"Presidente, è ora di dire la verità all'Italia!"

Tutti i giornali di questi giorni raccontano, predendo spunto dalle intercettazioni di Luigi Bisignani, il clima da "fine impero" che si respira nel centrodestra, dove sono tutti contro tutti, e dove anche i ministri confidano di far parte di un Governo che non decide più nulla per colpa di un Premier ormai bollito.

Nel frattempo alla Camera Berlusconi ha rilanciato ieri per l'ennesima volta le promesse su fisco, federalismo, riduzione tasse, piano per il Sud, con una noiosa litania già sentita mille volte dal 1994 ad oggi.

All'elenco di promesse del Premier, ha risposto ieri Pierluigi Bersani.


I fatti indiscutibili sono tre.

Primo: da mesi e mesi il Governo è un motore spento. Non governa. Ogni tanto un decreto fatto di piccole cose e un voto di fiducia (siamo ad oltre 40), niente di significativo, un sacco di chiacchiere intorno a questo e il Paese che va col pilota automatico.

Secondo: potete arrampicarvi sui vetri finché volete, ma la maggioranza non è quella uscita dalle elezioni. Qui c'è un nuovo Governo Berlusconi-Bossi-Scilipoti, di cui Scilipoti ha, diciamo, la golden share. Voi campate non sul premio di maggioranza, ma sul premio di transumanza.

Terzo: i referendum hanno sconfessato le uniche cose sulle quali avevate investito, cioè le leggi ad personam, la privatizzazione forzata e il nucleare. Le elezioni amministrative che lei, signor Presidente, non ha neanche citato, hanno dimostrato matematicamente che non avete con voi la maggioranza degli italiani.

A queste tre cose, che sono ben diverse da un voto di metà mandato, voi rispondete davanti ad un Paese attonito e sgomento con delle estenuanti tecniche di sopravvivenza. Le promesse di fare adesso il piano per il Sud, che seguirà personalmente, il fisco in quattro e quattr'otto e così via. Sono promesse che abbiamo già sentito.

E su questa lamentosa litania sull'eredità del passato, Presidente, voglio dirle una cosa: voi, compresa la Lega, quando parlate sembrate gli Indignados, ma governate da otto degli ultimi dieci, altro che gli Indignados! Ci vuol dire perché dal 1994 ad oggi, e negli ultimi otto anni, non avete fatto uno straccio di riforma fiscale? Ma chi pensate di prendere in giro?

Presidente, lei deve cominciare a dire la verità a questo Paese.
È ora di dire la verità!

Sento che volete dimezzare il numero dei parlamentari; vi informo che noi da tre anni abbiamo depositato una proposta di legge per il dimezzamento del numero dei parlamentari. Volete portarla qui, che la votiamo?

Signor Presidente del Consiglio, voi non potete dire che non si può cambiare perché c'è la crisi, perché la crisi è al buio. Il problema è che il buio siete voi! E non potete accendere la luce, non potrete fare le riforme che non avete fatto fin qui! Questo è il problema!

È ora di liberare le energie nuove che si muovono in questo Paese!
Voi dovete consentire che l'Italia si rimetta in movimento
con protagonisti nuovi, con sfide nuove.

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