Can che abbaia non morde...


Oggi tutti i commentatori dei principali quotidiani commentano con molto disincanto i "penultimatum" lanciati da Bossi nel tradizionale raduno leghista di Pontida.

Come previsto, Bossi non ha rotto con Berlusconi.
Questo è il dato di fondo della giornata.

Il leader leghista si è mostrato più moderato di di gremiva il sacro prato degli happening padani, che a più riprese hanno urlato "basta" e libertà, libertà".

Bossi sa che fare cadere il governo ora significherebbe solo favorire il centrosinistra, quindi rimanda ogni decisione e si tiene stretto a Berlusconi.

Il massimo che ha fatto è stato preparare un elenco di cose da fare entro sei mesi, ma tra queste non c'è nulla che possa turbare il sonno di Berlusconi.


Tra l'altro, questo elenco è anche interessante, da un certo punto di vista. Perchè pone questioni vere, che finora il Governo non ha voluto affrontare. Non solo: pone questioni che finora anche la Lega aveva negato, sostenendo nei fatti ogni decisione presa.

Dov'era la Lega quando il centrosinistra chiedeva di limitare i vincoli del patto di stabilità per i Comuni, che impedisce alle amministrazioni locali di dare risposte ai cittadini?

Dov'era la Lega quando i Comuni virtuosi venivano penalizzati e con i decreti legge e i voti di fiducia si davano soldi ai Comuni che non rispettavano i conti, o si modificavano in senso peggiorativo i vincoli del patto di stabilità?

Dov'era la Lega quando Tremonti tagliava i fondi per il trasporto pubblico locale, con il conseguente aumento dei costi per gli utenti e il taglio di alcune linee?

Dov'era la Lega quando sparivano i soldi per il prolungamento della metropolitana e si finanziava l'inutile Ponte sullo Stretto di Messina?

Dov'era la Lega quando il meccanismo del federalismo fiscale portava in realtà ad una diminuzione dei fondi per i Comuni?

La risposta è semplice: era seduta sulle comode poltrone di "Roma ladrona", a votare tutti questi provvedimenti. Salvo poi tornare al Nord, nel weekend, a urlare contro "Roma ladrona".

Come scrive oggi Ilvo Diamanti su Repubblica, "a Pontida si sono fronteggiate le due Leghe, il partito di lotta e il partito di governo. Le parole di Bossi non hanno offerto indicazioni chiare sul futuro. La Lega di opposizione vorrebbe correre da sola. Contro tutti. La Lega di governo non ci pensa proprio. Tra Lega e PDL, nessuno è abbastanza forte per imporsi. Né per rompere. Così il governo e il Paese sono destinati a navigare a vista. Finché ci riusciranno".

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