Grazie al Governo sarà più facile licenziare

Si apre oggi una settimana molto importante per l'Italia.

Si attende la riapertura dei mercati, per vedere come saranno accolte le ultime novità sulla manovra economica, in attesa poi che giovedì la Banca Centrale Europea decida se continuare a sostenere l'Italia, con l'acquisto dei titoli di Stato.

Intanto ieri la Commissione Bilancio del Senato ha dato parere favorevole alla manovra, che sarà discussa dall'aula a partire da domani.

E non mancano, purtroppo, le novità negative.


I contratti di lavoro sottoscritti a livello aziendale o territoriale «operano anche in deroga alle disposizioni di legge» e «alle relative regolamentazioni contenute nei contratti collettivi nazionali».

È quanto esplicita un emendamento alla manovra, presentato dalla maggioranza e approvato dalla Commissione Bilancio del Senato. Tra le materie per le quali è possibile la deroga dalla legge e dai contratti nazionali leggiamo sul sito de "Il Corriere della Sera" figura anche il licenziamento. Salve solo la «Costituzione nonché i vincoli derivanti dalle normative comunitarie e dalle convenzioni internazionali sul lavoro».

È una delle novità all'articolo 8 della manovra bis.

Il Pd tramite il  senatore Achille Passoni, membro della Commissione Lavoro attacca la scelta«Le modifiche che la maggioranza apporta al testo dell'articolo 8 dimostrano in modo lampante che il Pd avesse ampiamente ragione a denunciare la portata devastante di questo articolo che è una vera e propria destrutturazione del diritto del lavoro, a partire dalla possibile cancellazione in un contratto aziendale dell' articolo 18 della Statuto dei lavoratori per arrivare alla messa in discussione di altri diritti fissati per Legge, Costituzione e convenzioni internazionali comprese».

Le modifiche apportate, prosegue Passoni «peggiorano il tema vergognoso della norma originaria, vale a dire la possibilità che 'tre amici al bar' si possano mettere d'accordo con l'imprenditore e stipulare un accordo aziendale, con contenuti devastanti per tutti i lavoratori, alla faccia della necessità di misurare con trasparenza chi rappresenta cosa».

Duro anche il giudizio del Segretario CGIL Susanna Camusso: «Le modifiche della maggioranza di governo all'articolo 8 indicano la volontà di annullare il contratto collettivo nazionale di lavoro e di cancellare lo Statuto dei lavoratori, e non solo l'articolo 18, in violazione dell'articolo 39 della Costituzione e di tutti i principi di uguaglianza sul lavoro che la Costituzione stessa richiama».

 «Tutto ciò - aggiunge - oltre a confermare le ragioni dello sciopero proclamato dalla Cgil per martedì 6 settembre, dice anche che la scelta esplicita di questo governo è quella di impedire che le parti sociali abbiano un ruolo positivo nel contribuire al superamento della crisi e per favorire la crescita».

DoppiaM

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