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Visualizzazione dei post con l'etichetta mafia al nord

Operazione "Infinito": condanne confermate in appello

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Sentenze confermate. La Corte d’Appello di Milano ha confermato, nei giorni scorsi, le 110 condanne pronunciate in primo grado nel processo nato dall’operazione "Infinito", la prima indagine che aveva evidenziato il radicamento della 'ndrangheta al Nord. Per una quarantina di imputati, invece, le pene sono state ridotte. Tra le pene ridotte dalla prima Corte d’Appello quelle inflitte a Cosimo Barranca (da 14 a 12 anni di carcere), ritenuto dagli inquirenti il capo della 'localè di Milano; ad Alessandro Manno (da 16 anni a 15 anni e tre mesi), considerato il responsabile del clan di Pioltello e punito con la condanna più severa; a Vincenzo Mandalari, capo della locale di Bollate (da 14 anni a 12 anni e otto mesi); a Pasquale Zappia nominato 'capo del capi' in una riunione a Paderno Dugnano nel centro Falcone – Borsellino (da 12 anni a 9 anni). E' stata invece confermata la condanna a un anno e quattro mesi per Giovanni Valdes, in passato sindaco

Inchiesta Briantenopea: i fatti (e le persone) che riguardano Brugherio

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In questi giorni i giornali hanno approfondito con maggior dettaglio i contorni dell'inchiesta Briantenopea, scattata la scorsa settimana , che ha visto il coinvolgimento di alcuni ex amministratori di Monza e la scoperta di una "enclave" della camorra in Brianza, che si è fatta spazio in un territorio dove si è anche radicata la 'ndrangheta. Noi la scorsa settimana abbiamo pubblicato due post sulla vicenda: qui avevamo dato le prime notizie dell'inchiesta, qui avevamo fatto riferimento anche ad una rapina avvenuta a Brugherio. Come abbiamo scritto all'inizio del post, ora emergono ulteriori elementi, che ci danno il quadro dei fatti e delle persone che riguardano la nostra città. La maxi inchiesta è partita da due distinte indagini dei Carabinieri di Arcore e Brugherio , con riferimento ad alcune rapine a mano armata commesse da alcuni esponenti poi arrestati nell'inchiesta. Due di queste rapine, nel marzo del 2010, riguardano due locali di Bru

Inchiesta Briantenopea: c'è anche una rapina a Brugherio nelle indagini

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Stamattina vi abbiamo dato conto ( qui ) delle indagini che hanno coinvolto l'ex assessore monzese Giovanni Antonicelli. Nel corso della giornata, grazie alla conferenza stampa alla presenza del pm della Procura di Monza Salvatore Bellomo e dei vertici milanesi e monzesi dell'Arma, si sono avute ulteriori informazioni, che riguardano anche Brugherio. Infatti si è scoperto che l'indagine "Briantenopea" ha avuto inizio nel 2010 , da una rapina ad un punto Snai a Gorgonzola nel mese di maggio, a cui sono seguiti altri simili episodi, uno dei quali avvenuto proprio ai danni di un bar di Brugherio . Grazie ad intercettazioni e pedinamenti è emersa l'operatività di una "radicata associazione per delinquere composta, prevalentemente, da soggetti italiani di origine campana di elevato spessore criminale, in contatto con esponenti di clan camorristici del napoletano come Gionta e Mariano. Il nome più in evidenza è quello di Giuseppe Esposito", a

Inchiesta Briantenopea: arresti a Monza

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l'ex assessore monzese Giovanni Antonicelli - foto da www.ilcittadinomb.it Una nuova inchiesta in Brianza su contatti tra camorra e politica e sulla presenza della criminalità al Nord. L'inchiesta si chiama Briantenopea, e oggi ha portato all'esecuzione di trentasette ordinanze di custodia cautelare, in Brianza e in Campania . Questi i reati: associazione a delinquere finalizzata alla commissione di rapine, estorisioni, usura, furti, ricettazione, riciclaggio, spendita di banconote false, detenzione di sostanze stupefacenti e di armi e reati contro la pubblica amministrazione. L'indagine ha svelato che nel nonzese esisteva una radicata presenza della camorra, un'organizzazione composta in gran parte da soggetti di origine campana in contatto diretto con clan partenopei del calibro dei Gionta e Mariano. Tra gli arrestati c'è anche l'ex assessore del Comune di Monza Giovanni Antonicelli, che nella ex giunta di centrodestra guidata da Marco Mari

I numeri dell'economia mafiosa in Lombardia

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La mappa dei clan della criminalità organizzatain Lombardia Cliccare sull'immagine per ingrandire Il Pil nero della Lombardia vale 3,7 miliardi di euro. E questo è il valore medio. Perché, secondo la stima più elevata, i ricavi complessivi dell'economia illegale in Regione potrebbero essere superiori ai 5,2 miliardi. E' quello che emerge da uno studio de Il Corriere della Sera pubblicato oggi sull'edizione milanese. Leggiamo dal sito del quotidiano milanese: Stringendo l'obiettivo, la provincia di Milano è la terza in Italia per numero di aziende confiscate alle mafie, indice significativo delle infiltrazioni criminali nell'economia legale . La radiografia delle penetrazioni mafiose in Lombardia (e in tutta Italia) è contenuta nel rapporto «Gli investimenti delle mafie», realizzato dal centro di ricerca Transcrime dell'Università Cattolica per il ministero dell'Interno. La presenza mafiosa Il primo capitolo dello studio analizza l'indice

Giornalisti minacciati dalla criminalità. Al Nord.

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L'ennesimo, nuovo attacco, è di questi ultimi giorni. Obiettivo, ancora una volta, la redazione del settimanale di Magenta l’Altomilanese ( qui il loro sito),attivamente impegnata a documentare il malaffare politico e le infiltrazioni mafiose alle porte di Milano. Dopo le diffide del sindaco di Sedriano (poi agli arresti domiciliari nell'ambito dell'operazione che ha portato all'arresto dell'ex assessore regionale Domenico Zambetti) alla cronista Ester Castano, sono stati minacciati il giornalista Ersilio Mattioni, direttore del periodico, e l’attivista antimafia Giampiero Sebri. Giovedì scorso infatti la redazione ha ricevuto una busta gialla con dentro un proiettile, una cartolina di auguri natalizi e due fotografie di velata minaccia ad uno dei giornalisti della redazione . Una cronista aggredita da un assessore infastidito per un articolo, due aggressioni al direttore del giornale sono il segnale che il giornale dà fastidio a molti, perchè racconta

Lecco, vita (scortata) di un sindaco minacciato dalla 'ndrangheta

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Virginio Brivio, sindaco di Lecco Virginio Brivio, sindaco del Pd di Lecco, già presidente della Provincia, è il primo sindaco del Nord a vivere sotto scorta, dopo le minacce della 'ndrangheta. In una terra dove, a detta di ex ministri e prefetti ancora in carica, "la mafia non esiste" , succede invece che un Sindaco debba essere seguito passo passo, nei suoi impegni istituzionali e nella sua vita privata, da un vigile in borghese . Virginio Brivio ha ricevuto intimidazioni di persona, via mail e su facebook da parte di familiari del boss della 'ndrangheta Coco Trovato, a cui il comune di Lecco ha revocato la licenza di un bar. Della vicenda si è occupato, dopo che ne hanno parlato i giornali locali, anche il Corriere della Sera, qui . Brivio , racconta il Corriere, ci tiene a mantenere un profilo basso e a riaffermare che le sue giornate e quelle della comunità che amministra devono proseguire come prima . E allora che spiegazione si sente di dare a quel

La 'ndrangheta a Milano: 37 arresti

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E' stata chiamata "Operazione Ulisse", e ha fatto seguito alle precedenti operazioni "Crimine" e "Infinito", coordinate dalle Direzioni distrettuali antimafia di Milano e Reggio Calabria . Ancora una volta è stata la 'ndrangheta a finire nel mirino degli inquirenti, con l'arresto di 37 persone a Milano . Undici indagati si trovavano già in carcere, mentre altri 26 sono stati arrestati questa mattina. Le accuse a carico degli indagati spaziano dall'associazione di tipo mafioso, al porto e detenzione illegale di armi, passando per l'usura e le estorsioni. Tutti reati aggravati dalle finalità mafiose. L'indagine ha toccato anche la Brianza, ed in particolare a Seregno e Giussano dove, tra l'altro, è stato scoperto un vero e proprio bunker , realizzato dal boss Antonio Stagno, forse per nascondere armi. «Un vero e proprio bunker - hanno descritto oggi gli inquirenti - che si apre con un telecomando, con pareti mobili: una s

La mafia a Milano: un attentato ogni 10 giorni

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La mafia, a Milano, ha lasciato il suo marchio quasi ogni dieci giorni negli ultimi 17 mesi. Nel mirino c’è Expo, con le sue gare milionarie, i cantieri e l’edilizia, ma anche il tessuto commerciale e turistico. Ieri, il Comitato antimafia di Milano , presieduto da Nando Dalla Chiesa (e composto da Umberto Ambrosoli, Luca Beltrami Gadola, Giuliano Turone) ha presentato al sindaco Pisapia il suo primo rapporto semestrale, con dati preoccupanti . A partire dagli incendi, 39 nell’ultimo anno e mezzo, la spia più preoccupante. E i 14 casi in cui si è arrivati all’intimidazione con bombe artigianali, armi da fuoco, persino un omicidio. L’interesse della criminalità organizzata si sta rivolgendo a negozi, alberghi e ristoranti, dove è più facile riciclare il denaro. Ai cantieri, e in generale ai sistemi d’appalto, è dedicato un altro capitolo del rapporto che chiede rinforzi nei controlli, in particolare per Expo: bisogna essere presenti sui cantieri per vigilare, e chi gestirà

La sentenza sulla 'ndrangheta al Nord

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foto da http://www.linkiesta.it/ "La 'ndrangheta in Lombardia è da almeno tre generazioni un fenomeno autonomo rispetto all’associazione mafiosa calabrese». Sono destinate a far discutere le parole del giudice Roberto Arnaldi nelle 905 pagine di motivazioni della sentenza con cui, lo scorso 19 novembre, ha condannato con rito abbreviato a pene fino a 16 anni 110 imputati coinvolti a Milano nelle operazioni «Infinito» e «Tenacia» che con gli arresti del luglio 2010 avevano smantellato la rete di infiltrazioni ’ndranghetiste in Lombardia. Armi, droga, pizzo, racket, intimidazioni, ma anche affari, sanità, gioco d’azzardo e politica. Tutto questo è la mafia in Lombardia. Un dato sopra tutti per dimostrare il modus operandi della organizzazione: 130 incendi dolosi, oltre 70 episodi intimidatori commessi con armi, munizioni e in alcuni casi esplosivi. Parlare di "infiltrazione" è già datato: chi indaga e chi si scontra parla di "colonizzazione".

Spara la ’ndrangheta

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Una spietata esecuzione. Da ieri il nome di Giuseppe Nista, pregiudicato per droga, 44 anni, nato a Melzo, si aggiunge all'elenco degli omicidi di 'ndrangheta in Lombardia. Con il killer che colpisce la vittima a bordo dell'auto. Poi risale sulla moto. Quindi scende per l'ultimo colpo, che sarà fatale. E' successo ieri mattina, nel centro di Vimodrone. Secondo le prime ricostruzioni dei carabinieri di Sesto San Giovanni e del Gruppo di Monza, la vittima sarebbe legata ad ambienti della criminalità organizzata calabrese. Lui stesso aveva precedenti per reati legati al mondo della droga. Il fratello Domenico, di 42 anni, è ritenuto dall'antimafia elemento di spicco dell'omonimo clan e risiede a Cologno Monzese: arrestato nel 2007, è ora in carcere a Torino. E in passato aveva rivelato ai giudici alcuni particolari sulle infiltrazioni della criminalità organizzata al Nord ; rivelazioni che però non gli hanno permesso di entrare nel programma di protez

Cave e cemento, le mani della ‘ndrangheta su Desio

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Percorrendo la Strada Statale del Lago di Como e dello Spluga , forse meglio conosciuta come SS36, e uscendo in direzione Desio, mentre si scende dalla rampa per proseguire verso il centro città, non si può non notare una distesa di sabbia. Sono circa 30mila metri quadrati, di sabbia . Almeno così sembra osservando dalla superficie. La distesa di sabbia che si vede è invece il tappo di quella che a Desio è meglio conosciuta come la “cava della ’ndrangheta. È qui, appena fuori la rampa della Strada Statale del Lago di Como, che una organizzazione criminale per mesi, dopo aver acquistato l’area da 30mila metri quadri, iniziò a utilizzarla come discarica abusiva . Sotto quel tappo di sabbia sarebbero finiti circa 160mila metri cubi di rifiuti di vario genere, anche pericolosi. La terza puntata del viaggio de Linkiesta nelle mafie in Lombardia parla di Brianza . L'approfondimento si trova qui .

"Il tentativo di infiltrazione mafiosa in Expo sarà sconfitto"

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Ci è voluto un anno per vedere concretizzarsi l'obiettivo, ma  da ieri la "white list" delle imprese che lavoreranno alla realizzazione di Expo 2015 a Milano è diventata realtà . In Prefettura , alla presenza del ministro dell'Interno Annamaria Cancellieri, il prefetto Gian Valerio Lombardi e l'amministratore delegato di Expo, Giuseppe Sala, hanno firmato il "Protocollo di legalità per il contrasto ai fenomeni di infiltrazione criminale negli appalti concernenti le opere essenziali" dell'evento . Il protocollo , siglato anche da Assimpredil, Assolombarda, dalla Direzione Territoriale del Lavoro di Milano, dalle OO.SS. Nazionali del comparto edile e dai rappresentanti sindacali di CGIL, CISL, UIL, FIILLEA CGIL, FILCA CISL e FENEAL UIL - prevede controlli “senza limitazioni di soglia sul valore degli appalti”, obbligo di informare il Prefetto anche per contratti e sub-contratti, tracciabilità dei flussi finanziari, obbligo di denuncia di ogni te

Lotta alle mafia - le storie: Giovanni Tizian

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Qui vi abbiamo raccontato la storia di Lucrezia Ricchiuti e delle sue battaglie condotte dal 2004 contro le infiltrazioni mafiose al Comune di Desio. Quest'oggi vogliamo raccontarvi, con l'aiuto del quotidiano L'Unità ,   la storia di Giovanni Tizian ( qui il suo blog) «La puzza è l’odore della distruzione dei sogni di una famiglia di realizzare qualcosa dove si è nati, è l’odore della diaspora» ,  racconta adesso Giovanni che da bambino ha lasciato la Locride per trasferirsi a Modena. La madre, donna coraggiosa e forte, voleva un’altra vita per il figlio. Una vita lontana dalla terra che le aveva ammazzato il marito, Peppe, a soli 36 anni. Funzionario di banca integerrimo e incorruttibile, Peppe Tizian venne ucciso nell’agosto dell’89 , probabilmente perché si rifiutò di compiere operazioni bancarie sporche per i boss della zona. La sua morte è rimasta uno dei tanti omicidi senza colpevoli della Calabria. A distanza di 20 anni, Giovanni ha seguito il filo rosso che

Lotta alla mafia - le storie: Desio

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Sul blog abbiamo parlato diffusamente del potere che l'ndrangheta ha acquisito al nord. Non ultimo lo scandolo che ha colpito Massimo Ponzoni , ex assessore regionale, ora consigliere e segretario del consiglio della Regione Lombardia , Antonino Brambilla , ex v ice presidente e assessore della Provincia di Monza e Brianza , già assessore all’urbanistica di Desio, Filippo Duzioni, imprenditore bergamasco, colpito da provvedimento restrittivo in carcere, Rosario Perri , già assessore della provincia di Monza e Brianza nonché dirigente del settore tecnico del comune di Desio, Franco Riva  commercialista di Cesano Maderno, già sindaco e assessore all’urbanistica del comune di Giussano. E' da questa vicenda, e in particolare dal Comune di Desio, che vogliamo iniziare a raccontarvi delle storie. Storie di amministratori locali, di scrittori, di persone che hanno avuto il coraggio di combattere le mafie. "Che la 'ndrangheta avesse messo radici a Desio, comune della

Appalti e usura: non c'è crisi per la mafia

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È un'azienda che cresce di anno in anno, che fa cento miliardi di utile e non conosce crisi, che non sa cosa siano le tasse e che prospera grazie alla violenza e all'illegalità. È "Mafia Spa", protagonista assoluta dell'economia italiana:  la grande holding del crimine e del malaffare fattura 140 miliardi l'anno. Un'enormità, se si tiene conto che le tre manovre con le quali l'Italia sta facendo i conti, valgono tutte assieme 75 miliardi di euro. Tanti soldi tutti sporchi: a denunciare le dimensioni del fenomeno è "Le mani della criminalità sulle imprese" , un rapporto (curato da Lino Busà e Bianca La Rocca) di Sos Impresa-Confesercenti , associazione voluta dai commercianti per resistere al pizzo, all'usura e al racket. Le cifre che emergono dallo studio tracciano il profilo di un business in crescita: mentre il resto dell'economia piange per la crisi di liquidità e le piccole imprese non riescono ad ottenere i finanziament

La 'ndrangheta brucia Milano

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Da ieri è online su Corriere.it la prima delle otto puntate di «Soffocati dalla ’ndrangheta. Viaggio in Lombardia, la Calabria del Nord» , un'approfondita videoinchiesta realizzata dal giornalista Ruben H.Oliva sul preoccupante grado di diffusione e penetrazione della criminalità organizzata calabrese in Lombardia. Un viaggio che da Milano passa attraverso la provincia lombarda con immagini inedite, testimonianze, interviste (tra cui quella al sindaco di Milano Giuliano Pisapia) e denunce come quella anonima di un funzionario della Dna. Uno spaccato drammatico su una realtà cosi vicina e inquietante che sembra quasi impossibile da immaginare al Nord. Tra paure e omertà simili solo a quelle incontrate in Calabria. Con l'ombra sempre più grande dell'Expo 2015 e i tentativi della 'ndrangheta. «La guerra alla mafia si vince o si perde a Milano» dice Vincenzo Macrì, ex sostituto procuratore nazionale antimafia e attuale procuratore generale di Ancona. E anche le u

La mafia al nord esiste

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110 condanne fino a 16 anni  nel maxi-processo alle cosche in Lombardia. Questo il verdetto , pronunciato sabato dal Tribunale di Milano , dopo 32 ore di camera di consiglio. Al termine dell'udienza a porte chiuse, molti dei detenuti hanno urlato e applaudito ironicamente all'indirizzo della corte e degli stessi avvocati che li hanno difesi nel corso del processo. Ha scritto Luigi Ferrarella sul Corriere della Sera :  " La sentenza riguardava due terzi dei 170 arrestati nel luglio 2010 dall'Antimafia milanese del procuratore aggiunto Ilda Boccassini e dei pm Alessandra Dolci e Paolo Storari nel blitz coordinato con il fermo di altre 130 persone da parte della Procura di Reggio Calabria di Giuseppe Pignatone: una operazione che, a detta allora dei gip Ghinetti e Gennari, «a dispetto dell'apparente "non visibilità" del fenomeno 'ndranghetista in terra lombarda» comprovava «che la Lombardia è già da tempo sede stanziale di gruppi organizzati a