Ticket sanitari, Irpef, tasse: la manovra che ammazza le famiglie


Abbiamo già commentato più volte gli effetti devastanti di questa manovra sulle famiglie italiane.
Ma ogni giorno si riesce ad approfondire sempre di più i contenuti degli articoli della manovra, e ogni giorno vengono fuori sgradevolissime sorprese.

Dall'innalzamento delle tasse si scopre che dal 2014 il conto della manovra sarà salatissimo, ma colpirà ancora di più le famiglie con i redditi più bassi. Qui per saperne di più.

E ancora: è di ieri la scoperta che 24 milioni di italiani subiranno il ritorno dell'Irpef sulla prima casa e che anche questa tassazione colpirà in misura maggiore le classi più deboli. Qui per saperne di più.

E che dire poi del ritorno dei ticket sanitari?

Qui c'è da notare che la Regione Lombardia ha deciso di applicarli, contrariamente ad altre Regioni che si sono ribellate al Governo. Formigoni, che faceva la voce grossa contro il Governo Prodi, adesso fa l'agnellino con Berlusconi e costringe i lombardi a subire questa misura...

Non solo: la Regione ha deciso di rimodulare l'applicazione del ticket.

Per ora è di 10 euro per ogni genere di prestazione, dal 1 agosto per le ricette fino a 5 euro non ci sarà alcun ticket, per quelle con classi crescenti di valore ci sarà invece un contributo fisso del 30 per cento del valore della ricetta.

Per fare alcuni esempi, una visita cardiologica costa 22,5 euro; con il ticket da 10 euro costerebbe 32,5, ma con il ticket lombardo costerà 28,5 euro. Una ecografia ginecologica costa 31,65 euro: invece di costare 41,65, costerà 40,65. Per l'emocromo, che costa 4,05 euro, non ci sarà alcun ticket e il costo sarà immutato. La risonanza magnetica dell'addome superiore, che già costa 252,14 euro, avrà un aggravio di 66 euro.

Il Partito Democratico lombardo ha fatto notare che questa modulazione resta comunque una scelta sbagliata, perchè saranno pochissime le prestazioni su cui non si applicherà la maggiorazione, dato che più di un terzo delle prestazioni sanitarie già oggi costano più di 46 euro.

Secondo il PD, la Regione ha margini per ridurre alcune spese del bilancio sanitario, senza ripristinare i ticket.

Due esempi su tutti: la carta sanitaria è costata ai cittadini più di 1,6 miliardi di euro in undici anni senza che ancora se ne vedano i benefici promessi.

E che dire del call center della sanità, che è stato spostato a Paternò, in Sicilia, e di cui ora verrà sperimentato lo spostamento, o almeno l’apertura di un secondo centro, in Lombardia, dov’era fino a che la Regione non decise di chiuderlo?

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