"No Tav i nuovi partigiani? Non sanno di cosa parlano"


«Io vorrei che si smettesse una volta per tutte di abusare della parola "partigiano". I partigiani sono stati coloro che, anche a costo della loro vita, si sono battuti perché tutti avessero la libertà. Anche la libertà di esprimere le proprie idee e magari di criticare».

E' netto e fermo nelle parole, Carlo Smuraglia. 89 anni, presidente dell'ANPI, l'associazione di partigiani. Uno che ha combattuto davvero per la libertà e la democrazia del nostro paese. Contro la dittatura fascista.

E che ieri ha subito l'affronto di vedere il movimento No Tav tentare di impedire, con l'occupazione della Sala Alessi a Milano, un convegno per la presentazione del libro di Caselli "Attacco alla Giustizia".

Una ventina di militanti del movimento, legati al centro sociale «Il Cantiere», ha fatto irruzione nella sala e, prima ancora, ha esposto nel cortile interno del municipio uno striscione contro l'Anpi stessa. L'occupazione è durata un paio d'ore, poi i dimostranti sono stati portati fuori di peso dalla polizia.


L'obiettivo del movimento era impedire l'intervento di Giancarlo Caselli, che da qualche tempo è al centro degli attacchi degli attivisti perché coordina l'inchiesta sugli scontro dell'estate scorsa in Val di Susa che, nelle settimane scorse, aveva portato a una serie di arresti in tutta Italia, quattro anche a Milano.

«Una sala così piena è la riaffermazione che la democrazia è il rispetto di tutto e di tutti ma non di chi non ha il rispetto degli altri», ha dichiarato Caselli nel suo intervento.

Da «boia» a «brucerai», da «torturatore» a «sei avvisato»: è stato un lungo elenco quello fatto dal procuratore capo di Torino per citare alcune delle scritte apparse negli ultimi mesi sui muri delle città italiane dopo la sua inchiesta sulle violenze dell'estate scorsa in Val di Susa.

«Se queste persone si definiscono partigiani siamo in presenza di un'appropriazione indebita dei valori partigiani. È il miglior servizio all'antimemoria definire partigiani chi pratica queste manifestazioni».

La sala strapiena e il sostegno di tutti i presenti sono la migliore risposta a chi tenta di sporcare la parola "partigiano" con gesti fascisti di intolleranza e violenza.

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