europa e la connessione che esse hanno con il futuro.

Opporsi con fermezza a qualunque barriera che ostacoli i flussi migratori o limiti la libera circolazione dei cittadini europei non è una politica auspicabile soltanto dalle forze progressiste dell’Unione, ma è una politica che sta perfettamente nel solco delle radici e delle tradizioni dell’Europa.

Mentre le forze nazionaliste e populiste propongono come soluzione ai problemi contemporanei meno Europa, smantellando i risultati raggiunti fin qui in termini di integrazione, il Partito Democratico e il Partito Socialista Europeo hanno il compito di difendere lo status quo ma soprattutto di guidare il processo per una maggiore integrazione europea.

Un’integrazione che dovrà necessariamente ripercorrere le radici dell’Europa, mettendo al centro dell’agenda politica un’Europa sociale che sia vicina ai cittadini dove la moneta europea rappresenti stabilità, ma soprattutto prosperità ed identità all’interno dell’Unione. Una strategia del genere non può che passare attraverso un leader del Partito Socialista Europeo legittimato da un forte consenso transnazionale e in tal senso l’elezione del candidato del PSE alla Presidenza della Commissione Europea eletto attraverso primarie transnazionali muove verso questa direzione: riavvicinare i cittadini alle istituzioni europee attraverso un’agenda di natura progressista e solidale rivolta ai temi sociali.

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