Riforma del lavoro: sì alle proposte del PD sull'articolo 18
La tenacia, la determinazione e la ragionevolezza del segretario nazionale del Pd, Pier Luigi Bersani, hanno prodotto la vittoria della prima manche nella partita sulla riforma del lavoro.
Ieri sera, nel corso dell’incontro con il presidente del Consiglio, Mario Monti, e poi anche con gli altri segretari dei partiti che sostengono il governo, Udc e Pdl, il leader del Pd è riuscito ad ottenere che la riforma si avvicini al modello tedesco, prevedendo per l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori procedure di conciliazione veloce, la possibilità di ricorrere al giudice, la possibilità del reintegro.
“Sciolti tutti i nodi” ha detto alla fine dell’incontro Mario Monti. Ma bisogna andare con i piedi di piombo: bisogna ancora verificare come il Governo metterà nero su bianco nel testo del disegno di legge le cose che Bersani ha detto a Monti e che il presidente del Consiglio ha dichiarato di tenere presenti nella stesura finale del provvedimento.
Nel frattempo, l'Unione europea e lo stesso Governo italiano hanno smentito ieri una indiscrezione del Financial Times in base alla quale l’Italia avrebbe dovuto fare una manovra aggiuntiva, a causa della recessione e degli alti tassi di interessi. Lo stesso Monti ha smentito.
Ma il problema resta: solo con il rigore il paese è destinato a restare al palo e a subire le pesantissime ripercussioni della recessione sulle aziende, sui lavoratori, sulle famiglie.
Da tempo (sono almeno tre anni che il Pd lo dice) il Partito Democratico propone ricette nelle quali, accanto al rigore sui conti, ci sono misure per sostenere lo sviluppo e rilanciare il paese.
Il Pd sta lavorando anche in Europa con gli altri partiti progressisti su una piattaforma destinata a sostenere lo sviluppo (eurobond, projectbond, tasse sulle transazioni finanziarie, fondi per la ricerca…). Ma è decisivo che anche in Italia si prendano alcune iniziative, come l’allentamento del patto di stabilità interno per dare ai comuni virtuosi la possibilità di fare gli investimenti, come l’avvio di un meccanismo di triangolazione Cassa depositi e prestiti- banche- comuni per il pagamento dei debiti delle amministrazioni locali nei confronti delle piccole e medie imprese, strozzate letteralmente dai mancati pagamenti dei lavori, l’avvio di una politica industriale che individui, nell’ambito delle scarse risorse disponibili, alcune iniziative di rilancio e di avanzamento nei settori di punta, come la green economy.