La Lega torna "di lotta". Ma non rinuncia alle poltrone
Luca Zaia e Roberto Cota sono i presidenti leghisti della Regione Veneto e del Piemonte.
Oggi la Padania, il giornale del partito, scrive un articolo di fuoco contro la convocazione, da parte del Presidente del Consiglio Mario Monti, per domenica mattina, dei rappresentanti delle Regioni e delle autonomie locali.
Monti illustrerà in quella sede le importantissime decisioni sulla nuova manovra economica, che saranno votate dal Governo lunedì mattina (ne parleremo anche sul blog).
Ebbene: i due governatori sono offesissimi, perchè questa convocazione impedisce loro di partecipare alla seduta del "parlamento padano", un inutile organo di propaganda della Lega Nord, aperto o chiuso all'occorrenza, a seconda dell'essere forza di maggioranza o di opposizione.
Dopo aver sostenuto per 10 anni, senza ottenere nulla, il Governo Berlusconi, avere votato tutte le leggi per il Cavaliere, avere votato con convinzione che Ruby era nipote di Mubarak, ora la Lega torna "di lotta", e rinfaccia a Monti ciò che loro non hanno fatto per 10 anni (come ha fatto anche il nostro Sindaco durante l'ultimo consiglio comunale).
Cota e Zaia si lamentano: Monti ci impedisce
di andare al parlamento padano!
Abbiamo una proposta da fare a Cota e a Zaia: questi amministratori, che rappresentano tutti i cittadini piemontesi e veneti, se preferiscono fare i leghisti, possono sempre dimettersi da presidenti di Regione, rinunciare alle poltrone e agli stipendi che ricevono da "roma ladrona" e farsi pagare in monete padane...