I dubbi sulla riforma sul voto di scambio


La riforma sul voto di scambio, di cui vi avevamo ampiamente informato su questo blog, salutando con entusiasmo la presenza di norme più severe per punire i rapporti mafia-politica, oggi è stato approvato all'unanimità alla camera.
Non sono mancate però le polemiche, presenti sulle pagine dei giornali di oggi. In particolare ha destato attenzione l'articolo di Roberto Saviano per la Repubblica, che così si è espresso:
 Nel 1992 -  sull'onda dell'indignazione per due stragi, quella di Capaci e via D'Amelio  -  venne introdotto nel codice penale l'articolo 416-ter che punisce chi ottiene la promessa di voti dalle associazioni mafiose in cambio di denaro. È la norma tuttora vigente in materia di scambio elettorale politico-mafioso, una norma che al suo interno conserva un gravissimo limite. Per essere punibile, infatti, il candidato che riceve la promessa di voti da parte dell'associazione mafiosa deve aver erogato in cambio del denaro, che è considerato il solo possibile oggetto di scambio. Ma questa è una situazione difficilmente riscontrabile; alle organizzazioni criminali non interessano i soldi dei politici, ma i soldi che i politici possono far guadagnare loro. La politica è soltanto un mezzo per velocizzare il profitto. Appalti, posti di lavoro, licenze, concessioni: è così che i clan guadagnano.  [...]

Da anni si attendeva che questa norma venisse resa davvero efficace, con le modifiche necessarie; per i governi di centrodestra e di centrosinistra, però, questo obiettivo non è mai stato una priorità .
La norma approvata oggi, che ad una prima lettura potrebbe non presentare dubbi sull'efficacia, contiene alcuni punti, che ha detta di alcuni esperti, possono alterare completamente l'efficacia della legge.
Se prima bastava la mera promessa di voti da parte dell'organizzazione mafiosa perché il candidato fosse punibile, ora è necessario provare il procacciamento, cioè un'attività concreta di ricerca e raccolta voti per quel determinato candidato da parte dell'organizzazione criminale, utilizzando la sopraffazione tipica delle organizzazioni mafiose. E questo punto della norma è quello che preoccupa di più. Le mafie sono avanguardia economica e hanno meccanismi d'operatività ben più complessi che la semplice intimidazione. 
Il PD, che su questa norma aveva investito parecchio, ha risposto oggi tramite Pina Picierno, responsabile Antimafia e Legalità del Partito Democratico, con queste parole:
 "Oggi sulla stampa appaiono allarmi relativi all'efficacia delle nuove norme che l'intera Camera e il mondo dei braccialetti bianchi nel salutare l'approvazione non hanno rilevato- proseguono- il provvedimento è in queste ore all'esame del Senato che è pienamente in grado, se necessario, di migliorare e irrobustire il provvedimento. L'essenziale è evitare che un rinvio sine die pregiudichi l'approvazione finale che per noi deve avvenire entro pochi giorni. 
Il Pd questo solo ha a cuore: norme più efficaci e stringenti contro la criminalità e per una politica più pulita". "Il Partito Democratico in Commissione Giustizia ha lavorato con convinzione per fornire strumenti efficaci alla magistratura e agli inquirenti atti a tranciare in maniera netta i legami perversi tra mafia e politica".

"Oggi emergono allarmi su alcuni aspetti del testo sul voto di scambio, ma questi rilievi non sono arrivati durante i lavori alla Camera, tant’è che le modifiche all’articolo 416-ter sono state approvate all’unanimità e salutate da associazioni e società civile con grande soddisfazione. L’azione del PD è da sempre improntata ed orientata al servizio dei cittadini e quindi del Paese. Chiaramente ciò vale anche e soprattutto per una tema fondamentale come il voto di scambio. Riteniamo assai utile qualunque contributo costruttivo su cui il Senato potrà e saprà confrontarsi e se necessario procedere alle eventuali modifiche. Purché si lavori con la massima rapidità e senza ritardi per approvare un provvedimento cruciale per la democrazia, che l’intero Paese attende". 
 Elementi discussione rimangono quindi aperti, per il miglioramento della legge, e per affrontare un'emergenza, quella mafiosa, che non coinvolge soltanto gli interessi criminali, ma avviluppa in una morsa l'economia Italiana, molto più di quanto siamo abituati a pensare, distruggendo i termini del libero mercato, della concorrenza, e della valorizzazione del merito.

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