Scuola e università: la riforma coi fichi secchi

"Non si fanno le nozze con i fichi secchi", dice un vecchio proverbio, a significare che non ci si può rendere ridicoli, volendo realizzare qualcosa senza avere i mezzi necessari.

Un proverbio che ben si adatta alla traballante riforma dell'università proposta dal Ministro Gelmini, che a un passo dal traguardo trova l'ostacolo della copertura finanziaria.

Dimostrando così, nel concreto, quello che molti sostengono da tempo: le riforme della scuola e dell'università non le ha inventate la Gelmini, ma le ha imposte Tremonti, con la sua politica dei tagli.

Il quotidiano La Stampa in questi giorni sta tracciando un interessante quadro sulle politiche del Governo Berlusconi, a metà del suo mandato.

Rispetto a scuola e istruzione, il quotidiano nota come
arrivata con un bagaglio di buoni propositi, la Gelmini ha aggiunto una sfida inedita e temeraria, quella di capovolgere i tradizionali tempi dell’intervento: invece di "riformare per tagliare” ha deciso di “tagliare per riformare”. Così, in contraddizione con gli impegni promessi, la scure della riduzione delle spese si è abbattuta, con cieca uniformità, sull’intero territorio dell’istruzione pubblica italiana. A metà della legislatura, il bilancio della sua guida al dicastero segna un divario notevole tra le enunciazioni di principio, in genere apprezzabili, e i risultati concreti, davvero ridotti.
Intanto ieri il segretario del Partito Democratico, Pierluigi Bersani, ha avanzato, dalle colonne del Corriere della Sera, una proposta concreta per sostenere l'università.

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