Domani una busta paga più leggera
Quando domani, 27 marzo, lavoratori dipendenti e pensionati apriranno la loro busta paga mensile, si scopriranno un pochino più poveri.
Scatta infatti dallo stipendio di marzo l'aumento dell'addizionale regionale Irpef (l'imposta sul reddito delle persone fisiche): uno 0,33% in più (dallo 0,9% all'1,23%) deciso con la manovra salva-Italia di dicembre.
In Lombardia, poi, accanto all'aumento dello 0,33% su tutte le fasce di reddito previsto dal governo Monti nel decreto Salva Italia, la Regione ha aggiunto una sua ulteriore quota di aumento.
Di conseguenza la rimodulazione sarà la seguente: l'aliquota rimarrà all'1,23% fino ai 15mila euro, ma aumenta all'1,58% per i redditi tra i 15mila e i 28mila euro e all'1,73% per i redditi che superano i 28mila euro.
E per qualcuno la stangata sarà anche più incisiva: se le addizionali regionali scatteranno per tutti, infatti, in alcune città si sommeranno anche i possibili aumenti nel prelievo dell'Irpef comunale, deciso dalla manovra di Ferragosto 2011 targata Tremonti e Berlusconi. Per ora i Comuni che hanno deliberato aumenti non sono molti.
Brugherio non ha ancora deciso nulla, dato che, come abbiamo raccontato nei giorni scorsi, il bilancio non è stato deliberato dalla Giunta e non arriverà in consiglio (crisi permettendo) prima di giugno.
Il tempo dei sacrifici non è finito qui.
Metabolizzato l'aumento dei prelievi in busta paga, tra pochi mesi molti cittadini dovranno fare i conti con la reintroduzione dell'Imu sulla prima casa, che servirà a garantire l'autonomia finanziaria dei comuni.
Ultimo spettro per il portafogli degli italiani, per fortuna non sicuro, è l'aumento dell'Iva, che potrebbe scattare a ottobre, se fosse necessario reperire altre risorse per riuscire a raggiungere il promesso pareggio di bilancio.
Anche per questi motivi, considerando i sacrifici imposti agli italiani, le scelte del Governo rispetto allo sviluppo, alla crescita e alla riforma del mercato del lavoro meritano ulteriori approfondimenti, come sta chiedendo il PD in questi giorni.
Sulle motivazioni di questi aumenti, e sugli effetti per i Comuni italiani, è intevenuto Graziano Delrio, sindaco di Reggio Emilia e presidente di ANCI, l'associazione che riunisce i Comuni italiani.