"Nessuno paga nessuno"


Nel post precedente abbiamo parlato dei primi dati dell'Istat sulla disoccupazione che rivelano la drammatica situazione del lavoro in Italia, con il tasso di disoccupazione che a settembre è balzato all'8,3%, dall'8,0% di agosto.

Ed è ancora più drammatico il dato della disoccupazione giovanile: i giovani dai 15 ai 24 anni senza lavoro sono il 29,3%, in aumento rispetto al 28% di agosto. E' il dato peggiore degli ultimi sette anni.

Il quotidiano "La Stampa" quest'oggi ci racconta come la crisi del credito arrivi fino alle imprese.




- Nel Paese dei contanti all’improvviso non circolano più soldi. «Da qualche mese nell’economia reale nessuno paga più nessuno, è tutto bloccato», lanciano l’allarme gli artigiani varesini. Le imprese hanno difficoltà a farsi finanziare il capitale circolante dalle banche, così si tengono quel poco di liquidità in cassa rallentando i pagamenti a valle della filiera produttiva.

Da Nord a Sud la musica è pericolosamente la stessa. Luca S. insieme a un socio e 3 collaboratori fa il gessista a San Giorgio a Cremano, cintura trafficata di Napoli. Un’attività artigianale tipica non fosse che, al 20 ottobre 2011, lamenta 90 mila euro di mancati incassi. «Sono in credito da oltre 5 mesi con un’azienda di quadri elettrici a cui ho sistemato la sede, e da 7 con un paio di commercianti in abbigliamento a cui ho ristrutturato il negozio», racconta trafelato Luca S. «Avevo un fido di 50 mila euro con la mia banca, ridottomi 2 settimane fa alla metà, così ho dovuto chiedere soldi a un altro istituto per saldare alcuni fornitori». Ovviamente pagando tassi più alti perché con questi spread la raccolta bancaria costa cara e gli istituti, grandi e piccoli, aggiornano in tempo reale i propri listini.

Nodi intricati Nella vicenda di Luca S. si mescolano alcuni dei nodi più intricati della crisi in corso. Dalla stretta bancaria sulle Pmi alla piaga dei ritardi di pagamento in un Paese in cui, nell’ultimo anno (fonte Bankitalia), l’indebitamento delle imprese ha già superato i 980 miliardi di euro (+6,1% sul 2010) e i tanti Luca S. d’Italia che non incassano le fatture dai clienti medio-grandi non riescono, a cascata, a saldare i crediti dei propri fornitori e contoterzisti.

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DoppiaM

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