L'Italia sta male


Un PIL in calo del 2,4%, i consumi in calo del 3,9% su anno, con la spesa delle famiglie a -4,3%, debito pubblico arrivato al livello record del 127% del PIL, una pressione fiscale che nel 2012 ha raggiunto il 44% rispetto al Pil.

Sono questi i dati forniti ieri dall'Istat,
che fotografano un Paese in profonda crisi.

E ancora: la crisi non lascia spazio alla ripresa, dato che a gennaio il numero dei disoccupati sfiora i 3 milioni, con un aumento su dicembre di 110 mila unità; su base annua i senza lavoro sono oltre mezzo milione in più, e il tasso di disoccupazione è salito all'11,7%, con i giovani tra i 15 e i 24 anni a pagare il prezzo più pesante, ancora una volta.

"I dati sulla crisi economica, sociale ed occupazionale sono allucinanti. È come trovarsi in caduta libera in un pozzo senza fondo".

Questo il commento del capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Cesare Damiano, ai dati diffusi dall’Istat, che fotografano un’Italia tornata indietro di più di dieci anni. Una politica responsabile ha il dovere di dare risposte urgenti a questa situazione. Un governo di responsabilità, che operi anche a termine, su pochi punti precisi di contenuto istituzionale ed economico si può fare e non deve significare assolutamente un governassimo”, perché “la nostra incompatibilità con il Pdl è oggettiva”.

Sui temi dell'economia insistiamo in particolare su due punti: il primo, è relativo all'abbassamento del cuneo fiscale nel caso di assunzioni a tempo indeterminato di giovani, di over 45 e di lavoratori in mobilità. Il secondo, intervenire a sostegno di coloro che sono rimasti o rimangono senza reddito. A queste persone va data una risposta di emergenza anche prevedendo ammortizzatori sociali di carattere universale definiti su misura per l'attuale periodo di crisi prolungata”.

Anche per Francesco Boccia, coordinatore delle commissioni economiche, la fotografia del mercato del lavoro mostrata dall’Istat è drammatica. Il tasso di disoccupazione continua a crescere a ritmi vertiginosi e ormai un giovane su due o è disoccupato o si trova a lavorare in condizioni di estrema precarietà. Non intervenire tempestivamente rischia di rendere ingovernabile questa condizione e gettare milioni di persone nel circolo vizioso della povertà. È evidente che il Paese non può aspettare i tatticismi politici: serve immediatamente un governo che sia capace di dare risposte chiare per mettere da parte, come ha ribadito Bersani, le politiche del rigore: la sola austerità ci sta portando al disastro, servono misure immediate per rilanciare l’economia, il lavoro e introdurre sistemi universalistici negli ammortizzatori sociali”.

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