Giocano con le istituzioni

la vignetta di Giannelli pubblicata oggi sul Corriere

Roberto Benigni, dopo i primi articoli, dovrebbe tenere una lezione anche sulla seconda parte della Costituzione. E alle "ripetizioni" dovrebbero andarci molti parlamentari, per ricordare qual è il loro compito e quali sono le loro responsabilità.

Pensate a cosa sta succedendo in questi giorni. 

La legislatura doveva finire in aprile, con un voto politico che avrebbe stabilito la nuova maggioranza. Ai primi di dicembre Berlusconi ha rotto gli accordi, imponendo il ritiro della fiducia al Governo Monti, che ha poi deciso che, dopo l'approvazione della Legge di Stabilità, si sarebbe dimesso; così il voto viene anticipato a metà febbraio.

Ma non è ancora finita.

Gli stessi che hanno sfiduciato Monti gli hanno poi chiesto di candidarsi con loro, lui finora ha nicchiato (in attesa di decidere il suo futuro politico), il Cavaliere è allora tornato a fare quello che gli riesce meglio: raccontare favole in tv agli italiani.

E si è reso conto di avere bisogno di tempo, per decidere candidature e alleanze (deve far digerire ai leghisti che forse Maroni ha deciso di tornare con lui) e, soprattutto, che deve continuare ad occupare le tv, come ha candidamente ammesso ieri da Bruno Vespa, quando ha detto: "punto al 40% dei voti, ma mi serve tempo per stare in tv".

E così da ieri pomeriggio il PdL ha messo la retromarcia e rallenta tutti i lavori della Camera e del Senato, con l'obiettivo di far sciogliere le Camere più tardi, impedire che entri in vigore la par condicio, e continuare ad occupare tutte le trasmissioni possibili ed immaginabili.

Oggi è dovuto nuovamente intervenire il Quirinale, con una nota nella quale precisa che ha ricordato come "Le ipotesi di data per lo scioglimento delle Camere all'esame del Presidente della Repubblica, che ne ha la prerogativa esclusiva sentiti i Presidenti delle due Assemblee, non sono dettate da alcuna forzatura o frettolosità. Come è noto il Presidente Napolitano ha ripetutamente auspicato che le elezioni si svolgessero alla scadenza naturale entro la prima metà di aprile; altrettanto noti sono i fatti politici che hanno vanificato questa possibilità".

Secondo Bersani, che oggi a Bruxelles ha incontrato il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, sono "indecorosi e incommentabili i traccheggiamenti sui tempi elettorali e sulla approvazione della legge di stabilità".

Insomma, giocano con le istituzioni. Ancora una volta.

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