Riprendiamoci il campo


La crisi globale dell'economia e della finanza sta mutando profondamente gli equilibri mondiali e mette con tutta evidenza in discussione questo modello di sviluppo.

In Italia, il Governo non ha saputo contrastare gli effetti peggiori della crisi, trascinandoci in una situazione ormai insostenibile sotto ogni punto di vista: istituzionale, politico, economico e morale.

Il nostro Paese è oggi, fermo, prostrato, sfiduciato, incapace di investire sul proprio futuro. Un Paese dove soprattutto ai giovani viene negata una prospettiva decente di vita e di lavoro. La disoccupazione giovanile sfiora, infatti, il 30% contro il 20% del resto d'Europa; sono due milioni i giovani che non studiano, non lavorano e non sono nemmeno inseriti in percorsi di formazione; cresce il numero - in Lombardia più che altrove - di giovani e soprattutto di donne che rinunciano alla ricerca di un posto di lavoro.

Le manovre economiche e finanziarie che si sono succedute in questi due anni, ed in modo particolare le due che sono state approvate tra luglio e inizio settembre, hanno un segno fortemente depressivo, dove nulla è previsto per stimolare la crescita, ed hanno un carattere di profonda e ripetuta ingiustizia perché fanno ricadere su una sola parte del Paese - quella più verificabile o più debole o meno garantita - il costo di un risanamento necessario ma che non sarà raggiunto in ragione del fatto che non si punta alla ripresa ed allo sviluppo.

I tagli insostenibili a Regioni ed Autonomia locali non solo hanno la conseguenza di ridurre i servizi ai cittadini ed aumentare l'imposizione fiscale, ma determinano un corto circuito tra i livelli istituzionali ed amministrativi, impedendo nella sostanza a Regioni ed Autonomie Locali di esercitare le funzioni ad esse attribuite dallo Stato.

Noi pensiamo che non sia più possibile rassegnarci a questo stato di cose: l’Italia deve ripartire, voltare pagina, rinsaldare i capisaldi della convivenza civile, come più volte richiamato dal Presidente della Repubblica nella sua incessante azione di garante delle Istituzioni.

L’Italia ha bisogno di una diversa politica economica e sociale 
e di riscoprire l’etica della responsabilità pubblica 
e dell’azione di governo.

Per queste ragioni, vogliamo dare appuntamento a tutti coloro che vogliono bene all’Italia e non cessano di indignarsi di fronte al degrado delle istituzioni e alla negazione di futuro cui siamo condannati da un Governo screditato nel mondo e che ha fallito in Italia,

Sabato 12 novembre 2011 alle ore 14,30 a Milano
ai Bastioni di Porta Venezia

per una manifestazione regionale aperta al contributo e all’apporto dei componenti della società civile, del mondo del lavoro, del mondo associativo e delle cittadine e dei cittadini.

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