Renzi: davanti alle grandi crisi un frenetico immobilismo dell’Ue
Sulle questione della ricollocazione dei migranti nei paesi della Ue, Renzi vede la necessità che: “l’Italia sia promotrice di una posizione durissima verso quei Paesi che hanno ricevuto molti denari per la comune appartenenza e per il rilancio dei loro territori e che in questa fase si stanno smarcando dai propri impegni assunti di ricollocazione degli immigrati”, chiedendo su questo punto “un mandato forte e ampio, non solo da parte della maggioranza”.
Il premier ha aggiunto: “dire che a uguali diritti corrispondono eguali obblighi è decisivo in questa fase. Se qualcuno si impegna a ricollocare fratelli e sorelle migranti è altrettanto evidente che il bilancio 2020 dovrà fare chiaramente rifrerimento a chi dice sì e a chi dice no rispetto alla ricollocazione”, perché , aggiunge “l’Europa è a un bivio. Rischia sul serio di non apparire più come il luogo della speranza per le prossime generazioni”.
Dopo aver ricordato lo scenario, caratterizzato principalmente dalla crisi siriana e dalla Brexit, in cui va ad inserirsi il dibattito della prossima settimana al Consiglio d’Europa, il premier ha quindi aggiunto: “Si tratta d’impostare una strategia differente, che è molto difficile ma anche molto urgente, per tutti ma in particolare per i cittadini più giovani che avvertono l’identità comunitaria come un elemento costitutivo del loro Dna e che hanno votato nel Regno Unito a sostegno dell’Unione Europea. Si tratta di immaginare un percorso inedito”.
Renzi ha precisato che al prossimo Consiglio europeo si discuterà “della Russia e della Siria, del Medio Oriente e della necessità di un ruolo finalmente positivo”. E non ha mancato di rimarcare che, grazie all’Italia, ora c’è più attenzione da parte della Ue all’Africa. “Il tempo della proposta – ha spiegato – non può essere sganciato dalla constatazione che quando le cose vanno male bisogna dirlo. Dopo il summit di Bratislava molti commentatori hanno detto che l’atteggiamento italiano era sbagliato e fuori luogo. Non è passata nemmeno una settimana e il presidente della Commissione si è recato in una sede istituzionale ufficiale per dare lo stesso giudizio che avevamo dato noi e il fatto che il mancato riferimento all’Africa sia stato da noi così brutalmente stigmatizzato ha portato a una rinnovata attenzione sul tema e il tema finalmente è all’ordine del giorno della discussione in modo meno superficiale del passato”.
L’Italia, prosegue Renzi a proposito della volontà del governo di svincolare le risorse per la ricostruzione post-terremoto dal Patto di Stabilità “può permettersi di soggiacere a regole burocratiche per non guardare alle esigenze dei propri cittadini? E’ inaccettabile anche che qualcuno lo pensi, un dibattito surreale quello sul rispetto dei tetti europei per l’emergenza terremoto”.
Ha poi ricordato, in vista del prossimo Consiglio europeo e a proposito della cena di Stato che il presidente americano offrirà per l’Italia la prossima settimana alla Casa Bianca che: “il rapporto tra Italia e Stati Uniti, come ha detto Obama nel suo messaggio all’ultimo Columbus day, conosce oggi il livello più alto della sua storia”. “Questo è un momento che ci inorgoglisce, mai come in questa fase l’Italia vede negli Stati Uniti un punto di riferimento della sua amicizia internazionale anche nella possibilità di crescita e dal punto di vista economico”, ha spiegato il premier sottolineando che “il rapporto con gli Stati Uniti anche sotto il profilo economico è cruciale”.
Renzi ha spiegato: “Ma prima di ogni valutazione economica e politica c’è una convinzione profonda: noi stiamo dalla parte degli Stati Uniti nella visione del mondo, dalla parte della libertà, del coraggio, del futuro”.