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Visualizzazione dei post con l'etichetta Roberto Saviano

La Chiesa, i preti, la mafia

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Le p arole pronunciate la scorsa settimana in occasione della Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime di mafia dal Papa sono straordinariamente importanti. Ed importante è come sempre il ruolo di Don Ciotti nell'affermare un no forte alla mafia, senza retorica, ma con la forza di un percorso che oramai si è fatto ventennale. Papa Francesco ha indossato la stola di Don Peppino Diana, ucciso dalla camorra venti anni fa, in un gesto altamente simbolico a cui ha associato parole di condanna forti contro le mafie ed il rapporto perverso tra criminalità organizzata e Chiesa. Un rapporto fatto di gesti che assomigliano a superstizioni ma che sono fortemente intrise di tradizione cristiana, nelle immaginette bruciate, nella presenza ostentata alle processioni. Un rapporto intriso anche di cattivi comportamenti di alcuni preti, complici e qualche volta ignavi. un articolo di qualche giorno fa su Repubblica, un percorso cominciato da Giovanni Paolo I

Quale strategia contro le mafie?

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Una delle prime critiche poste a Matteo Renzi, già dal giorno del suo discorso alle camere è stata la mancanza di un'attenzione sostanziale al tema della mafia, che in Italia condiziona l'economia, genera una rete di inefficienze e di favoritismi che alterano un mercato. Secondo le ultime stime il fatturato delle mafie in Italia si aggira intorno ai 170 miliardi annui, pari a quasi il 10% del PIL, e che dovrebbe essere aggredito dallo Stato per un ritorno economico importante.  Tra i primi a porre la questione è stato Roberto Saviano, attraverso un articolo apparso su Repubblica qualche giorno fa.  La questione non è rimasta inascoltata e Matteo Renzi ha scritto un successivo articolo di risposta allo scrittore campano, sottolineando la piena consapevolezza del problema anche sulle responsabilità delle politica e delle amministrazioni. Per questo ha promesso un serio impegno attraverso la Commissione parlamentare d'inchiesta sulla mafia, e sottolineando anche ch

I dubbi sulla riforma sul voto di scambio

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La riforma sul voto di scambio, di cui vi avevamo ampiamente informato su questo blog , salutando con entusiasmo la presenza di norme più severe per punire i rapporti mafia-politica, oggi è stato approvato all'unanimità alla camera. Non sono mancate però le polemiche, presenti sulle pagine dei giornali di oggi. In particolare ha destato attenzione l'articolo di Roberto Saviano per la Repubblica, che così si è espresso:   Nel 1992 -  sull'onda dell'indignazione per due stragi, quella di Capaci e via D'Amelio  -  venne introdotto nel codice penale l'articolo 416-ter che punisce chi ottiene la promessa di voti dalle associazioni mafiose in cambio di denaro. È la norma tuttora vigente in materia di scambio elettorale politico-mafioso, una norma che al suo interno conserva un gravissimo limite. Per essere punibile, infatti, il candidato che riceve la promessa di voti da parte dell'associazione mafiosa deve aver erogato in cambio del denaro, che è c

«L’allegria sta arrivando»

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Marco (Obama) Troiano durante la serata di presentazione della candidatura Su Noi Brugherio di quest'oggi nello spazio dedicato alla "Lettere in redazione" (pagina 8) ve n'è una che mi ha particolarmente colpito e che riprende dei concetti che mi stanno particolarmente a cuore e di cui abbiamo parlato in passato sempre dalle pagine di questo blog. L'autore della lettera, Sig. Tarcisio Maggioni scrive: "Seguo con attenzione lo svolgersi della vostra campagna elettorale (riferimento agli articoli, agli approfondimenti del notiziario, ndr); leggendo le locandine, gli interventi su Noi Brugherio, le dichiarazioni, ed interviste via web e vi devo confessare le mie sensazioni; sicuramente siete (riferito a tutti i candidati, ndr) persone volenterose, manifestate spirito di servizio verso la città ma purtroppo non vedo in voi quella che deve essere la dote politica principale di una persona che si candida a guidare una città: guidare, non amministrare  Pe

"Mi chiedo che Paese siamo diventati"

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il presidio in ricordo di Pasquale Romano Roberto Saviano ha provato a scrivere su   Repubblica  di ieri tutta la sua rabbia per la morte di Lino Romano, ragazzo innocente ucciso dalla camorra. Il trentenne di Cardito ucciso a Napoli nel quartiere di Marianella non era il vero obiettivo dei sicari,  che volevano colpire un elemento già noto alle forze dell'ordine e legato al mondo dello spaccio. "Per quanto ormai senta inutili le mie parole - scrive Saviano - provo a capire che paese è quello in cui un ragazzo va a salutare la propria fidanzata e viene". "Mi chiedo che Paese siamo diventati. Che Paese è quello in cui un ragazzo va a salutare la propria fidanzata prima di una partita a calcetto, scende di casa e viene massacrato da una sventagliata di mitra . Che Paese è quello in cui i media considerano questa, tutto sommato, una notizia che può esser data in coda alle altre, e non la notizia principale, da dare per prima. Una delle tante. Quel ragazzo

"Noi siamo di più"

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Da oggi ho uno slogan nel cuore che vale più di tutti gli «Yes we can» del mondo. L’ho sentito fiorire sulle labbra di una ragazza napoletana, prostrata dall’assurdità di una sofferenza insostenibile. Si chiama Rosanna Ferrigno, fa la segretaria in uno studio medico e l’altra sera ha dovuto raccogliere sotto casa il cadavere del promesso sposo, crivellato dalla camorra con quattordici proiettili. I camorristi hanno confuso il suo Lino, che stava andando a giocare a calcetto, con uno di loro. La gratuità del crimine e l’estraneità della vittima hanno scosso l’abulia di una città che da troppi secoli sopporta la malavita organizzata come una forma endemica di malaria. Poi è arrivata Rosanna. Non ha pianto in pubblico, non ha insultato le istituzioni, non ha elargito finti e precoci perdoni. Ma l’amore e il dolore le hanno dettato parole decisive: «Non bisogna avere paura dei camorristi. Sono loro che devono avere paura di noi. Noi dobbiamo continuare a uscire per la strada

Addiopizzo in Lombardia

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In questi giorni le cronache nazionali e locali riportano moltissimi casi di corruzione, truffe e malaffare. Casi che abbiamo provato a raccontarvi anche dalle pagine di questo blog. Un'ancora di salvezza ci viene lanciata dai ragazzi di Addiopizzo. Addiopizzo, come si legge dal loro sito internet, è un movimento aperto, fluido, dinamico, che agisce dal basso e si fa portavoce di una “rivoluzione culturale” contro la mafia . È formato da tutte le donne e gli uomini, i ragazzi e le ragazze, i commercianti e i consumatori che si riconoscono nella frase "Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità". Addiopizzo è anche un'associazione di volontariato espressamente apartitica e volutamente "monotematica", il cui campo d’azione specifico, all’interno di un più ampio fronte antimafia, è la promozione di un'economia virtuosa e libera dalla mafia attraverso lo strumento del“consumo critico Addiopizzo”. Lo Statuto e l'atto costit

Contro le mafie, per la legalità

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Nei giorni scorsi vi abbiamo raccontato l'arresto del superboss del clan dei Casalesi, Michele Zagaria . Ma intanto in paese, a Casapesenna, dove probabilmente Zagaria ha trascorso gran parte dei suoi 16 anni da fuggiasco, prevale la rabbia: "Dite a tutti che ci dispiace". Quasi tutti esprimono rammarico per quanto avvenuto, "ora qui nessuno ci dara' il pane" . Ma c'è anche chi se la prende con Vittorio Pisani, ex capo della squadra mobile di Napoli, coinvolto in un'inchiesta su presunti legami con un imprenditore che è considerato vicino alla camorra. "Lepore (procuratore di Napoli, ndr) questo non lo doveva fare - urla un cittadino davanti al bar Palma - p erchè ha fatto ritornare Pisani che anche lui è accusato in un'inchiesta della magistratura. Non è giusto" . E mentre l'uomo pronunciava queste parole, diversi concittadini, intorno a lui lo hanno applaudito. Poi la difesa, senza se e senza ma, di Zagaria. "Anc

Biutiful Cauntri

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L' articolo di Roberto Saviano di ieri su Repubblica è doloroso . A un passo dalla verità tutto si è fermato nella prescrizione. Cassiopea, l'inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere che nel 2003 svelò il più grande traffico di rifiuti tra nord e sud Italia, è finita senza colpevoli. Eppure il meccanismo è lì, semplice, registrato dalle telecamere, evidente. Assai più di un milione di tonnellate di rifiuti tossici del nord Italia tra il 1999 e il 2000 partivano a bordo di camion. Partivano da Milano, Vicenza, Padova, Treviso, Verona, Venezia, Bergamo e Brescia con una regolarità di circa cento viaggi a settimana per essere sversati nelle campagne campane. I camion trasportavano fusti che contenevano polveri residuate dall'abbattimento dei fumi delle industrie siderurgiche e metallurgiche, oli minerali, lubrificanti delle macchine, scarti delle vernici, ceneri residue da combustione, solventi, e le acque proveniente da stabilimenti di industrie chimiche e

Si muore quando si è soli

Nella settimana che ha visto la criminalità campana/calabrese attaccare direttamente gli uomini dello Stato, Angelo Vassallo sindaco di Pollica, in provincia di Salerno, PRESADIRETTA ha deciso di dedicare tutta la prima puntata alla NDRANGHETA. Abbiamo seguito per mesi l’attività di contrasto alle cosche calabresi fatta da centinaia di poliziotti,carabinieri,finanzieri e magistrati e vi faremo vedere quanto profonda è la presenza della ndrangheta nel tessuto sociale ed economico dei territori dove si insedia. E vi faremo toccare con mano quanto vasto è l’insediamento della ndrangheta a Milano e Provincia. Qui la puntata. Qui le parole di Roberto Saviano. DoppiaM