Il tifo politico sui morti ammazzati


Il titolo di questo post richiama quello dell'articolo che Pietro Colaprico ha dedicato ieri, su Repubblica, alle ultime vicende della cronaca milanese, con il duplice omicidio di via Muratori, che ha scatenato una serie di dichiarazioni politiche, soprattutto da parte del centrodestra, contro la Giunta di Giuliano Pisapia.

Scrive Colaprico (qui il suo articolo completo):

Dalla destra milanese piovono pietre metaforiche sulla giunta in nome della sicurezza. Piovono dalla destra che non voleva la commissione comunale antimafia. Che non ha pronunciato praticamente mai - parliamo più di Letizia Moratti che di Gabriele Albertini - la parola ' ndrangheta. Che ha lasciato realmente campo libero alla speculazione immobiliaree ai locali della movida, due settori, dove, come sanno anche gli asini, s'infiltrano i capitali delle cosche.

Dalla destra milanese accusano il sindaco Giuliano Pisapia di lasciar diventare Milano una capitale del crimine. Dalla destra che ha stravolto l'impiego dei vigili urbani. Dalla destra che solo dopo le sparatorie, i morti, i cortei ha mandato l'esercito anche in via Padova. Dalla destra che proponeva le ronde dei cittadini, mai nate, e ritenute pericolose dal governo centrale. Dalla destra milanese, che non ha creato dormitori, che ha lasciato la Chiesa e la Caritas con il cerino in mano degli immigrati, che ha fatto finta di non vedere le illegalità dei colletti bianchi, si impartiscono oggi lezioni di buon governo metropolitano.

Ma Colaprico va oltre, con una affermazione molto chiara:

C'è una questione che destra e sinistra faticano a comprendere. E cioè che i reati non tengono conto né del Mattarellum, né del Porcellum. Capitano perché ci sono cosche, sbandati, disperati, cattivi, buoni che perdono la testa, capitano per mille ragioni. Una di queste è la crisi: diminuiscono i soldi, aumentano i reati. Ma a Roma, contro le inefficienze di Alemanno, quando ci sono stupri e regolamenti di conti, tuona la sinistra. A Milano, eccoci qui.

Tutto questo polemizzare sul sangue versato dovrebbe svelare ai politici soprattutto una cosa: il sindaco sceriffo è una totale baggianata.

Fare la graduatoria dei meriti di un sindaco in base alle statistiche dei morti ammazzati è macabro e surreale. Qualcuno dovrebbe ricordarsi che la legalità non è di destra o di sinistra.

Il tema da affrontare è «come» viviamo nelle nostre città.

Anche Claudio Schirinzi, sul Corriere di oggi (qui) ribadisce lo stesso concetto:

Bisognerebbe dire una volta per tutte che la sicurezza è un problema troppo serio per lasciarlo alla propaganda politica. La propaganda riesce a buttare in farsa anche la tragedia.

Schirinzi poi, rifacendosi agli arresti degli ultimi giorni (qui il nostro post), conclude così il suo editoriale:

La scoperta alle porte di Milano di un bunker domestico con tanto di botola telecomandata per nascondere i latitanti, oppure la notizia che alcuni imprenditori brianzoli hanno chiesto l'affiliazione alla 'ndrangheta, dovrebbero essere però campanelli d'allarme ancora più inquietanti delle revolverate echeggiate a Porta Romana.

Per contro, quegli studenti in coda per comperare il panino dal venditore ambulante che si è visto bruciare il furgone perché non ha voluto pagare il pizzo, sono un raggio di sole e una lezione di serietà.

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