Piccolo tour del disastro nella pianura padana - Padania classics

Centro commerciale Mega di Vimercate, 1 aprile 2017. (Filippo Minelli per Internazionale, Padania classics)

Wu Ming 2, scrittore appartenente al collettivo Wu Ming ci racconta su Internazionale la visita partita da Milano per visitare alcuni epicentri del disastro psicourbanistico che affligge la “Piana”
 Una cinquantina di fotografi e videomaker, giornalisti e architetti, critici d’arte e appassionati ha raccolto l’invito di Filippo Minelli ed Emanuele Galesi, che da sette anni catalogano e analizzano gli elementi costitutivi del paesaggio padano.


I turisti calano dal torpedone armati di teleobiettivi e macchine fotografiche. Sciamano entusiasti nell’unica navata del centro commerciale Mega di Vimercate, si radunano sotto la cupola di metacrilato, studiano le iscrizioni alle pareti: il supermercato si definisce “controcorrente”, la parrucchiera è “ParrucChiara”. Mentre ammirano l’erba sintetica del presbiterio, una cliente li interpella, lo sguardo complice di chi ha colto un segreto.

“Siete qui per qualcuno di famoso?”.
“No, signora. Siamo in gita aziendale”.
La donna rimane interdetta, gli invasori non somigliano a impiegati in vacanza, anche se adesso si concedono un caffè, come nella classica pausa da viaggio organizzato.

In realtà, vero motivo della sosta è proprio la visita a questo scatolone grigio di negozi brianzoli, definito “mega” in un tempo remoto, il 1984, quando il gigantismo padano era ancora bambino. Oggi una struttura del genere, circa 2.500 metri quadrati, impallidisce di fronte al maxiprogetto del nuovo supermercato Esselunga di Vimercate sud, con 3mila metri quadrati solo per il settore alimentare e 1.800 per gli altri prodotti.

In compenso il Mega potrebbe rivendicare un primato, quello di essere il più antico centro commerciale della Lombardia, anello di congiunzione tra i mercati coperti di quartiere e le cattedrali dello shopping da svincolo autostradale. Purtroppo non esiste una cronologia ufficiale e le notizie sulla nascita di questi fabbricati si ricavano a fatica da feste d’anniversario e procedure fallimentari. Sono architetture prive di una storia pubblica, dove “il passare del tempo si svela soltanto attraverso la novità dei prodotti”. L’Atlante dei classici padani ne censisce 1.141 tra Piemonte, Lombardia e Veneto. Gli asili nido si fermano a 1.007.


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