Con la Bielorussia che lotta


"In queste ore centinaia di migliaia di cittadini e cittadine bielorussi stanno scendendo in piazza per protestare contro i brogli elettorali che hanno infangato il risultato delle elezioni del 9 agosto. 

Sono manifestazioni come non si sono mai viste nella storia della Bielorussia indipendente. E mentre si contano più di 7mila arresti arbitrari, centinaia di persone picchiate dalle forze dell’ordine e due vittime, il regime di Lukashenko sembra non riuscire a reggere l’impatto con quella che è una vera e propria rivolta spontanea di popolo. 

La mobilitazione popolare è stata guidata da donne: Svetlana Tikhanovskaja, la candidata alle presidenziali, ora rifugiata in Lituania; Maria Kolesnikova e Veronika Tsepkalo, le due organizzatrici della campagna dell’opposizione, legate ad altri candidati di opposizione esclusi dalla corsa presidenziale e poi riunite per dare una mano a Tikhanovskaja. Sono donne, migliaia, quelle scese in piazza vestite di bianco, per organizzare catene umane spontanee, le prime manifestazioni che poi hanno dilagato in tutto il paese. 

Alla base della rivolta c’è la forza delle donne, capaci di unirsi contro il dittatore, come hanno fatto Tikhanovskaja, Kolesnikova e Tsepkalo; c’è la resilienza delle donne, che non hanno accettato i brogli e si sono schierate nelle strade in prima persona; c’è la creatività delle donne, che hanno scelto il bianco come simbolo della rivolta. 

Come donne italiane siamo a fianco delle donne e del popolo bielorusso che lotta perché sia riconosciuto il reale risultato delle elezioni e perché la dittatura di Lukashenko abbia termine. Chiediamo al governo italiano e all’Europa di non riconoscere il risultato elettorale, di comminare sanzioni individuali a chi si sta macchiando di violazioni dei diritti umani e di rendersi disponibile a dare protezione a chi sta scappando dalla violenza." 

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