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I nuovi dati sulla disoccupazione in Italia

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E' una vigilia di Primo Maggio, festa del Lavoro, molto amara. Oggi infatti l'Istat ha diffuso i dati sulla situazione del lavoro in Italia. A marzo si contano 2 milioni 950 mila disoccupati, un dato in diminuzione rispetto a febbraio, ma ancora in crescita su base annua, con un aumento dell’11,2%, ovvero di 297 mila. E continua a calare l’occupazione: a marzo gli occupati sono diminuiti di 248mila unità rispetto ad un anno fa. Dentro questi dati, già di per sè preoccupanti, ce ne sono due che generano ulteriore preoccupazione. Il primo è che la diminuzione del lavoro del mese di marzo riguarda infatti la sola componente femminile , ed è dunque evidente che la permanenza a lavoro delle donne over-50, che aveva finora permesso di arginare il calo, non basta più a garantire la stabilità e, tanto meno, la crescita dell’occupazione. Il secondo dato negativo è che non si ferma la crescita del tasso di disoccupazione giovanile , che a marzo ha raggiunto una quota pari

Povertà, il PD presenta una proposta per il reddito minimo di cittadinanza

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Qui vi abbiamo parlato dei dati Istat che ci confermano il peggioramento della situazione economica delle famiglie e le ripercussioni sulle loro scelte alimentari. Il governo del cambiamento proposto dal Segretario del Pd Pierluigi Bersani serve proprio ad invertire la rotta, a ridare ossigeno a quella parte di popolazione che prima ha attinto ai risparmi e poi ha cominciato a rinunciare a tanti beni. Oggi molti stanno passando dalla sobrietà non scelta, alla povertà relativa e l'intera economia non può che fermarsi insieme a loro. Per questo il Partito Democratico ha scelto la strada della mobilitazione e di una riflessione dedicati ai temi della povertà e della crisi indetta per la giornata di sabato ( qui vi abbiamo raccontato in cosa consiste); un modo quello del ricorso alla piazza per attivare l’attenzione su un tema completamente dimenticato nel Piano nazionale di Riforme del centrodestra, e che invece ci vede impegnati anche con l’Europa per ridurre il numero delle

L'Italia sta male

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Un PIL in calo del 2,4%, i consumi in calo del 3,9% su anno, con la spesa delle famiglie a -4,3%, debito pubblico arrivato al livello record del 127% del PIL, una pressione fiscale che nel 2012 ha raggiunto il 44% rispetto al Pil. Sono questi i dati forniti ieri dall'Istat, che fotografano un Paese in profonda crisi. E ancora: la crisi non lascia spazio alla ripresa, dato che a gennaio il numero dei disoccupati sfiora i 3 milioni, con un aumento su dicembre di 110 mila unità; su base annua i senza lavoro sono oltre mezzo milione in più, e il tasso di disoccupazione è salito all'11,7%, con i giovani tra i 15 e i 24 anni a pagare il prezzo più pesante, ancora una volta. "I dati sulla crisi economica, sociale ed occupazionale sono allucinanti. È come trovarsi in caduta libera in un pozzo senza fondo". Questo il commento del capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Cesare Damiano , ai dati diffusi dall’Istat, che fotografano un’Italia tornata indie

Noi Italia. Il rapporto dell'Istat

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L'Istat ha pubblicato, nei giorni scorsi, il rapporto "Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo". E' la quinta edizione di una ricerca che offre una ampia e articolata produzione di indicatori , raccolti in 19 settori per un totale di 118 schede, aggiornati e puntuali, che riguardano aspetti economici, sociali, demografici e ambientali del nostro Paese. L’Italia è tra i paesi più densamente popolati dell’Unione europea, è il secondo paese più vecchio dell'Europa, preceduto solo dalla Germania. In dieci anni la popolazione straniera residente in Italia è più che triplicata, spendiamo meno di tutti gli altri paesi dell'Europa per l'istruzione, i 7% del PIl è destinato a coprire le spese sanitarie. E ancora: nel 2010 in Italia operavano più di 63,5 imprese ogni 1.000 abitanti, un valore tra i più elevati d’Europa, il 61,2% della popolazione di 20-64 anni ha un'occupazione, con un forte squilibrio tra uomini (72,6%) e donne

Il lavoro, l'Ilva, i giovani

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Cresce ancora la disoccupazione in Italia. Siamo, secondo i dati diffusi ieri dall'Istat, all'11,1%, il tasso più alto da gennaio del 2004, cioè da quando è iniziata la serie mensile di rilevazione. E ancora più preoccupanti sono i dati relativi all'occupazione giovanile, con il tasso relativo ai 15-24 anni arrivato al livello del 36,5%. Sono 2 milioni e 870 mila i senza lavoro , con una crescita della disoccupazione sia per il dato relativo agli uomini che per quello relativo alle donne. Record anche di precari: 2,9 milioni: nel terzo trimestre i dipendenti a termine sono 2 milioni 447 mila a cui si aggiungono 430 mila collaboratori. Intanto ieri il Consiglio dei ministri, al termine di una lunghissima riunione, ha approvato un decreto legge per l'Ilva di Taranto, con l'obiettivo di lavorare al risanamento del grande stabilimento siderurgico, senza che i 5.000 lavoratori stiano a casa e perdano il posto. Il decreto cerca quindi di non porre la dramm

La crisi cambia il menu degli italiani

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Oggi il Consiglio dei Ministri dovrebbe esaminare e approvare la spending review, il provvedimento di riduzione della spesa, non più secondo tagli lineari, ma dopo avere individuato i settori nei quali si potrebbe intervenire, senza compromettere servizi essenziali . Occorre quindi aspettare il dettaglio dei provvedimenti che saranno varati per conoscere le decisioni del Governo che, lo ricordiamo, deve intervenire per scongiurare l'aumento dell'IVA, già deciso dal precedente Governo Berlusconi, che dovrebbe scattare in ottobre. Quindi si tratta di trovare il modo di ridurre la spesa, senza definire ulteriori rincari per le tasche degli italiani, già duramente colpiti dalla crisi. Una crisi che, come ha tagliato anche i consumi e cambiato il menu degli italiani, che hanno già attuato la spending review a tavola. Si mangia più pasta (+3 per cento) e meno bistecche (-6 per cento), mentre in generale i consumi alimentari si sono ridotti dell’1,5 per cento. E’ quanto eme

Lavoro: disoccupazione giovanile da record a maggio

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Ogni mese, purtroppo, il tasso di disoccupazione giovanile segna un nuovo record. Oggi l'Istat ha diffuso i dati relativi a maggio 2012 ( qui il rapporto completo), dal quale risulta che il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) ha raggiunto il record del 36,2%. C'è invece un lievissimo incremento dell'occupazione a livello generale , rispetto al mese precedente; una diminuzione che interessa sia gli uomini che le donne. Un primo segno di controtendenza? E' troppo presto per dirlo, dato che il livello annuale resta ancora da record. Complessivamente, gli uomini che lavorano sono il 67,2%, mentre le donne lavorano per il 47,2%. Oggi intanto il Governo avrà una importantissima riunione sulla spendig review, con l'obiettivo di scongiurare l'aumento dell'IVA previsto dal precedente governo. Ridurre la spesa, senza toccare settori vitali e senza ulteriormente deprimere l'economia, in un contesto come quello che evidenziano i dati sull&#

L'Istat fotografa l'Italia

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"Il 2011 ha obbligato, in modo traumatico, il Paese a comprendere appieno la gravità della situazione, a scoprirsi effettivamente più vulnerabile di quanto pensava e a mettere mano a numerose questioni irrisolte, con una accelerazione dei processi decisionali che ha pochi precedenti. Il 2012 sarà ricordato come un anno molto difficile sul piano economico e sociale. In vista dell’avvio di una nuova legislatura, le forze politiche e sociali sono chiamate nei prossimi mesi a definire e proporre ai cittadini una prospettiva di medio termine per il Paese , rispettosa degli impegni di risanamento della finanza pubblica, ma anche convincente e in grado di mettere in moto le migliori risorse, e non sono poche, di cui disponiamo. Se rigore, crescita ed equità costituiscono il trinomio su cui costruire il futuro del nostro Paese , non si può non dire che il cambiamento avverrà con gradualità. E che in questo “tempo di mezzo”, non breve e non facile, è indispensabile il massimo sfor

Noi Italia. 100 statistiche per capire il nostro Paese

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Giunto alla sua quarta edizione, è stato da poco pubblicato Noi Italia , il rapporto con il quale l’Istat offre un quadro d’insieme dei diversi aspetti economici, sociali, demografici e ambientali del nostro Paese , della sua collocazione nel contesto europeo e delle differenze regionali che lo caratterizzano. Gli indicatori, aggiornati e puntuali, spaziano dall'economia alla cultura, al mercato del lavoro, alla qualità della vita, alle infrastrutture, alla finanza pubblica, all'ambiente, alle tecnologie e all’innovazione. Sono raccolti in in 119 schede e distribuiti su 19 settori di interesse , si possono consultare in modo ragionato per settori e per singole schede, scaricare su un foglio elettronico, approfondire con i link presenti in ogni pagina. Qui una sintesi del rapporto, qui il link per il rapporto completo.

La conciliazione tra famiglia e lavoro

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È sempre più complesso conciliare lavoro e famiglia. Sono circa 15 milioni 182 mila gli italiani che devono prendersi regolarmente cura di bambini, adulti malati, diversamente abili o anziani. E la cosa inevitabilmente grava su produttività e occupazione. Molti (in particolare donne) sono infatti costretti a sacrificare la professione (scegliendo il part-time o di restare a casa) a causa dell’assenza di servizi di supporto efficienti (asili, centri medici, residenze per anziani). L'Inkiesta pubblica qui una serie di dati , che sintetizzano un interessantissimo rapporto dell'Istat , pubblicato a fine dicembre. Questi i dati che emergono dal rapporto dell'Istat Quasi 4 italiani su 10 dedicano tempo ad assistenza e accudimento , e questa responsabilità di cura limita la partecipazione delle donne al lavoro , al punto che oltre un terzo delle occupate con responsabilità di cura ha un lavoro part-time. Quattro donne su 10 interrompono il lavoro per prendersi cura

"Nessuno paga nessuno"

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Nel post precedente abbiamo parlato dei primi dati dell'Istat sulla disoccupazione che rivelano la drammatica situazione del lavoro in Italia, con il tasso di disoccupazione che a settembre è balzato all'8,3%, dall'8,0% di agosto. Ed è ancora più drammatico il dato della disoccupazione giovanile: i giovani dai 15 ai 24 anni senza lavoro sono il 29,3%, in aumento rispetto al 28% di agosto. E' il dato peggiore degli ultimi sette anni. Il quotidiano "La Stampa" quest'oggi ci racconta come la crisi del credito arrivi fino alle imprese. - Nel Paese dei contanti all’improvviso non circolano più soldi. «Da qualche mese nell’economia reale nessuno paga più nessuno, è tutto bloccato» , lanciano l’allarme gli artigiani varesini. Le imprese hanno difficoltà a farsi finanziare il capitale circolante dalle banche, così si tengono quel poco di liquidità in cassa rallentando i pagamenti a valle della filiera produttiva. Da Nord a Sud la musica è pericolo

Ripartiamo dai giovani

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Stamattina i primi dati dell'Istat ( qui ) sulla disoccupazione rivelano la drammatica situazione del lavoro in Italia, con il tasso di disoccupazione che a settembre è balzato all'8,3%, dall'8,0% di agosto. Ed è ancora più drammatico il dato della disoccupazione giovanile : i giovani dai 15 ai 24 anni senza lavoro sono il 29,3% , in aumento rispetto al 28% di agosto. E' il dato peggiore degli ultimi sette anni. I dati sulla disoccupazione si aggiungono a quelli che arrivano dalle Borse, con i Titoli di Stato schizzati ad oltre il 6%, lo spread oltre i 400 punti e l'inflazione al 3,8%. Di fronte a queste notizie, che rivelano la reale situazione del nostro Paese, vogliamo però tornare all'iniziativa del weekend del PD, dedicata ai giovani e al Sud (ne abbiamo parlato ieri qui ). Conoscete Peppe Pagano? Sicuramente no, di lui non ha parlato nessun giornale e nessun TG, ieri. È responsabile della Nco, nuova cucina organizzata , cioè una osteria-rist

I giovani, le famiglie e la crisi

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Oggi sono stati pubblicati dai giornali una serie di dati sugli effetti della crisi in atto per le famiglie e i giovani . La disoccupazione nel mese di agosto è calata , attestandosi al 7,9%. Ma, purtroppo, è cresciuta ancora una volta quella relativa alla disoccupazione dei giovani, giunta al 27,6% . In settembre, invece, il tasso di inflazione annuale è salito al 3% contro il 2,5% in agosto , anche perchè l'aumento dell'IVA dell'1%, previsto nella manovra del Governo, ha avuto in realtà come effetto l'aumento dei prezzi anche del 7%. Le famiglie, insomma, hanno visto diminuire il loro "tesoretto", dato che hanno fatto fatica ad arrivare alla fine del mese e hanno risparmiato meno, come ha evidenziato ieri l'Istat . E hanno già allacciato le cinture di sicurezza in vista dell’ulteriore ondata, ancora in arrivo, di misure legate alla recente manovra economica. Come scrive oggi l'economista Luigi Campiglio su Avvenire , "la diminuzi

Povera Italia

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Sono 8 milioni e 272mila le persone povere in Italia, il 13,8% dell'intera popolazione. E' quanto fa sapere l'Istat , aggiungendo che nel 2010 le famiglie in condizione di povertà relativa sono 2 milioni e 734 mila, l'11% delle famiglie residenti. Il dato che più fa paura è quello che riguarda le famiglie che risultano in condizioni di povertà assoluta : sono un milione e 156mila, il 4,6% di quelle residenti nel paese, per un totale di 3 milioni e 129mila persone, il 5,2% della popolazione. L'Istat rileva una sostanziale stabilità del fenomeno , sia relativo che assoluto, rispetto al 2010, ma anche un peggioramento per alcune fasce della popolazione. Dal punto di vista geografico , le regioni più povere sono Basilicata (28,3%), Sicilia (27%) e Calabria (26%). La Lombardia e l'Emilia Romagna sono le regioni con i valori più bassi dell'incidenza di povertà, pari al 4,0% e al 4,5% rispettivamente. Lo studio conferma il legame della povertà con il

I giovani e il lavoro

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Oggi l'Istat ha diffuso i dati sull'occupazione in Italia . Purtroppo le notizie non sono buone , in particolare per i giovani. Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) nel primo trimestre del 2011 è salito infatti al 29,6% , dal 28,8% dello stesso periodo del 2010, con un picco del 46,1% per le donne del Mezzogiorno . Si tratta del dato più alto dall'inizio delle serie storiche omogenee, ovvero dal 2004 , in base a confronti annui. E noi al lavoro dedicheremo anche la serata di oggi della nostra Festa Democratica 2011 . Angelo Chirico ci introdurrà alla visione de "Il posto" , un film di Ermanno Olmi . La serata musicale è invece affidata a Diana e Thomas . Appuntamento a stasera!

Il declino non è una strada obbligata

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Il 24% delle famiglie italiane è a rischio povertà ed esclusione sociale, una famiglia su 4 fa fatica a pagare mutuo e bollette, 4 su 10 non faranno nemmeno una settimana di vacanze, 3 su 10 non possono affrontare spese impreviste. 800 mila donne lavoratrici sono state licenziate perché incinta, oltre 500 mila giovani hanno perso il lavoro nel biennio 2009/2010, mentre sono 2 milioni le persone che ormai non cercano più un'occupazione e la dispersione scolastica ha raggiunto la percentuale record del 19%. Sono alcuni dei dati del Rapporto 2010 dell'Istat sullo stato del Paese. L’Istat oggi fotografa una situazione a dir poco allarmante sulla condizione economica e sociale del Paese, quasi una società senza futuro . Come scrive oggi Mario Calabresi su La Stampa , "agli italiani il rapporto annuale dell’Istat, presentato ieri, non dice assolutamente niente di nuovo. A loro non serve. Racconta cose che già sanno, che sentono sulla loro pelle ogni giorno : la paura

La crisi taglia la ricchezza degli italiani

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Nel 2009 , secondo il rapporto dell'Istat sul «Reddito disponibile delle famiglie nelle Regioni» nel periodo 2006-2009, si è registrato un calo del 2,7% del reddito disponibile , che ha segnato così la prima flessione dal 1995. L'impatto della crisi economica ha colpito duro soprattutto al Nord , mentre per le famiglie meridionali sembrano aver subito in misura minore gli effetti della recessione. Nel 2009, precisa l'Istituto di statistica, l'impatto del calo del reddito è stato più forte nel settentrione (-4,1 per cento nel Nord-ovest e -3,4 per cento nel Nord-est) e più contenuto al Centro (-1,8 per cento) e nel Mezzogiorno (-1,2 per cento).

Giovani disoccupati e società in rosso: ecco i record del Governo

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Il tasso di disoccupazione giovanile a dicembre è stato pari al 29 per cento; è il dato peggiore dal 2004 ad oggi per la generazione tra i 15 e i 24 anni. Lo ha comunicato oggi l'Istat, nel consueto bollettino . Questa volta il Ministro Sacconi non può dire che siamo in linea con l'Europa , dato che proprio oggi sono stati diffusi dati molto positivi per la Germania . E ancora: un'impresa su tre , in Italia, ha chiuso nel 2009 l'esercizio fiscale in rosso ; è quanto emerge dall'analisi del reddito d'impresa sulla base delle dichiarazioni Ires (imposta sui redditi delle società) presentate dalle aziende nel 2009. Ancora una volta, quindi, pessime notizie sul fronte dell'economia e del lavoro , con le generazioni più giovani che passano dalla precarietà alla disoccupazione senza speranza. Non è soltanto conseguenza della crisi globale, è anche colpa grave di un governo concentrato da mesi sulle ragazzine a casa Berlusconi e di un ministro del Lavoro impegna

Noi Italia. 100 statistiche per capire il nostro paese

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L'ISTAT ha messo in rete da qualche giorno , al sito http://noi-italia.istat.it/ un quadro d'insieme dei diversi aspetti economici, sociali, demografici e ambientali del nostro Paese, della sua collocazione nel contesto europeo e delle differenze regionali che lo caratterizzano. Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo, offre statistiche che spaziano dall’economia alla cultura, al mercato del lavoro, alle condizioni economiche delle famiglie, alle infrastrutture, alla finanza pubblica, all’ambiente, alle tecnologie e all’innovazione. Gli indicatori, raccolti in 120 schede e distribuiti su 19 settori di interesse , si possono consultare in modo interattivo per settori e per singole schede, scaricare su un foglio elettronico, approfondire con i link presenti in ogni pagina.

L'integrazione scolastica degli alunni con disabilità

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Sono poco più di 130 mila gli alunni con disabilità nelle scuole italiane ma, a fronte di un livello elevato di inserimento, l'ambiente risulta ancora poco accessibile . E' quanto emerge dall'indagine Istat "L'integrazione degli alunni con disabilità nelle scuole primarie e secondarie di I° grado, statali e non statali" , relativa agli anni scolastici 2008/2009 e 2009/2010. Ad oltre trent'anni anni dall'emanazione della legge che ha dato avvio al processo di integrazione dei ragazzi con disabilità nelle scuole pubbliche, si può affermare che i risultati conseguiti mostrano in Italia livelli elevati di inserimento . L'integrazione scolastica, però, è un concetto che va al di là del mero aumento di iscritti nelle scuole: il livello d'integrazione, infatti, si misura anche attraverso informazioni che descrivono sia le risorse umane messe in campo, che la presenza di strutture scolastiche accessibili.