Lecco, vita (scortata) di un sindaco minacciato dalla 'ndrangheta

Virginio Brivio, sindaco di Lecco

Virginio Brivio, sindaco del Pd di Lecco, già presidente della Provincia, è il primo sindaco del Nord a vivere sotto scorta, dopo le minacce della 'ndrangheta.

In una terra dove, a detta di ex ministri e prefetti ancora in carica, "la mafia non esiste", succede invece che un Sindaco debba essere seguito passo passo, nei suoi impegni istituzionali e nella sua vita privata, da un vigile in borghese.

Virginio Brivio ha ricevuto intimidazioni di persona, via mail e su facebook da parte di familiari del boss della 'ndrangheta Coco Trovato, a cui il comune di Lecco ha revocato la licenza di un bar.

Della vicenda si è occupato, dopo che ne hanno parlato i giornali locali, anche il Corriere della Sera, qui.

Brivio, racconta il Corriere, ci tiene a mantenere un profilo basso e a riaffermare che le sue giornate e quelle della comunità che amministra devono proseguire come prima. E allora che spiegazione si sente di dare a quello che sta capitando? «Credo che la malavita abbia voluto in qualche modo riaffermare la sua presenza su questo territorio. Ma noi non possiamo permetterci di abbassare la guardia. Vedo fenomeni inspiegabili in tempo di crisi: il proliferare di case da gioco, di negozi che comprano oro...».

Il Comune di Lecco ha fatto chiudere il bar «The Village» perché, sulla scorta di un'informativa della prefettura, il locale risultava gestito da persone legate al clan di Coco Trovato.

Ma non è, purtroppo, l'unico caso che riguarda la zona di Lecco.

Sempre il Comune di Lecco, poco tempo fa, è dovuto intervenire revocando la licenza per la gestione di un parcheggio: formalmente andata a una società di Genova, di fatto gestita da personaggi arrivati dalla Campania e legati a pregiudicati. Altrettanto ha fatto il vicino municipio di Calolziocorte (e si è ritrovato con l'auto dei vigili incendiata). L'anno scorso anche a Valmadrera era stato necessario revocare una licenza edilizia finita in mani non immacolate, mentre il sindaco di Oggiono, dopo un giro di vite all'installazione di slot machine, era stato «omaggiato» con l'invio di tre proiettili.

Insomma, questa è l'aria che tira sul ramo manzoniano del Lario, di cui si è parlato anche nella requisitoria del processo «Infinito» in corso a Milano e nella quale una delle richieste di condanna più alte (14 anni) ha toccato un imprenditore lecchese, Ivan Perego.

Ieri, sulla sua bacheca di Facebook, Virginio Brivio ha scritto:

con un po’ di calma, desidero ringraziare davvero tutti per la vicinanza di questi giorni. Inutile nascondere che tutta questa solidarietà mi ha rincuorato, e tra i tanti sms mi ha fatto particolarmente piacere quello del nostro segretario Pierluigi Bersani. Io continuo serenamente il mio lavoro, perché a Lecco le mafie non avranno mai vita facile

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