Il declino non è una strada obbligata


Il 24% delle famiglie italiane è a rischio povertà ed esclusione sociale, una famiglia su 4 fa fatica a pagare mutuo e bollette, 4 su 10 non faranno nemmeno una settimana di vacanze, 3 su 10 non possono affrontare spese impreviste.

800 mila donne lavoratrici sono state licenziate perché incinta, oltre 500 mila giovani hanno perso il lavoro nel biennio 2009/2010, mentre sono 2 milioni le persone che ormai non cercano più un'occupazione e la dispersione scolastica ha raggiunto la percentuale record del 19%.

Sono alcuni dei dati del Rapporto 2010 dell'Istat sullo stato del Paese.

L’Istat oggi fotografa una situazione a dir poco allarmante sulla condizione economica e sociale del Paese, quasi una società senza futuro.

Come scrive oggi Mario Calabresi su La Stampa, "agli italiani il rapporto annuale dell’Istat, presentato ieri, non dice assolutamente niente di nuovo. A loro non serve. Racconta cose che già sanno, che sentono sulla loro pelle ogni giorno: la paura di scivolare nella povertà, il calo del potere d’acquisto, la minore capacità di risparmiare e il gonfiarsi del numero dei giovani che non trovano lavoro e passano le loro giornate tra il divano della casa dei genitori, il computer e l’aperitivo in piazza".

I numeri ci dicono che gli Italiani stanno peggio, che la crisi non è ancora definitivamente alle spalle e che non è vero che reggiamo meglio degli altri Paesi. L’immagine dell’Italia consegnataci dall’Istat è quella di un Paese preoccupato a tirare a campare, che ha bisogno di una stagione di riforme profonde e strutturali per cogliere le potenzialità che ha e che rischiano di essere umiliate senza una svolta politica

Per chiudere ancora con Calabresi, "il declino non è una strada obbligata, l’Italia è piena di energie, di intelligenze, di persone che fanno sacrifici e sforzi, ma questi giacimenti positivi faticano sempre più a trovare uno sbocco, una direzione, una declinazione dell’idea di futuro. E così ci troviamo obbligati a censire scoraggiati e disillusi, mentre a Roma ci si ingegna per mettere in cantiere un nuovo bel rimpastino di governo".

Qui tutto il materiale dell'Istat

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