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Lunedì 11 febbraio a Brugherio parliamo di politiche sociali

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Mentre in questi giorni ascoltate le promesse di Berlusconi e Maroni sull'IMU e sulle tasse, prendete nota di questi dati. Negli anni del Governo Berlusconi, con Maroni seduto sulla comoda poltrona di Ministro dell'Interno, il fondo nazionale per le politiche sociali , la principale fonte di finanziamento statale degli interventi di assistenza alle persone e alle famiglie, ha subito un taglio del 75% , passando da una dotazione originaria di 923,3 milioni di euro a 69,95 milioni. Nel dettaglio, il fondo per la non autosufficienza dai 400 milioni di euro del 2010 è stato eliminato , il fondo per le politiche della famiglia è passato da 185 milioni a 31 milioni e quello per le politiche giovanili è sceso dagli iniziali 94 milioni a 8 milioni . Contemporaneamente, per effetto delle manovre sul patto di stabilità, in Lombardia la Regione, le Province ed i Comuni si sono visti sottratti 11 miliardi di euro , con la conseguenza, tra l'altro, che complessivamente nei Co

Bilancio, patto di stabilità, welfare, investimenti

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Un nuovo patto tra il Governo e i Comuni. E' questa la richiesta del Partito Democratico, che nei giorni scorsi si è riunito a Milano, per elaborare un documento da presentare al Governo. I Comuni chiedono una revisione del Patto di stabilità , che così com'è non garantisce una efficace azione di contenimento della spesa corrente e blocca di fatto i pagamenti e gli investimenti. Inoltre, non bisogna sottovalutare che la grave contrazione delle risorse per il welfare pregiudica la possibilità per i Comuni di continuare a svolgere politiche di coesione sociale e limita la capacità degli stessi di far fronte al crescente bisogno di sostegno. Basta leggere i dati: l'azzeramento del fondo per la non autosufficienza e la riduzione del Fondo Nazionale delle Politiche Sociali passa da 670,8 milioni di euro del 2008 a 178,5 nel 2011, il Fondo per la famiglia da 197 milioni a 100 e il Fondo Sostegno Affitti da 205,6 a 32,9 milioni di euro. Nel dettaglio, il PD chiede di la

La sicurezza nelle città e la crisi

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il Ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri Il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, dopo le ultime vicende criminali di Roma, ha parlato di un clima che fa temere un'escalation criminale, alimentato dalla crisi economica. Parole che ricollocano la sicurezza sul piano della politica , come ha evidenziato ieri, in un interessante articolo (che trovate qui ) il quotidiano l'Unità. E dopo gli anni delle ronde verdi, dell`esercito per strada, della tolleranza zero, di proclami fantasiosi come quello di sparare ai barconi carichi di clandestini, è un cambio di direzione non da poco . Ci voleva un "tecnico" per rilanciare il tema della sicurezza recuperandone la valenza politica. Le statistiche ufficiali suggeriscono, in fondo, questa riflessione: non c`è evidenza di una crescita dei reati che spieghi l`aumento della paura, delle ansie, delle incertezze. La rinnovata attenzione alle cause che danno corpo alla sensazione d'insicurezza che a

Il bilancio 2012 della Regione e le occasioni mancate

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Un bilancio che non punta sull’equità e sulla crescita, che non riforma la spesa regionale e che segna la fine del federalismo fiscale targato Lega. È questo il giudizio che il gruppo regionale del PD dà del bilancio regionale 2012 approvato oggi in Consiglio regionale. Gli esiti della politica dei governi Lega PDL sono che la Regione Lombardia ha minori risorse e ulteriori tagli al tetto di spesa. Tutto è ridotto all’osso e alle spese obbligatorie . Da questo punto di vista è confortante che il Governo Monti in extremis sia riuscito a ripristinare quasi interamente le risorse per il trasporto pubblico locale tagliate in precedenza . In questo quadro, il PD regione avrebbe voluto maggiore equità : all’applicazione indiscriminata e retroattiva dell’addizionale regionale Irpef si sarebbe potuta rimodulare l’aliquota decisa dalla Regione oppure, come ha inutilmente chiesto ( qui ) con forza il PD, esentare dai ticket sui farmaci e dal superticket su visite ed esami i redditi fino

"Basta tagli, ora diritti!": il terzo settore si mobilita

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Il nostro Paese sta attraversando una grave crisi, che ha portato via posti di lavoro e risparmi, in molti casi spingendo persone e famiglie verso la povertà e l’insicurezza. Nonostante le difficoltà, molti hanno continuato a lavorare per mantenere la coesione sociale e per garantire che i problemi comuni non producessero lacerazioni sociali né condannassero molte persone ad essere marginalizzate. A fronte di questo, il Governo ha continuato ad operare tagli massicci alla spesa, riducendo e talvolta azzerando le risorse per il sociale . Inizia così il manifesto che il Forum nazionale del Terzo Settore e la campagna I diritti alzano la voce hanno preparato in occasione della g iornata di mobilitazione, che avvverrà domani, a difesa dei diritti sociali e per la riforma del welfare. Nel 2008 i fondi nazionali per le politiche sociali erano oltre i 2,5 miliardi, nell’anno 2011 ammontano a soli 538 milioni di euro: un taglio dell’80%. Ciò significa riduzioni e chiusure di servizi

I tagli non fanno rumore. Ma fanno molto male

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La famiglia italiana è diventata come Pompei, rischia di essere alla sua ultima fase storica. E' quanto ha affermato Mario Marazziti, portavoce della Comunità di Sant'Egidio , che ieri ha Roma ha lanciato l’allarme sui tagli che non fanno rumore, ma che fanno molto male, fornendo i dati di chi sta pagando di più la crisi in Italia . I fondi statali di carattere sociale sono diminuti dell’800 per cento negli ultimi tre anni, passando da 2 miliardi 526 milioni di euro del 2008 a soli 349 milioni nel 2011. Soltanto nell’ultimo anno sono scesi del 76,3%. E secondo il bilancio di previsione dello Stato diminuiranno ancora a 271, 6 milioni nel 2013. Tre fondi sono stati completamente azzerati: quelli per la non autosufficienza, l’inclusione degli immigrati e i servizi all’infanzia. Il portavoce della Comunità di Sant’Egidio ha anche ricordato che secondo quanto scritto nel Documento di programmazione economica e finanziaria, il governo italiano si è impegnato con l’Union