Gentiloni al Senato: “urgente dare al Paese un sistema di voto”
“La fiducia che chiedo è basata sull’articolo 94 della Costituzione, ma è anche una fiducia particolare. Chiedo la vostra fiducia e esprimo la mia fiducia nei confronti del Senato e le sue prerogative”. Lo ha detto il presidente del consiglio, Paolo Gentiloni, intervenendo al Senato in replica alla discussione generale sulla fiducia al governo.
“La scelta di Renzi di dimettersi è stata di coerenza e merita il rispetto di chi ha a cuore la serietà e la dignità della politica”, ha sottolineato Gentiloni, precisando: “Non siamo innamorati della continuità, volevamo una convergenza più larga, ma c’è stata una indisponibilità da parte di alcune forze politiche”, ha aggiunto. “Sottrarsi sarebbe stato più facile”, dice il premier, ma “sarebbe stato pericoloso per il Paese. Questo governo si fa carico di questa situazione”.
A proposito della legge elettorale, il governo “non sarà attore protagonista”, ma “avrà il compito di facilitare la ricerca di una soluzione e anche di sollecitare le forze politiche”, perché “c’è un’urgenza di dare al Paese un sistema di voto, il tema non è una valvola da aprire o chiudere”, serve al funzionamento della democrazia.
“È importante dare all’Italia stabilità e certezza”, ha sottolineato Paolo Gentiloni, nel corso del suo intervento a Palazzo Madama.
Per il premier, “il compito principale” del governo appena nato “è completare le riforme avviate”. “Servono risposte credibili” – continua Gentiloni – “sul Sud, sul lavoro, sulla giustizia, sul completamento sulle norme sulle pensioni. Occorrerà lavorare con responsabilità”.
“C’è stata una discussione molto sbagliata negli ultimi mesi da parte di chi ha presentato le riforme costituzionali come chissà quale tentativo autoritario. Invito chi in questi mesi si è battuto, alzando la bandiera del Parlamento, a rispettare le regole e a partecipare alle riunioni” delle Camere, “a farlo in maniera civile come prevede la Costituzione”. Così il presidente del Consiglio, intervenendo al Senato. “Non c’è dubbio che in gioco”, assieme alla legge elettorale, “c’è anche l’evoluzione del nostro sistema, come è stato negli ultimi anni. Non c’è dubbio che quando discuterete, e il governo darà il suo contributo alle nuove regole, sarà una discussione che inciderà nel modo di concepire il funzionamento della nostra democrazia. Difenderò le prerogative del Parlamento, lo farò nei confronti di tutti”, ha aggiunto.
Gentiloni ha poi citato Carlo Azeglio Ciampi, al termine della replica nell’Aula di Palazzo Madama, dicendo che servirà “con umiltà gli interessi del Paese”.
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Intanto Il segretario del Pd interviene in Direzione: “nei prossimi mesi andremo a un passaggio di elezioni politiche. Non abbiamo paura mai del confronto con le persone”
“Credo che sia un bel giorno quello nel quale diciamo buon lavoro a Paolo Gentiloni e un grato apprezzamento al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per aver gestito questa crisi”. Lo ha detto il segretario del Pd, Matteo Renzi, intervendo alla direzione del partito.
“Avevamo un disegno molto chiaro: semplificazione, maggioritario. Quel disegno è stato bocciato dagli elettori”, ha spiegato Renzi. “Si chiude l’esperienza di un governo a cui ero affezionato. Si chiude, punto”, dice il segretario del Pd, chiedendosi “che cosa si apre adesso? Io non voglio discutere solo dei mille giorni che sono stati. Ci sono degli elementi molto positivi indubitabili ed elementi negativi. Di che stiamo parlando? Il 59% è voto politico? Allora lo è anche il 41%”.
“Io sono dell’idea che occorre rispettare lo Statuto e che domenica l’Assemblea debba decidere se fare o no il congresso. Io vorrei farlo”, dice Renzi, precisando che “sarà l’assemblea a definire le modalità delle candidature, poi la direzione, poi i nostri iscritti ed elettori. Nell’arco dei prossimi mesi andremo a un passaggio di elezioni politiche. Non abbiamo paura mai del confronto con le persone”.