La Lega salva Formigoni


L’azzeramento della giunta e la nascita, nel giro di qualche settimana, di un governo “light” con l’obiettivo di arrivare entro dicembre ad un nuova legge elettorale senza più il listino del presidente.

Roberto Formigoni è tornato ieri da Roma con in tasca questo accordo che porta la firma decisiva, oltre a quelle di Silvio Berlusconi ed Angelino Alfano, di Roberto Maroni.

E oggi ha detto che "dopo l'accordo di ieri, riprendiamo la prospettiva del 2015", scadenza naturale della legislatura in Regione Lombardia. Riferendosi poi a Zambetti, ancora una volta Formigoni ha scaricato una persona che non gli serve più, e lo ha fatto con il solito metodo, quello di fingere di non conoscerlo: "Nel 2010 non avrei riconfermato Zambetti, perché col tempo si conoscono meglio le persone" ma la decisione di tenerlo in giunta è stata presa su pressioni dei partiti della maggioranza che la sostengono.

Chi ne esce peggio, da questa conclusione, è la Lega.

Come racconta oggi il Corriere, la base chiede a gran voce di staccare la spina a Formigoni. Ma la prospettiva della perdita delle poltrone ha ricondotto a più miti consigli Maroni, che pure ha dovuto così smentire il segretario lombardo, Matteo Salvini, che aveva parlato di elezioni in primavera, perchè "sulla 'ndrangheta con la Lega non si scherza".

Giovedì 11 ottobre, scrive Linkiesta, "sarà ricordato come uno dei giorni peggiori del nuovo Carroccio a trazione maroniana. O comunque un momento storico di ritorno dello storico asse di ferro tra Bossi e Silvio Berlusconi: sono stati loro due a dettare la linea per mantenere salde le giunte di Piemonte, Lombardia e Veneto".

In ogni caso, continua Linkiesta, "il fallimento dentro la Lega si consuma in meno di 24 ore. Da quando Matteo Salvini, segretario lombardo del Carroccio, minaccia nella serata di mercoledì le dimissioni di assessori e consiglieri padani, per poi digerire il giorno dopo la decisione del segretario federale di accettare l’azzeramento della giunta lombarda e il rimpasto con i tecnici".

Il capogruppo del PD in Regione Lombardia, Luca Gaffuri, sostiene che "le parole di Maroni impressionano per subalternità a Formigoni e sono cosa ben diversa dalle prese di posizione di queste ore di tanti esponenti leghisti del territorio. Tirare a campare in questo modo rimanendo attaccati alle poltrone è dannoso per la Lombardia ed è una clamorosa presa in giro. Quando si tratta di poltrone, la Lega di lotta torna rapidamente Lega di governo. Non si prendono in giro così le istituzioni. A maggior ragione dopo il siparietto di via dell’Umiltà cresce la necessità di votare presto per ridare alla Lombardia la dignità che merita".

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