La 'ndrangheta a Milano: 37 arresti


E' stata chiamata "Operazione Ulisse", e ha fatto seguito alle precedenti operazioni "Crimine" e "Infinito", coordinate dalle Direzioni distrettuali antimafia di Milano e Reggio Calabria .

Ancora una volta è stata la 'ndrangheta a finire nel mirino degli inquirenti, con l'arresto di 37 persone a Milano. Undici indagati si trovavano già in carcere, mentre altri 26 sono stati arrestati questa mattina.

Le accuse a carico degli indagati spaziano dall'associazione di tipo mafioso, al porto e detenzione illegale di armi, passando per l'usura e le estorsioni. Tutti reati aggravati dalle finalità mafiose.

L'indagine ha toccato anche la Brianza, ed in particolare a Seregno e Giussano dove, tra l'altro, è stato scoperto un vero e proprio bunker, realizzato dal boss Antonio Stagno, forse per nascondere armi. «Un vero e proprio bunker - hanno descritto oggi gli inquirenti - che si apre con un telecomando, con pareti mobili: una struttura della 'ndrangheta calabrese trasportata in Lombardia».

Un contributo fondamentale alle indagini, da quanto si è saputo, è arrivato da un "nuovo" pentito della 'ndrangheta in Lombardia.

Un altro dato di riflessione che emerge dall'inchiesta lo ha fornito, in conferenza stampa, Ilda Boccassini: continua ad esserci scarsa collaborazione da parte degli imprenditori lombardi nella lotta alla criminalità organizzata. Quello degli imprenditori vittime di estorsioni e intimidazioni è, secondo la Boccassini, “un dato inquietante che permane sin quando la classe imprenditoriale non capirà che stare con lo Stato è più pagante che stare con l’anti – Stato”.

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