Quale strategia contro le mafie?


Una delle prime critiche poste a Matteo Renzi, già dal giorno del suo discorso alle camere è stata la mancanza di un'attenzione sostanziale al tema della mafia, che in Italia condiziona l'economia, genera una rete di inefficienze e di favoritismi che alterano un mercato.
Secondo le ultime stime il fatturato delle mafie in Italia si aggira intorno ai 170 miliardi annui, pari a quasi il 10% del PIL, e che dovrebbe essere aggredito dallo Stato per un ritorno economico importante. 

Tra i primi a porre la questione è stato Roberto Saviano, attraverso un articolo apparso su Repubblica qualche giorno fa. 

La questione non è rimasta inascoltata e Matteo Renzi ha scritto un successivo articolo di risposta allo scrittore campano, sottolineando la piena consapevolezza del problema anche sulle responsabilità delle politica e delle amministrazioni.
Per questo ha promesso un serio impegno attraverso la Commissione parlamentare d'inchiesta sulla mafia, e sottolineando anche che sarà introdotto molto presto nel codice penale il reato di autoriciclaggio.

Vi proponiamo uno stralcio dell'articolo al quale vi rimandiamo la lettura: 
Tutti coloro che hanno indagato sulle mafie, che le hanno osservate, studiate e raccontate al mondo, tutti i magistrati, i giornalisti e quei politici, che hanno anche perso la vita per combatterle, ci hanno spiegato che il cuore delle organizzazioni criminali è negli affari che conducono, nelle ricchezze che accumulano e ostentano e anche in quel confine sottile, sottilissimo, che esiste tra lecito e illecito con l'appoggio, con il consenso, con la collusione e qualche volta semplicemente con il silenzio di chi riveste ruoli di responsabilità nella politica, nelle amministrazioni e nell'economia. Sono questi i legami che dobbiamo smascherare e recidere. Faremo un lavoro serio e puntiglioso, insieme alla Commissione parlamentare d'inchiesta sulla mafia, non solo per capire che cosa sia avvenuto in questi anni nel contesto della crisi economica che ha investito il Paese ma soprattutto per adottare le misure necessarie sul piano legislativo e amministrativo. Con una proposta organica sulla base del lavoro fatto dalla commissione presieduta da Garofoli istituita a Palazzo Chigi, con Cantone e Gratteri, per elaborare strumenti e contributi per rendere più incisiva la lotta alla criminalità organizzata. Quello che va aggredito, hai ragione, è la "Mafia SpA", presente in ogni comparto economico e finanziario del Paese, al Sud come al Centro-Nord, quell'economia criminale che colpisce imprese e società al collasso, come conferma l'analisi della Direzione Nazionale Antimafia. E questo fenomeno è favorito anche dalla consapevolezza, da parte degli appartenenti alle organizzazioni criminali, di non rischiare molto sul piano penale, anche perché nel nostro codice penale manca il reato di autoriciclaggio. Il paradosso di un estorsore o uno spacciatore di droga che non viene punito se da solo ricicla o reimpiega il provento dei suoi delitti sarà superato con assoluta urgenza attraverso l'introduzione del delitto di auto riciclaggio. 
In questo senso, aggredire i patrimoni mafiosi può essere una delle grandi risposte che il governo è in grado di dare, dal punto di vista economico, per fronteggiare la crisi. Una giustizia più veloce, più efficace da questo punto di vista, è uno degli strumenti che possiamo mettere in campo come Paese per uscire dalla situazione economica in cui ci troviamo.
via Repubblica.it 

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