I tagli non fanno rumore. Ma fanno molto male
La famiglia italiana è diventata come Pompei, rischia di essere alla sua ultima fase storica.
E' quanto ha affermato Mario Marazziti, portavoce della Comunità di Sant'Egidio, che ieri ha Roma ha lanciato l’allarme sui tagli che non fanno rumore, ma che fanno molto male, fornendo i dati di chi sta pagando di più la crisi in Italia.
I fondi statali di carattere sociale sono diminuti dell’800 per cento negli ultimi tre anni, passando da 2 miliardi 526 milioni di euro del 2008 a soli 349 milioni nel 2011. Soltanto nell’ultimo anno sono scesi del 76,3%. E secondo il bilancio di previsione dello Stato diminuiranno ancora a 271, 6 milioni nel 2013.
Tre fondi sono stati completamente azzerati: quelli per la non autosufficienza, l’inclusione degli immigrati e i servizi all’infanzia.
Il portavoce della Comunità di Sant’Egidio ha anche ricordato che secondo quanto scritto nel Documento di programmazione economica e finanziaria, il governo italiano si è impegnato con l’Unione europea a dimezzare il deficit pubblico entro il 2026 e per farlo, una delle condizioni indispensabili è che ogni anno ci siano almeno 226 mila nuovi immigrati in più in Italia.
“Anche se non erano grandi cifre, l’azzeramento del fondo di inclusione per gli immigrati indica lo scollamento fra la programmazione del paese e una predicazione che va ad allarmare sugli immigrati quando siamo a un decimo di ingressi rispetto al bisogno reale. Questo vuol dire che mentre l’inclusione dei migranti è interesse nazionale, una parte della classe dirigente fa pubblicamente un discorso opposto e questo sfilaccia il paese”.
Per le famiglie un problema grave è la casa. “L’azzeramento del fondo nazionale contributi alloggiativi va in direzione opposta a un disagio che cresce in Italia tutti gli indici dicono che è in aumento il disagio legato alla povertà. L’isolamento innalza il tasso di mortalità, così la povertà causa malattia. Limare qua e là non riduce la spesa pubblica ma mina la qualità della vita. Chiediamo al Governo e alle Regioni più capacità di visione perché con questi tagli la spesa pubblica, al contrario, crescerà e si invertirà la tendenza italiana alla più alta speranza di vita e alla qualità della vita”.