Rosa Parks 1955 - Barack Obama 2012


In questa foto, pubblicata ieri sull'account twitter di un responsabile della Casa Bianca, c'è tutto il senso di un percorso.

Barack Obama siede sull'autobus che ogni giorno portava Rosa Parks a lavoro, e dal lavoro a casa. Siede nell'esatta posizione dalla quale Rosa prese una decisione, istantanea, magari istintiva. Dettata dalla stanchezza di una pesante giornata lavorativa, o dalla stessa stanchezza di cedere a qualcosa che non riusciva più ad accettare, si rifiutò di cedere il posto ad una donna bianca, come era d'uso ai tempi della segregazione razziale, in Alabama. Per quella decisione fu arrestata e portata in carcere.


Era il 1955, e quell'evento mise in moto la battaglia per i diritti civili degli Afroamericani che avrebbe portato, quasi sessant'anni dopo all'elezione di Barack Obama.

Chi cominciò quella battaglia non sapeva dove avrebbe portato e, ne sono sicuro, si trovava a ribattere ogni giorno contro chi diceva che nulla sarebbe mai cambiato. Che la realtà era quella e tanto valeva farsela piacere.

Un muro di Harlem, NY City

Un'affermazione senza tempo, che ci racconta una paura presente oggi più che mai, in cui la crisi della politica e dell'economia generano atteggiamenti di rassegnazione verso il futuro e il proliferare di risposte sbagliate a problemi reali.

La storia però ci racconta che il percorso da ricercare è un altro,
e quelle foto ce lo continuano a ricordare.

Mao

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