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È ancora possibile approvare lo ius soli?

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di Annalisa Camilli, giornalista di Internazionale Una manifestazione per chiedere l’approvazione della legge di riforma della cittadinanza a piazza Montecitorio, Roma, 12 settembre 2017. (Andrea Ronchini, Pacific Press/Zu ma/Ans Negli ultimi giorni si è aperto uno spiraglio che potrebbe portare all’approvazione della legge di riforma della cittadinanza impropriamente chiamata ius soli (in realtà si tratta di uno ius soli temperato). Sembrava che il governo ci avesse definitivamente rinunciato, ma tutto è stato rimesso in gioco dall’adesione del ministro delle infrastrutture Graziano Delrio a uno sciopero della fame per chiedere di approvare la riforma al più presto. L’iniziativa è stata promossa da un gruppo di insegnanti e studenti e rilanciata dal senatore Luigi Manconi e dai Radicali italiani. Delrio propone di portare il disegno di legge 2092 in aula e di votarlo, ma nel governo ci sono posizioni diverse. Il ministro degli esteri Angelino Alfano (Alternativa popolare)

La casa in cui si combatte la violenza sulle donne

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L’ingresso del centro antiviolenza Lucha y siesta, giugno 2017. (Sara Cervelli) Jasmine ha ventidue anni e due vite. Ha dipinto le pareti della sua stanza di verde e di rosso per ricordarlo: in basso ha disegnato con il pennello una striscia rosso scuro come il suo vestito da sposa. In alto ha dipinto una striscia verde come il giardino della casa dove abita nella sua nuova vita, quella che è cominciata quando è scappata dall’appartamento dove era stata rinchiusa dal marito in una città dell’Italia del nord. Jasmine non è il suo vero nome, ma per ragioni di sicurezza non può rivelare la sua identità. Fa fatica a ricordare i particolari del primo e del secondo tempo della sua storia, ma non dimentica le date: si è sposata due giorni prima del suo diciottesimo compleanno nel 2013. Tre anni dopo – nel 2016 – è entrata per la prima volta a Lucha y siesta , nella periferia est di Roma, un centro antiviolenza e una casa delle donne fuori dai canoni, “un progetto di semiautonomia”, come l

Perché gli insegnanti devono sostenere la battaglia per lo ius soli

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Franco Lorenzoni , insegnante Credo sarebbe utile che almeno noi insegnanti facessimo più attenzione all’uso delle parole. Da dieci anni siamo invitati, da una Raccomandazione del parlamento europeo fatta propria dal ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca (Miur), a lavorare nelle scuole alla costruzione di otto competenze chiave di cittadinanza. Le Indicazioni nazionali per il curricolo , che sono legge dello stato dal novembre 2012, titolano un paragrafo “per una nuova cittadinanza”. La parola cittadinanza nomina, secondo il dizionario, il “vincolo di appartenenza di un individuo a uno stato, che comporta un insieme di diritti e doveri”. Ma quando entriamo in classe, molti di noi si trovano davanti bambini e ragazzi figli di immigrati che, pur frequentando le scuole con i compagni italiani, non sono cittadini come loro. Se nati qui, dovranno attendere fino a diciott’anni senza nemmeno avere la certezza di diventarlo, se arrivati qui da piccoli (e sono poco

Non c’è niente di più pericoloso di un leader stupido

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Oliver Burkeman, The Guardian, Regno Unito Donald Trump alla Casa Bianca, il 26 gennaio 2017. (Stephen Crowley, The New York Times/Contrasto) Come avrete notato, c’è un bel po’ di stupidità in giro per il mondo. Per fare un esempio ovvio, considerate quello che il giornalista Josh Marshall, ispirandosi al principio filosofico del “rasoio di Occam” , chiama “il rasoio di Trump” : quando cerchiamo di decodificare le azioni del presidente, è sempre più probabile che la spiegazione giusta sia la più stupida che ci viene in mente. Qualcuno sostiene che dovremmo essere contenti di avere leader stupidi, perché questo li rende meno pericolosi, pensate se fossero abbastanza intelligenti e determinati da mettere in atto le loro idee peggiori! Ma il defunto economista italiano Carlo Cipolla non la pensava così. Nel 1976 pubblicò un saggio ironico che nell’era di Trump sta suscitando nuovo interesse. Le leggi fondamentali della stupidità umana avanza l’allarmante teoria che le pers

Piccolo tour del disastro nella pianura padana - Padania classics

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Centro commerciale Mega di Vimercate, 1 aprile 2017. (Filippo Minelli per Internazionale, Padania classics) Wu Ming 2, scrittore appartenente al collettivo Wu Ming ci racconta su Internazionale la visita partita da Milano per visitare alcuni epicentri del disastro psicourbanistico che affligge la “Piana”  Una cinquantina di fotografi e videomaker, giornalisti e architetti, critici d’arte e appassionati ha raccolto l’invito di Filippo Minelli ed Emanuele Galesi, che da sette anni catalogano e analizzano gli elementi costitutivi del paesaggio padano. I turisti calano dal torpedone armati di teleobiettivi e macchine fotografiche. Sciamano entusiasti nell’unica navata del centro commerciale Mega di Vimercate, si radunano sotto la cupola di metacrilato, studiano le iscrizioni alle pareti: il supermercato si definisce “controcorrente”, la parrucchiera è “ParrucChiara”. Mentre ammirano l’erba sintetica del presbiterio, una cliente li interpella, lo sguardo complice di chi ha c

"Il futuro di questa cruciale aera del mondo non può essere un ritorno al passato".

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In queste settimane dalle pagine de L'Unità, Adriano Sofri ci sta raccontando della situazione di Mosul. Le forze irachene, sostenute dalla coalizione internazionale, hanno lanciato l’offensiva per riprendere il controllo di Mosul, roccaforte dello Stato islamico in Iraq. Due anni dopo che i jihadisti presero il controllo della località abitata da 1,5 milioni di abitanti e dichiararono la nascita di un ‘califfato’ tra Siria e Iraq, circa 30mila soldati delle forze di Baghdad Vi proponiamo di seguito una riflessione più politica di Umberto De Giovannangeli Una guerra si può anche vincere ma se non si ha una strategia politica per il dopo, quella vittoria può trasformarsi in un disastro. A insegnarlo è la storia dell’Iraq. Abbattere il “mostro” non basta per dare stabilità e mantenere unito l’Iraq: valeva ieri per Saddam Hussein, vale oggi per l’autoproclamato “Califfo” dello Stato islamico, il tagliagole Abu Bakr al-Baghdadi. Senza memoria non c’è futuro. E la memoria de

Il lavoro nelle aziende logistiche oggi

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Christian Raimo , giornalista e scrittore, in seguito alla morte di Abd Elsalam Ahmed Eldanf, un operaio dell’azienda di logistica Gls (General logistics systems) di Piacenza,  è stato travolto e ucciso  con un camion aziendale mentre stava facendo un picchetto, organizzato dall’Unione sindacale di base (Usb), davanti alla Gls ci racconta il mondo del lavoro nelle logistiche, Nella notte tra il 14 e il 15 settembre è successa una cosa gravissima. Riccardo Germani, rappresentante del sindacato Usb, racconta così i fatti: “Le trattative erano andate male. Avevamo trasformato l’assemblea in un picchetto davanti ai cancelli della Gls. Eravamo una trentina. A un certo punto quelli dell’azienda hanno incitato i camion a forzare il picchetto. E uno, l’azienda l’ha definito un prevosto… un padroncino… insomma, l’ha fatto. Ha accelerato e ha ammazzato sul colpo Abd Elsalam”. Elderah Fisal Elmoursi, un altro operaio, che era presente dichiara: Situazioni del genere, così tese, erano già acc

Le intercettazioni, il giornalismo, la politica

Questa domenica vi consigliamo la lettura dell'editoriale di Giovanni De Mauro, direttore dell' Internazionale , che analizza la questione delle intercettazioni, e come queste vengano utilizzate in maniera politica:  Imprenditori, banchieri, presidenti del consiglio, ministri, esponenti dell’opposizione, amministratori locali. Le intercettazioni sono diventate una parte importante della vita politica italiana. Un fatto che non ha uguali, in termini di ampiezza e sistematicità, in nessuno dei paesi europei e occidentali a cui ci piace confrontarci. Le intercettazioni sono strumenti d’indagine, mezzi per la ricerca di prove. Passarle ai giornali è illegale ed è illegale pubblicarle quando le indagini sono ancora in corso o, peggio, quando le intercettazioni non hanno alcuna rilevanza penale. Senza entrare nel merito dei contenuti (è ovvio che se vengono pubblicate è perché spesso viene detto qualcosa di sbagliato), dovremmo chiederci chi decide di darle ai giornali e perché

I TG dimenticano le crisi umanitarie

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I media stanno dimenticando le crisi umanitarie. Afghanistan, Nigeria, Medioriente, Libia, Libano, Mali, Iraq, Sudan, Sud Sudan, Congo, Egitto, Algeria, Yemen, Birmania, le guerre, a diffusione delle malattie tropicali, sono dimenticate dai telegiornali che ne ignorano l'esistenza. Questa è la denuncia presentata da Medici senza Frontiere attraverso il suo rapporto intitolato  Le crisi umanitarie dimenticate dai media nel 2012 . Nel rapporto si analizza la copertura da parte dei tg nazionali per tutto il 2012, proseguendo un lavoro di analisi cominciato nel 2006. I tg, di fatto, preferiscono soffermarsi sull'analisi politica interna, sulle beghe vere e supposte all'interno di ogni partito, ignorando quelle che sono le attività di denuncia ed informazione più ad ampio raggio. E' un dato evidente anche negli investimenti fatti dai singoli giornali nel lavoro di reportage, lasciato ormai quasi interamente in mano a freelance che mettono a rischio la propria vita,

La finestra sul Mondo

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In questa foto: la polizia ha usato gli idranti per disperdere i manifestanti a piazza Kizilay, ad Ankara. Dado Ruvic (Reuters/Contrasto) Torniamo ad aggiornarvi su quanto sta accadendo in Siria e Turchia.  Ci aiuta il quotidiano on-line  Il Post. Nel pomeriggio di giovedì 13 giugno (in Italia era notte), la Casa Bianca ha annunciato che il regime siriano di Bashar al Assad ha usato armi chimiche contro i ribelli, che da circa due anni cercano di rovesciare il governo autoritario. Le armi chimiche sono state usate “su scala ridotta” per diverse volte nel corso dell’ultimo anno, secondo gli Stati Uniti. Gli attacchi di questo tipo avrebbero ucciso complessivamente tra le 100 e le 150 persone, ma secondo l’intelligence degli Stati Uniti il numero di morti potrebbe essere più alto. Tra le armi chimiche utilizzate dal regime di Assad ci sarebbe stato anche il sarin, un gas nervino classificato come arma chimica di distruzione di massa. Colpisce il sistema nervoso e porta a u

Due anni di guerra

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Foto tratta da "Il calvario dei bambini siriani, vittime innocenti della guerra civile"  Reportage fotografico di Kate Brooks/Unicef Continuano gli approfondimenti sulla politica estera. Quest'oggi vogliamo tornare a parlare del conflitto siriano. Ci aiuta la rivista Internazionale Il 15 marzo il conflitto in Siria è entrato nel suo terzo anno. Quella che due anni fa era cominciata come una protesta pacifica sull’onda delle altre primavere arabe nella regione per chiedere più diritti e libertà al presidente Bashar al Assad, si è trasformata nel giro di pochi mesi in una guerra civile. Il sito del settimanale statunitense Time pubblica alcune immagini satellitari che mostrano lo stato di alcune città oggi e lo confrontano con la situazione di due anni fa, prima che venissero bombardate. Scorrendo il cursore al centro della mappa si può vedere il prima e il dopo. Le immagini mostrano chiaramente che intere zone di alcune città come Dasmasco, Aleppo e Homs so

La svolta autoritaria dell'Ungheria

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Una protesta a Budapest contro le modifiche alla Costituzione foto di Bernadett Szabo, Reuters/Contrasto Un difetto dei principali organi di informazioni italiani è relegare la politica estera ad un ruolo di comparsa. I giornalisti, soprattutto in questi giorni sono più sensibili ai temi interni che a quelli internazionali e spesso leggono i secondi in funzione dei primi. La politica estera viene relegata tra le ultime pagine dei quotidiani o in un trafiletto della pagina internet. In questi giorni presi ad analizzare, raccontare la situazione italina è passata un po' sotto traccia la notizia per cui il partito del discusso premier ungherese Viktor Orbán ha approvato delle limitazioni alle libertà molto contestate e giudicate una "svolta autoritaria" Ce la racconta il quotidiano online "Il Post" Il parlamento ungherese ha adottato un’importante serie di emendamenti alla Costituzione, proposta dal partito conservatore Fidesz del primo min

"Una guerra da sessantamila morti"

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Un padre visita le tombe dei suoi tre figli, morti nella guerra civile ad Azaz, vicino ad Aleppo, in Siria. (Ahmed Jadallah, Reuters/Contrasto) " Io dico una cosa e ci credo: se volete togliermi dei minuti, dateli alla Siria. Ci sono 60 mila morti e non se ne sta occupando nessuno.  Cerchiamo di guardare un po' fuori, di allargare lo sguardo.  L'Italia è un grande Paese, non può finire a colpi di minutaggio televisivo". Cosi il segretario Pier Luigi Bersani a commento dell ’ennesima apparizione di Monti in tv che suscita le solite prevedibilissime reazioni. Prevedibilissime. Non quella di Bersani. La "guerra invisibile" in Siria conta già 60.000 morti in 20 mesi e 230mila bambini rifugiati. Leggiamo dal sito Internazionale (a proposito se potete abbonatevi alla rivista) Secondo un rapporto del commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, le vittime del conflitto in Siria sono più di 60mila. La cifra dei morti è addirittura su

Cittadinanza e voto degli stranieri, una valanga di firme

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Qui e qui vi avevamo raccontato la campagna "L'Italia sono anch'io" e l'impegno del Partito Democratico e delle associazioni a sostegno della raccolta firme. Raccolta fimre per l'estensione del diritto di voto alle elezioni amministrative ai cittadini stranieri residenti da 5 anni, il riconoscimento immediato della cittadinanza per tutti i bambini nati in Italia e, al raggiungimento della maggiore età, il riconoscimento per chi vi sia entrato entro il decimo anno di età, la riduzione da 10 a 5 degli anni di soggiorno necessari perchè un cittadino extracomunitario possa richiedere la cittadinanza. Ieri mattina sono state consegnate alla Camera dei Deputati le due proposte di legge, sottoscritte con oltre 100mila firme ciascuna. Ne bastavano 50 mila. Ce lo racconta la rivista L'Internazionale . Più di 200mila firme per chiedere nuove norme sulla cittadinanza e per dare la possibilità di voto alle amministrative agli stranieri sono state consegn