L'agenda dell'Italia di questi giorni


Sono giorni importanti per il nostro Paese: i temi da affrontare e le questioni importanti sono tanti, e meritano di essere riassunti.


Ci proviamo...

MONTI A BERLINO DALLA MERKEL
Il presidente del consiglio, Mario Monti, ha incontrato oggi a Berlino il cancelliere tedesco, Angela Merkel. In vista di questo confronto Monti ha rilasciato al quotidiano Die Welt una lunga intervista. Il messaggio è chiaro: noi italiani abbiamo fatto (e faremo ancora con liberalizzazioni e rilancio della crescita, riforma del mercato del lavoro) uno sforzo pesantissimo. Adesso dobbiamo vedere l’impegno dell’Europa. E anche la Germania deve fare la sua parte per affrontare una crisi che non dipende dall’Europa, ma nasce negli Usa.
Durante la conferenza stampa, a chiusura dell’incontro, la Merkel ha riconosciuto gli sforzi dell’Italia: “L'Italia ha fatto molto sul fronte delle riforme. Le misure adottate sono molto importanti. E a questo punto ognuno dei principali Paesi dell'Eurozona dovrà fare la sua parte per la stabilizzazione della moneta unica”.
Una prima ma parziale risposta alle sue richieste l’Italia l’ha già avuta: il trattato europeo che con grande rapidità si sta scrivendo verrà modificato secondo le proposte degli italiani sul tema del debito pubblico e delle procedure per ridurlo.

LA CORTE COSTITUZIONALE DECIDE SUI REFERENDUM
La Corte Costituzionale si pronuncia oggi sull’ammissibilità dei quesiti referendari sulla legge elettorale, il porcellum voluto fortissimamente da Berlusconi e scritto dal leghista Calderoli per far vincere la destra. Il Pd ha presentato da tempo la sua riforma sotto forma di proposta di legge. Ma in ogni caso punta a modificare la legge esistente per ridare agli elettori la parola e la libertà di scelta. Secondo Bersani, infatti, qualunque sia la valutazione della Corte, "la questione non cambia: bisogna superare una legge impotabile e inaccettabile, predisporre una riforma con cui i cittadini abbiano la realtà effettiva di poter scegliere il loro rappresentante. Questo è il punto principale".

COSENTINO E MALINCONICO
Il presidente del Consiglio, Mario Monti, ha ottenuto ieri che il sottosegretario Carlo Malinconico si dimettesse subito: è un evidente cambio di passo rispetto al governo precedente.

La giunta parlamentare per le autorizzazioni a procedere ha detto sì ieri all’arresto del deputato Pdl, ex sottosegretario e ancora plenipotenziario del Pdl in Campania, Nicola Cosentino, accusato di essere il referente nazionale del clan dei Casalesi. Ieri sera, nella riunione del Pdl, Berlusconi si è mostrato preoccupato per l’eventualità che domani anche l’aula di Montecitorio voti sì e furibondo. Il capogruppo alla Camera, Fabrizio Cicchitto, è arrivato a prevedere-mincacciare in caso di arresto di Cosentino “ripercussioni politiche”. Sono fatti che non hanno bisogno di commento.

LIBERALIZZAZIONI
Dopo le indicazioni dell’Antritrust (praticamente le stesse proposte che Il Pd ha presentato nel Piano nazionale per le riforme un anno fa, che Tremonti non ha voluto nemmeno discutere e che i grandi quotidiani, a cominciare da Il Corriere della Sera, hanno esplicitamente considerato poco importanti) e dopo gli annunci su un provvedimento in tempi rapidi nella stessa direzione da parte del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Catricalà, ieri sono arrivate notizie di reazioni forti delle lobby, di freni, di tentennamenti. Il Pdl, dopo la riunione di ieri sera, ha annunciato proprie proposte su questo tema: ufficialmente per sostenere le liberalizzazioni, sostanzialmente per bloccarle.
Dal Pd è arrivato invece una spinta a Monti a non indietreggiare. Pier Luigi Bersani: “Ci vuole determinazione, coraggio e razionalità. Dopo le affermazioni che ho sentito da parte del governo, mi stupirei se ci fossero dei passi indietro sulle liberalizzazioni. Liberalizzare - sostiene Bersani- non significa punire qualcuno ma dare possibilità più ampie di occupazione e crescita. Da quasi un anno il Pd ha le sue proposte, non aspettiamo che il governo faccia il 100 per cento delle cose che noi vorremmo ma le nostre proposte possono essere utili”.

RAI
Il governo Monti si accinge a presentare una proposta di riforma della governance della Rai. Il Pd, che da tempo ha presentato una propria proposta, è d’accordo: perché il governo non dovrebbe interessarsi alla sorte di un’azienda pubblica che sta andando a rotoli? Il Pdl frena cercando scuse: la Rai berlusconizzata è un sostegno notevole in caso di elezioni. Perderla significherebbe molto sia per motivi di consenso elettorale, sia dal punto di vista economico: una Rai più autonoma farebbe più concorrenza a Mediaset, l’azienda della famiglia Berlusconi.

LAVORO
Il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, sta per concludere le consultazioni separate con le forze sociali e per avviare un tavolo di confronto collegiale. Il tema dell’articolo 18, come sostiene da tempo il Pd, non è stato sollevato in questi incontri. Il Pd intanto offre la propria proposta al confronto sul tema del lavoro: un contratto prevalente che preveda un periodo formativo di massimo tre anni al termine del quale siano garantite tutte le tutele, articolo 18 compreso, indennizzo monetario per chi venisse licenziato nella fase d`ingresso, riduzione degli oneri contributivi per le aziende che stabilizzano.
La proposta sarà presentata in maniera dettagliata domani.

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