Manovra, il giorno della protesa. Ma la Lega impone il silenzio ai suoi


La manovra economica è legge. La Camera l'ha approvata ieri sera in via definitiva, con uno scrutinio finale che ha visto 314 voti favorevoli e 300 contrari.

La manovra che mette le mani nelle tasche degli italiani onesti, che ammazza i Comuni e penalizza il futuro dei giovani, lasciando tranquilli gli evasori e chi fa il furbo, è ora pienamente operativa, mentre da giorni ormai si teme che presto il Governo ne dovrà preparare un'altra.

Contro la manovra, oggi scendono in piazza i Sindaci e le Regioni. 
Di tutta Italia, di tutti i colori politici.

I Sindaci per un giorno non saranno rappresentanti dello Stato, restituendo la delega in tema di anagrafe. Hanno preparato una serie di documentazione (qui il sito di Anci nazionale e qui quello dell'Anci Lombardia), per spiegare ai cittadini il senso di questa protesa.

Sempre oggi, gli assessori regionali ai trasporti consegneranno al Governo i contratti del trasporto pubblico locale, perchè i tagli non consentiranno di garantire i servizi (l'assessore regionale Cattaneo ha parlato di un rischio di dimezzamento del numero dei treni, a causa dei tagli).

Protestano tutti, quindi. Tranne quelli della Lega.


Già, perchè, come avevamo già anticipato (qui), la Lega ha imposto ai suoi Sindaci di non scendere in piazza a protestare.

Fregatevene dei vostri cittadini che non avranno più servizi, obbedite alla Lega! Questo, più o meno, il senso delle parole di Bossi. Altrimenti? Espulsione!

E così capita che Attilio Fontana, sindaco leghista di Varese, presidente di Anci Lombardia, dopo tutte le proteste di questi giorni, dopo tutto ciò che ha scritto contro la manovra, ieri ha deciso di obbedire al Capo, dimettendosi da Anci e annunciando (qui la sua lettera) che non sarà in piazza a manifestare.

Le dimissioni di Fontana sono un segnale fortemente negativo: per la prima volta una imposizione di un partito entra anche nella vita autonoma di una associazione.

La Lega degrada il sistema politico, contrapponendo all’autonomia degli eletti, come i Sindaci, la volontà di egemonia di una segreteria nazionale di un partito.

E’ paradossale che questo avvenga da parte di un partito, la Lega Nord, che dice di essere il paladino dell’autonomia dei territori e degli amministratori locali e pratica invece un forte centralismo nelle scelte di governo e nella vita interna di partito.

Vergogna!!!

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