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Visualizzazione dei post con l'etichetta crisi economica

Cose di cui dovremmo riflettere: chiude l'Università di Atene

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Le politiche di austerità imposte dall'Europa delle destre alla Grecia hanno avuto l'effetto di ridurre quel paese allo stremo, senza peraltro portare alcun miglioramento in termini di debito pubblico, di freno alla speculazione finanziaria e soprattutto di crescita e sviluppo economico. L'errore di quelle scelte, che sono sempre state presentate come l'unica necessaria ricetta possibile, sebbene di scelte ideologiche si trattasse, è stato ormai riconosciuto da importanti organi internazionali, come  il Fondo Monetario Internazionale , o da autorevoli  quotidiani economici . Ma si sa, le ideologie sono dure a morire, soprattutto quando presentate non come una ideologia ma come un processo tecnico. E così la Grecia sta male, il tasso di disoccupazione è al 27% e per i giovani raggiunge il 60%, sta vivendo il sesto anno di recessione di fila, il debito ammonta al 175%. E le conseguenze sociali si fanno sempre più sentire, ovunque. Oggi dobbiamo apprendere ques

L'Italia sta male

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Un PIL in calo del 2,4%, i consumi in calo del 3,9% su anno, con la spesa delle famiglie a -4,3%, debito pubblico arrivato al livello record del 127% del PIL, una pressione fiscale che nel 2012 ha raggiunto il 44% rispetto al Pil. Sono questi i dati forniti ieri dall'Istat, che fotografano un Paese in profonda crisi. E ancora: la crisi non lascia spazio alla ripresa, dato che a gennaio il numero dei disoccupati sfiora i 3 milioni, con un aumento su dicembre di 110 mila unità; su base annua i senza lavoro sono oltre mezzo milione in più, e il tasso di disoccupazione è salito all'11,7%, con i giovani tra i 15 e i 24 anni a pagare il prezzo più pesante, ancora una volta. "I dati sulla crisi economica, sociale ed occupazionale sono allucinanti. È come trovarsi in caduta libera in un pozzo senza fondo". Questo il commento del capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Cesare Damiano , ai dati diffusi dall’Istat, che fotografano un’Italia tornata indie

Il rapporto Caritas sulla povertà in Italia nel 2012

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 la copertina del Rapporto Caritas 2012  Negli ultimi 3 anni, dall'esplosione della crisi economica, c'è stata un'impennata degli italiani che si sono rivolti ai Centri Caritas e che ormai sono il 33,3%, in particolare casalinghe (+177,8%), anziani (+51,3%) e pensionati (+65,6%). E' quanto emerge dal rapporto 2012 sulla povertà, presentato ieri dalla Caritas, in occasione della Giornata internazionale di lotta alla povertà. Il Rapporto si basa essenzialmente sulle persone che nel corso del 2011 si sono rivolte ai Centri di ascolto promossi dalle Caritas diocesane italiane , in particolare sui dati dei centri di ascolto che hanno attivato le rilevazioni online. Sul versante della risposta istituzionale , gli operatori delle Caritas evidenziano " l'evidente incapacità dell'attuale sistema di welfare a farsi carico delle nuove forme di povertà e delle nuove emergenze sociali derivanti dalla crisi economico- finanziaria". Per la Caritas

L'autunno caldo

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L’estate durerà ancora tre settimane secondo il calendario,  ma per molti lavoratori è già finita. Oltre alle vertenze sulle prime pagine dei giornali come quella del Carbosulcis e dell' Alcoa, ci ricorda il quotidiano l'Unità, ci sono decine di crisi ancora irrisolte, da quelle del settore elettrodomestici (Electrolux, Indesit, Antonio Merloni) a quelle del settore aereo (da Windjet a Meridiana) passando per la produzione nel comparto ferroviario ( Ansaldo Breda e Firema) , l'Ict e il tessile (alla crisi della Miroglio si è aggiunta quella di Sixty mentre una soluzione si è trovata per la Golden Lady/Omsa).  Sono 150 tavoli di crisi aziendale aperti al ministero dello Sviluppo economico per circa 180.000 lavoratori coinvolti e oltre 30.000 esuberi: l'autunno - secondo i sindacati che hanno rielaborato dati del ministero - si prepara ad essere molto difficile sul fronte delle crisi industriali, con la situazione più difficile nell'ultimo ventennio. L'

La crisi cambia il menu degli italiani

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Oggi il Consiglio dei Ministri dovrebbe esaminare e approvare la spending review, il provvedimento di riduzione della spesa, non più secondo tagli lineari, ma dopo avere individuato i settori nei quali si potrebbe intervenire, senza compromettere servizi essenziali . Occorre quindi aspettare il dettaglio dei provvedimenti che saranno varati per conoscere le decisioni del Governo che, lo ricordiamo, deve intervenire per scongiurare l'aumento dell'IVA, già deciso dal precedente Governo Berlusconi, che dovrebbe scattare in ottobre. Quindi si tratta di trovare il modo di ridurre la spesa, senza definire ulteriori rincari per le tasche degli italiani, già duramente colpiti dalla crisi. Una crisi che, come ha tagliato anche i consumi e cambiato il menu degli italiani, che hanno già attuato la spending review a tavola. Si mangia più pasta (+3 per cento) e meno bistecche (-6 per cento), mentre in generale i consumi alimentari si sono ridotti dell’1,5 per cento. E’ quanto eme

Se la crisi cancella una generazione

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Non solo siamo «un Paese vecchio, con idee vecchie», come ha detto Cesare Prandelli ieri mattina, ma siamo anche tanto affezionati al mondo che abbiamo dietro alle spalle da spendere la maggior parte del nostro tempo nel rimpianto invece che nella voglia di futuro e di cambiamento. Inizia così l'editoriale di oggi del direttore Mario Calabresi, su La Stampa, che parte dai dati di ieri dell'Istat e dalla conferenza stampa di ieri del Ct Prandelli. Secondo Calabresi, " viviamo di nostalgia del passato , un passato spesso idealizzato e totalmente riscritto nella nostra memoria, mentre avremmo bisogno di un’operazione radicale che torni a inserire nelle nostre teste il sentimento opposto : la nostalgia del futuro, la fame di futuro". L'editoriale è, in particolare, dedicato ai giovani. Calabresi ricorda che " A lungo si è detto: è tempo di investire sui giovani, di scommettere sulle nuove generazioni, oggi basterebbe molto meno, basterebbe vederli, accorge

I dati sul lavoro in Brianza

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Sta andando male, andrà anche peggio. L'amministrazione provinciale di Monza e Brianza vede nero in fatto di occupazione. Sono stati presentati ieri, nella sede della Provincia di Monza, i dati relativi al flusso del mercato del lavoro nel 2011 . I dati, elaborati dall'Osservatorio specifico, sono quelli relativi alle assunzioni e cessazioni, che le aziende della Provincia devono obbligatoriamente comunicare. I dati dicono che nel 2011 si è registrato un saldo negativo, tra avviamenti e cessazioni, di oltre 3.600 unità. "Questi dati confermano il trend recessivo in cui si trova il nostro Paese – commenta il Presidente Dario Allevi – e le conseguenze drammatiche che questa crisi provoca anche in Brianza, una delle principali locomotive economiche d'Europa". Le assunzioni avvengono prevalentemente tra i giovani : il 49% degli avviamenti complessivi avviene per la classe di età 20-34 anni, mentre la classe di età 35-49 anni possiede una quota percentuale de

La pazienza di rammendare

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Si potrebbero scrivere tante cose su quello che è successo ieri a a Romano di Lombardia. Oggi, Dario Di Vico sul Corriere ( qui ) e Massimo Gramellini su La Stampa ( qui ) fanno interessanti riflessioni. Scrive Dario Di Vico che la società vive in una condizione di stress che ha pochi precedenti nella storia recente del Paese , anche perché in questa congiuntura la percezione di solitudine si coniuga con un pericoloso vuoto di autorità. Un concetto sul quale torna anche Massimo Gramellini, che scrive che le persone più fragili si disperano fino a impazzire perché il potere non li ascolta e quando parla non usa il linguaggio della speranza ma quello della paura. Ma le ragioni più profonde della disfatta umanitaria in corso non riguardano solo gli imprenditori e non sono neppure economiche, scrive ancora Gramellini.  Sono psicologiche. Il senso di umiliazione che prende alla gola chi si vede costretto a ridurre il tenore di vita della propria famiglia. La solitudine di chi no

Rosa Parks 1955 - Barack Obama 2012

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In questa foto, pubblicata ieri sull'account twitter di un responsabile della Casa Bianca, c'è tutto il senso di un percorso. Barack Obama siede sull'autobus che ogni giorno portava Rosa Parks a lavoro, e dal lavoro a casa . Siede nell'esatta posizione dalla quale Rosa prese una decisione, istantanea, magari istintiva. Dettata dalla stanchezza di una pesante giornata lavorativa, o dalla stessa stanchezza di cedere a qualcosa che non riusciva più ad accettare, si rifiutò di cedere il posto ad una donna bianca, come era d'uso ai tempi della segregazione razziale, in Alabama. Per quella decisione fu arrestata e portata in carcere. Era il 1955, e quell'evento mise in moto la battaglia per i diritti civili degli Afroamericani che avrebbe portato, quasi sessant'anni dopo all'elezione di Barack Obama. Chi cominciò quella battaglia non sapeva dove avrebbe portato e, ne sono sicuro, si trovava a ribattere ogni giorno contro chi diceva che nulla s

La crisi del lavoro

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La crisi economica ha i suoi effetti non solo sui disoccupati, ma anche fra imprenditori e lavoratori autonomi. E, purtroppo, molte volte ci sono disoccupati, imprendenditori e artigiani che, vista la situazione e immaginandosi senza speranze, arrivano al gesto estremo di togliersi la vita . Sono stati 362 nel 2010 i suicidi dei disoccupati, superando i 357 casi del 2009, che già rappresentavano una forte impennata rispetto ai 270 accertati in media del triennio precedente. Quanto agli imprenditori, nel 2010 ben 336 si sono tolte la vita, contro i 343 del 2009. Solo nei primi mesi del 2012, sono già 23 gli imprenditori che si sono tolti la vita. E' quanto emerge dal secondo rapporto dell'Eures "Il suicidio in Italia al tempo della crisi". Numeri che, purtroppo, non hanno bisogno di commenti. Però vogliamo concludere con una storia positiva: quella di Cristian Stangalini, che non ha voluto piegarsi a un destino che sembrava segnato. Licenziato a 44 anni

Il lavoro: i dati di oggi e le cose da fare

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Oggi Cgil, Cisl e Uil si incontrano tra loro, poi si confronteranno con la Confindustria . Domani è previsto l'incontro con il Governo , che ieri ha già visto i rappresentanti di commercianti e artigiani. I temi all'ordine del giorno sono l'occupazione, la precarietà, l'eccesso di tipi di contratto, le norme che regolano il mercato del lavoro. Su diversi tavoli tecnici gli esperti stanno mettendo a punto diverse ipotesi. “In un momento di crisi così profonda” sostiene Bersani, “sono decisive la coesione sociale e la condivisione degli obiettivi e degli strumenti”. Fermo restando che al primo posto dell'agenda deve esserci l’imperativo del fare qualcosa per dare lavoro. Oggi sono usciti dall'Inps nuovi dati, sul fronte del lavoro: quelli sulla cassa integrazione ordinaria sono in calo a gennaio, e sono in discesa anche le cifre di quella straordinaria e in deroga. Sono però cresciute disoccupazione e mobilità. Tra fallimenti e chiusure, tre anni di re

Il lavoro in Italia e i tavoli di crisi

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L'economia arranca sull'orlo della recessione e nel 2011 ben 195 aziende - grandi e piccole, dal Friuli fino alla Sicilia - hanno cercato protezione sotto la tendina ad ossigeno dei tavoli di crisi aperti al ministero dello Sviluppo economico . I lavoratori coinvolti, indotto compreso, sono circa 300mila. I posti davvero a rischio nel breve periodo, dicono fonti vicine al dicastero, sono «più o meno 30mila». I dossier industriali sul tavolo del governo a fine dicembre erano ben 195 . I problemi delle realtà più piccole (purtroppo) raramente riescono ad arrivare fino a Roma. Ma nel campione dei "ricoverati" alla Sviluppo economico c'è un po' di tutto : grandi imprese come Fincantieri, i pullman della Irisbus, AnsaldoBreda, la storica siderurgia della Lucchini e i villaggi della Valtur, filiali di aziende estere (da Alcatel ad Abb) pronte a chiudere i battenti in Italia per trasferirsi verso Oriente e stabilimenti in cerca di riconversione. E ancora: l

L'Italia può e deve farcela

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immagine da www.quirinale.it Oltre 13 milioni di italiani hanno seguito in diretta il tradizionale messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica. Napolitano sapeva di dover affrontare il discorso più complesso dei suoi anni di presidenza , perchè pronunciato in un momento delicatissimo per la vita del Paese. Anche per questo, allora, il Presidente è partito con un ringraziamento all'Italia : "Grazie per il calore con cui mi avete accolto ovunque mi sia recato per celebrare la nascita dell'Italia unità e i suoi 150 anni di vita e per avermi trasmesso nuovi e più forti motivi di fiducia nel futuro dell'Italia". Nei 21 minuti del messaggio, il Presidente ha parlato di crisi economica, giovani, riforme, Europa, rigenerazione della politica, lavoro, moralità. Napolitano non ha negato la drammaticità della situazione, scegliendo di fare un discorso di verità al Paese : "è inutile farsi illusioni: il debito pesa come un macigno e i tassi sono perico

L'anno che sta arrivando...

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L'anno della manovra Salva-Italia da 34,9 miliardi di euro, resa urgente per garantire il pareggio di bilancio nel 2013 e salvare l'Italia dal baratro greco, inizia domani . Tra brindisi e auguri per il 2012 , gli italiani faranno i conti con balzelli vecchi e nuovi. Dal primo gennaio scattano anche gli aumenti per elettricità, riscaldamento e pedaggi. Gli ultimi sondaggi dicono che gli italiani sono inquieti e, anzi, impauriti da quel che ci attende nell'anno che sta per iniziare : nove persone su dieci ritengono che nel 2011 l'economia italiana sia peggiorata, e quattro su dieci pensano che nel 2012 peggiorerà ancora. Dall'altro lato, però, i sondaggi registrano la fiducia che , nonostante le nuove tasse e le ultime decisioni, il governo Monti ci condurrà oltre la crisi. È ciò che pensano i due terzi degli italiani. Certi che il governo tecnico ci guiderà al di là delle nebbie, fino a un porto sicuro. Il 2012 sarà l'anno in cui la politica dovrà pr

Too little, too slow, too late

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Ieri vi abbiamo raccontato del summit di Bruxelles dove i leader dei paesi dell’Unione Europea si sono accordati su una modifica dei trattati europei. Quest'oggi facciamo il punto della situazione con Lapo Pistelli, responsabile Esteri del PD. “Troppo poco, troppo lentamente, troppo tardi” non basta più. Non possiamo che sperare che il vertice europeo raggiunga un’intesa sulle proposte avanzate in questi giorni per affrontare l’emergenza che strangola l’Europa da mesi, ma abbiamo già ora l’inquieta consapevolezza che le decisioni che saranno adottate sono al di sotto del coraggio che richiede questo passaggio storico. La crisi non è economica, ma innanzitutto politica. Pavel Sikorsky, una settimana fa, ha affernato a Berlino: “Credo di essere il primo ministro degli esteri polacco della storia a dire questa cosa. Temo la potenza della Germania meno di quanto comincio a temere la sua inattività.” Helmut Schmidt, arringando la platea della Spd dall’alto dei suoi 93 anni, h

Riprendiamoci il campo

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La crisi globale dell'economia e della finanza sta mutando profondamente gli equilibri mondiali e mette con tutta evidenza in discussione questo modello di sviluppo . In Italia, il Governo non ha saputo contrastare gli effetti peggiori della crisi, trascinandoci in una situazione ormai insostenibile sotto ogni punto di vista: istituzionale, politico, economico e morale. Il nostro Paese è oggi, fermo, prostrato, sfiduciato, incapace di investire sul proprio futuro. Un Paese dove soprattutto ai giovani viene negata una prospettiva decente di vita e di lavoro . La disoccupazione giovanile sfiora, infatti, il 30% contro il 20% del resto d'Europa; sono due milioni i giovani che non studiano, non lavorano e non sono nemmeno inseriti in percorsi di formazione; cresce il numero - in Lombardia più che altrove - di giovani e soprattutto di donne che rinunciano alla ricerca di un posto di lavoro . Le manovre economiche e finanziarie che si sono succedute in questi due anni, ed in

L'Italia prima di tutto

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Questo governo ci ha precipitati nel discredito,  nell'umiliazione, nella totale mancanza di credibilità.  «Basta con i giochetti.  Ora un esecutivo di emergenza  per fermare la crisi sui mercati.  Se la destra non ci sta, subito alle elezioni».  Intervista a Pier Luigi Bersani di Simone Collini - L'Unità DoppiaM Questo governo ci ha precipitati nel discredito, nell'umiliazione, nella totale mancanza di credibilità». La preoccupazione per l'andamento della  Borsa  e per il nuovo record segnato dai  tassi d'interesse  dei Buoni del tesoro sembra quasi superare la soddisfazione per le annunciate dimissioni di Berlusconi. Dice Pier Luigi Bersani che la soddisfazione è «per come abbiamo condotto una battaglia che si sta rivelando positiva, per come abbiamo indotto il Parlamento a certificare la  crisi della maggioranza  col voto, e per come abbiamo ottenuto l'accelerazione della fase politica». Oggi viviamo «un disastro annunciato», dice guardando ai dati economi