Cosa succede in Italia, tra dimissioni e richieste dell'Europa

Ieri sera: Silvio Berlusconi lascia il Qurinale

Alla fine il presidente del Consiglio ha ceduto: il voto della Camera sul Rendiconto dello Stato ha certificato l’inconsistenza della sua maggioranza.

Dopo il faccia a faccia con Giorgio Napolitano ha preso atto di non avere più la maggioranza e ha annunciato le dimissioni, dopo avere approvato la legge di stabilità.

La legge di stabilità, promessa la scorsa settimana all'Europa, in realtà non è stata ancora scritta. A Palazzo Chigi ci stanno ancora lavorando.

Su questo provvedimento l'Italia si gioca la sua credibilità in Europa. E questo è un tema ben più importante, rispetto al destino personale del Premier (ormai in scadenza).


Olli Rehn è il commissario europeo agli Affari economici.

Ieri Repubblica ha pubblicato, in esclusiva, la lettera del 4 novembre di Rehn al Ministro Giulio Tremonti: l'Europa chiede all'Italia una manovra aggiuntiva, la sesta dell'anno, per garantire la tenuta dei conti pubblici.

La lettera si divide in due parti: una prima pagina di introduzione (qui), in cui si dà al Governo appena una settimana per rispondere (la scadenza è venerdì); segue poi un questionario di cinque pagine (qui), con trentanove dettagliate domande, con la richiesta di chiarimenti su ogni singolo aspetto della politica economica promessa dal Cavaliere per proteggere l’Italia dai mercati.

Il primo punto del questionario è una vera bomba. Così recita: "Non riteniamo che il contesto economico assicuri il raggiungimento del pareggio di bilancio entro 2013, servono pertanto misure addizionali per raggiungere gli obbiettivi sui conti pubblici nel 2012 e 2013. Sono già state pianificate nuove misure e se sì, quali? Ci saranno ulteriori tagli alla spesa pubblica?".

Prima dell'Italia, nessun governo, nemmeno quello greco, che pure beneficia di un programma di aiuti finanziari, è mai stato messo così alle strette dalle istituzioni comunitarie.

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