Cose di cui dovremmo riflettere: chiude l'Università di Atene
Le politiche di austerità imposte dall'Europa delle destre alla Grecia hanno avuto l'effetto di ridurre quel paese allo stremo, senza peraltro portare alcun miglioramento in termini di debito pubblico, di freno alla speculazione finanziaria e soprattutto di crescita e sviluppo economico.
L'errore di quelle scelte, che sono sempre state presentate come l'unica necessaria ricetta possibile, sebbene di scelte ideologiche si trattasse, è stato ormai riconosciuto da importanti organi internazionali, come il Fondo Monetario Internazionale, o da autorevoli quotidiani economici. Ma si sa, le ideologie sono dure a morire, soprattutto quando presentate non come una ideologia ma come un processo tecnico.
E così la Grecia sta male, il tasso di disoccupazione è al 27% e per i giovani raggiunge il 60%, sta vivendo il sesto anno di recessione di fila, il debito ammonta al 175%. E le conseguenze sociali si fanno sempre più sentire, ovunque.
Oggi dobbiamo apprendere questa notizia:
Il Senato dell’Università Nazionale Capodistriana di Atene (EKPA) nella sua sessione straordinaria di oggi 23 settembre 2013 riscontra:
l’oggettiva e assoluta impossibilità dell’Università di Atene di svolgere le sue funzioni didattiche, di ricerca e amministrative;
che l’incomprensibile insistenza del ministero della pubblica istruzione e delle religioni, delle riforme amministrative e dell’e-government in scelte che minano direttamente l’istruzione superiore delle nuove generazioni in Grecia, che sono la sostanziale speranza per superare la crisi sociale e finanziaria nei prossimi anni, non può in nessun modo essere accettata;
che i ministeri della pubblica istruzione e delle riforme con calcoli di contabilità infondati e approssimazioni, indegni delle istituzioni responsabili di uno stato civile, e nella più totale opacità, emarginano la prima università del paese e dei Balcani, che offre ininterrottamente dal 1837 un importante contributo per la didattica, la ricerca e la società, contribuendo allo sviluppo del paese.
Il Senato, quindi, decide di ricorrere ai tribunali competenti del paese e a quelli europei, sulla base dei suoi diritti costituzionali e delle Convenzioni Internazionali sullo spazio comune nell’istruzione superiore.
Il Senato dell’Università Nazionale Capodistriana di Atene informa con mestizia l’opinione pubblica che l’Università di Atene è costretta contro la propria volontà a dover cessare l’immatricolazione di nuovi studenti, lo svolgimento degli appelli, le sessioni di laurea e in generale qualsiasi altra attività accademica e sociale, nonché dell’impossibilità di adempiere ai suoi compiti internazionali.