Contro le mafie, per la legalità


Nei giorni scorsi vi abbiamo raccontato l'arresto del superboss del clan dei Casalesi, Michele Zagaria.

Ma intanto in paese, a Casapesenna, dove probabilmente Zagaria ha trascorso gran parte dei suoi 16 anni da fuggiasco, prevale la rabbia: "Dite a tutti che ci dispiace".

Quasi tutti esprimono rammarico per quanto avvenuto, "ora qui nessuno ci dara' il pane". Ma c'è anche chi se la prende con Vittorio Pisani, ex capo della squadra mobile di Napoli, coinvolto in un'inchiesta su presunti legami con un imprenditore che è considerato vicino alla camorra.

"Lepore (procuratore di Napoli, ndr) questo non lo doveva fare - urla un cittadino davanti al bar Palma - perchè ha fatto ritornare Pisani che anche lui è accusato in un'inchiesta della magistratura. Non è giusto". E mentre l'uomo pronunciava queste parole, diversi concittadini, intorno a lui lo hanno applaudito. Poi la difesa, senza se e senza ma, di Zagaria.

"Anche a carico di ministri vari ci sono pesanti accuse - spiega un cittadino - la differenza tra loro e Zagaria è che i ministri e i politici se ne possono andare in giro, Zagaria no". E poi, "lui era un nostro amico ci stava vicino, era un poveretto che lo Stato ha bloccato".

Ecco come viene percepita la criminalità organizzata. Come ci racconta il quotidiano La Repubblica,  l'organizzazione criminale con a capo Michele Zagaria è un fenomeno molto complesso, con interessi nelle banche e business miliardari.

Michele Zagaria era un imprenditore, è un imprenditore. È un imprenditore camorrista, non un camorrista imprenditore.

Sembra uno scioglilingua, ma non lo è. Non è un camorrista che ha fatto soldi e quindi si è messo a fare impresa con denaro sporco. Al contrario è un casalese partito come costruttore, come imprenditore, e ha sempre continuato a comportarsi da imprenditore.

Michele Zagaria è stato una pedina fondamentale, ad esempio, nella storia della Parmalat.

Quando la Parmalat decide di fornire dati sulle vendite in grado di poter giustificare quotazioni elevate in borsa, ha bisogno di vendite sicure, e queste vendite gliele garantisce Michele Zagaria. Come? Semplice: decidono di pagare un estorsione settimanale al boss che in cambio impone a tutti i supermercati, a tutti i dettaglianti, a tutto il mondo distributivo e commerciale di acquistare latte Parmalat.-

Continua a leggere sul sito de La Repubblica.

Ed è lo scrittore Roberto Saviano (quest'oggi sempre sul quotidiano La Repubblica) che ha colto nella sua complessità la nuova, l'ennesima evoluzione dei sistemi malavitosi. La crisi internazionale, lo strapotere delle banche e il peso della criminalità: sono questi i punti principali dell'intervento di Roberto Saviano all'auditorium della New York University, di fronte ad alcune centinaia di persone.

È arrivata l'ora di cominciare a colpire 
i tesori delle organizzazioni criminali. 
Nei confronti delle mafie finora è stata attuata
unicamente una strategia di repressione

L'autore di Gomorra, che si è alternato con l'economista Nouriel Roubini nell'ambito della conferenza dal titolo "Italia e Usa, due prospettive sulla crisi", ha sottolineato il peso degli "immensi" flussi di denaro della criminalità nella crisi economica globale e ha puntato il dito contro "lo strapotere" delle banche e il loro ruolo nella gestione dei capitali del narcotraffico.

"Esiste un tesoro che deve essere aggredito,
e che non può non esserlo, in questa fase così difficile".
In particolare, ha evidenziato Saviano, "tra 400 e 500 miliardi di dollari della criminalità ogni anno vengono riciclati dalle banche americane" ma si tratta di "liquidità che arriva alle mafie e viene a mancare al sistema sano".

Continua a leggere sul sito de La Repubblica.

Roberto Saviano parla della mafia in italia
Vieni via con me, Rai3, 15 settembre 2010

DoppiaM

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