Referendum: il Governo fugge



Proprio mentre andava online il post precedente, che dava avvio alla nostra campagna informativa sui quattro referendum, tutti i siti hanno dedicato spazio alla notizia del passo indietro del Governo sul nucleare.

Il governo ha deciso di soprassedere sul programma nucleare ed ha inserito nella moratoria già prevista nel decreto legge omnibus, all'esame dell'aula del Senato, l'abrogazione di tutte le norme previste per la realizzazione di impianti nucleari nel Paese.

E così il governo dalla sera alla mattina ha abbandonato il nucleare. Niente più necessità di renderci autonomi nel campo dell’energia, evidentemente.

L’abolizione in cinque minuti e con un semplice tratto di penna dei due anni di lavoro che hanno portato alla definizione di un piano strategico per il nucleare si spiega solo con un elemento: evitare il referendum dei prossimi 11-12 giugno.

La scomparsa del quesito sul nucleare rischia di produrre una smobilitazione in grado di mettere a repentaglio l'ottenimento del quorum, con il conseguente fallimento della battaglia contro la privatizzazione dell'acqua e contro la norma sul legittimo impedimento.

Preoccupato dai sondaggi sulle amministrative, e preoccupato che il disastro giapponese provocasse la partecipazione in massa ai referendum, il Governo si inventa una via di fuga.

Una grave furbizia politica. Una vera vergogna istituzionale.

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